Capitolo 13: Il diavolo dell'incrocio

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21 luglio 2023 - 3 mesi e 26 giorni alla fine del mondo
Era una notte tranquilla, la luna splendeva alta nel cielo mentre le stelle abbellivano quel cielo nero. Il silenzio faceva da padrone a Seattle, le strade vuote e le uniche luci erano quelle delle insegne dei minimarket aperti ventiquattro ore su ventiquattro e dei lampioni ai lati delle strade. Erano quasi passate le tre di notte quando Lucifero atterrò in città. Camminò in mezzo ad un incrocio, dove la 4th Ave e la Marion ST si incontravano. Si tirò i capelli all'indietro, si sistemò la giacca lunga in pelle nera e si pulì la bocca, sporca del gelato che aveva rubato poco prima, tutto questo lo fece fischiettando Paint it black dei Rolling Stones.

"Lucifero! Vecchio mio!" esordì una voce rauca alle sue spalle.

Lucifero sorrise e si girò. Vi era un uomo, di media bassezza (non superava il metro e ottanta), completamente calvo e con delle folte basette grigie. Indossava un completo grigio con sotto una camicia bianca, una cravatta nera e un paio di occhiali da sole neri, nonostante non ci fosse altro che buio.

"Belfagor. Sei tornato dalle ferie, eh?" replicò il diavolo con un mezzo ghigno.

"Già. E ho già trovato un bel mestiere" abbassò gli occhiali, mostrando i suoi occhi gialli senza pupille, fece un occhiolino e rimise a posto gli occhiali.

"La puttana?"

I due scoppiarono a ridere. Lucifero si avvicinò al fratello e gli mise una mano sulla spalla.

"Sei il bastardo di sempre, vero?"

"Certamente!"

Partì un'altra sonora risata.

"Vieni con me. Dobbiamo parlare di molte cose" disse il caduto indicando un bar notturno.

I due entrarono, si sedettero al bancone e ordinarono da bere. Lucifero, tra un sorso di Jack Daniel's e l'altro, raccontò gli avvenimenti più importanti avvenuti durante la prigionia del fratello. I due si resero conto di aver perso la cognizione del tempo quando il diavolo finì di raccontare.

"Ancora non ci credo che hai convinto quel Giuda a tradire quel Gesù" disse Belfagor mentre finiva il suo bicchiere di birra.

"Invece è vero, anche se papà voleva distruggermi all'inizio. Per fortuna che il nostro fratellastro gli ha fatto cambiare idea"

Ci fu un momento di silenzio, lungo circa un minuto, in cui i due pensavano ad un argomento da trattare.

"E tu?" riprese Lucifero "Hai detto che hai trovato un mestiere"

"Oh sì, giusto. Ho deciso di fare quello che feci prima della guerra, ma in modo diverso"

"Ovvero?"

"Prima portavo i nostri giovani fratelli nelle mani di papà e insegnargli ad amarlo e a rispettarlo. Ora ho deciso di portare gli umani contro di lui. Dare ciò che l'umano vuole in cambio della sua anima"

"Non puoi fare i miracoli. Papà ci ha tolto questa abilità dopo che Eva chiese a Raffaele di uccidere i dinosauri"

Belfagor ridacchiò.

"Dò quello che posso dare, fratello. Ad esempio ieri un professore mi ha chiesto di trovargli una ragazza e io l'ho convinto a molestare una delle sue studentesse"

Lucifero si strozzò con il suo drink per lo stupore.

"Sono sorpreso fratello! Ottimo lavoro! Un'altro potenziale demone o possibile loro giocattolo"

"Grazie, ogni anima conta laggiù, giusto?"

Belfagor sapeva dell'esistenza dei demoni e dell'inferno, visto che fu l'ultimo ad entrarci insieme a Belial.

The Modern Will: The FallenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora