Capitolo 19: Una conversazione con la Morte

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15 agosto 2023 - 3 mesi e 2 giorni alla riunione di famiglia
Furono i cinque giorni più duri che Michele avesse mai dovuto affrontare. La morte di suo padre lo aveva sconvolto e confuso. Temeva per il destino dell'universo e di quello che sarebbe potuto accadere da un momento o l'altro. Senza Dio, niente impediva a Belzebù e a Lilith di scatenare la guerra prima della data prestabilita. Lucifero, invece, massacrò interi gruppi di angeli e demoni per sfogare la sua rabbia e frustrazione. Era tornato solo una volta a Yakutsk per assicurarsi che suo fratello fosse ancora vivo, ma da lui non si fece vedere. Asmodeus tornò all'inferno e, su richiesta di Michele, cercò di non far trapelare la notizia e smentire le voci che correvano sulla morte di Dio. Azazel e Barachiele seppellirono il cadavere dell'Onnipotente sulla luna, cosicché nessuno potesse trovarlo. Michele si alzò a stento dal letto quella mattina, riuscì a chiudere occhio grazie alla yoga che stava eseguendo in quei giorni per rilassarsi e pensare ad altro. Si mise di fronte alla finestra ad osservare la gente che andava su e giù per la strada. Appoggiò la testa sul vetro e l'appannò con il respiro. Qualcuno bussò alla porta e sobbalzò dallo spavento. Aprì la porta e si ritrovò davanti suo fratello Lucifero.

"Buongiorno principessa" disse con voce ironica ma triste allo stesso tempo, indicando le occhiaie di Michele.

"Che cosa c'è? Sei qui per continuare a disonorare il nome di papà?" domandò con fastidio.

Non aveva dimenticato ciò che lui fece al ritrovamento del cadavere. Sapeva che lo odiava ma non pensava così tanto.

"Sono qui perché ho un modo per scoprire chi ha ucciso nostro padre"

Un brivido percorse la schiena del biondo.

"Cioè?"

Satana tirò fuori un libro dalla copertina malridotta, con delle macchie nere e rosse sopra e con un disegno di un teschio con dietro due falci. Michele capì al volo quello che aveva in mente e, quando lo aprì e gli venne mostrato il capitolo dieci, scopri di avere ragione. Lucifero voleva evocare Morte, l'entità che molti consideravano fratello di Dio.

"Ne sei sicuro?" domandò il biondo un po' impaurito, visto che nessuno aveva mai conosciuto Morte dal vivo.

"Se qualcuno sa com'è morto il vecchio, è lui"

"Dove hai preso questo libro?"

"Lo porto sempre con me. Sai com'è, quando l'apocalisse sarebbe iniziata avrei dovuto evocare i cavalieri e tra questi c'è proprio lui. Però non so chi lo abbia scritto"

"Ora questo non importa. È ora di evocare Morte"

I due fratelli recuperarono in fretta ciò che serviva per effettuare l'evocazione; un barattolo di sale, acqua santa e un essere vivente in procinto di morire. Lucifero creò un cerchio di sale nel soggiorno, rapì un gattino bianco e lo pugnalò allo stomaco. Mentre si dissanguava, con pena per quella bestia, Michele ci buttò sopra un po' di acqua santa. I due recitarono l'incantesimo in enochiano in coro. All'improvviso, un uomo alto più di due metri, con un cappuccio nero che gli copriva il volto, una falce nella mano destra e un'armatura con pezzi di scheletro sopra apparve nel cerchio. Ignorò i gemelli, si inginocchiò accanto al gatto e lo toccò con l'indice sulla nuca. L'animale emise un verso di dolore e chiuse gli occhi, morendo.

"Ehm ciao" disse Lucifero, attirando a sé l'attenzione di Morte.

Morte si alzò e scrutò i due gemelli.

"I gemelli prodigio a quanto ne so" lui aveva una voce profonda, che trasmetteva paura a chi la udiva.

"Tu sei Morte, giusto?" chiese Michele.

Il fratello gli diede una gomitata e gli indicò la falce.

"Che cosa volete? Non ho molto tempo da perdere"

The Modern Will: The FallenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora