Capitolo 15: Le corna del diavolo

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24 luglio 2023 - 3 mesi e 23 giorni alla fine del mondo
Lilith aveva lo sguardo dritto in cielo. I fulmini comparivano per poi scomparire poco dopo, illuminando quella dimensione assai tenebrosa. Stava aspettando che il suo re e il caduto abbandonassero il reame. Una volta che questo accadde, corse fuori dalla stanza. Si precipitò due piani inferiori alla sua stanza, sperando che suo marito non sarebbe tornato indietro per qualsiasi motivo e incrociarlo in quel momento. Entrò nella stanza in cui Belzebù stava riposando, chiuse a chiave la porta e si avvicinò a lui.

"Come stai?" domandò, sedendosi al suo fianco.

"Mi sto riprendendo" rispose mentre si metteva comodo nel letto. "Gli hai detto la verità?"

Lei abbassò il capo e si grattò la mano.

"Non ci sono riuscita. Non è facile. Ogni volta che sto per dirglielo" si morse il labbro "mi blocco. Ho paura della sua reazione"

"Lo so" le prese la mano e la accarezzò "Ma devi farti forza mia cara. Se dovesse scoprirlo per un'altro motivo, ci ucciderà entrambi"

"Ma come posso farlo? Miliardi di anni di matrimonio buttati in un cesso? Non credo di riuscirci"

"Ti starò vicino. Non ti abbandonerò mai"

Lei sorrise e si chinò su di lui. Lui la baciò, toccandole dolcemente la guancia. I due si staccarono dal bacio e si guardarono negli occhi.

"Lucifero si infurierà parecchio" disse lei, spostando i capelli di lui dietro l'orecchio.

"Già. Credo che dovremo farlo fuori se vogliamo stare insieme"

"Uccidere un diavolo che è stato anche un arcangelo? Credo che sia impossibile"

"Nessuno è realmente immortale, tranne Dio ovviamente. Ci sarà un modo per ucciderlo"

Lilith rifletté sul passato avuto con Lucifero. C'era mai stato un momento in cui lui temeva di morire per mano di qualcuno o di qualcosa, aldilà di Dio? Forse Michele poteva riuscirci ma questo sarebbe voluto dire condannare l'inferno.

"Forse potremmo ingannare i gemelli" le sue parole, fecero tornare la regina alla realtà.

"Ingannare due arcangeli? Come?"

"Lasciando Lucifero e Michele senza soldati. Potremmo sabotare gli angeli e ritarci all'ultimo prima della battaglia finale"

"Gli angeli sono troppo forti per i demoni e non possiamo accedere al paradiso"

Lei iniziò a temere per la sanità mentale del suo nuovo amato. Che fossero le ferite a farlo parlare in quel modo?

"Lo so ma io ho un piano. Devi sapere che ero molto curioso quando ero un angelo. Inventai un'arma molto potente, ma non riuscimmo ad usarla nella guerra"

"Di cosa parli? Che arma?"

"Se si accumulano abbastanza anime umane, si può creare una sorta di bomba di anime"

"Sarà difficile. Non passerà inosservato al paradiso"

"Tranquilla. Ho un piano. Ne parlerò con Lucifero quando tornerà"

I due si baciarono nuovamente. Una speranza per il loro futuro insieme fece breccia nei loro cuori. Potevano vincere la guerra, vivere felici insieme e spodestare Lucifero. Da quando tradiva Satana, Lilith si rese conto di non amarlo realmente. Era un classico caso di sindrome di Stoccolma, dove la vittima di innamora del proprio aguzzino. Lei fu costretta a sposarlo. Dio la creò per lui, gli diede un esercito di demoni, figli solamente di lei visto che angeli e demoni non erano compatibili per riprodursi fra loro, e fu costretta a rimanere all'inferno. Un luogo che oramai le stava stretta. Con Belzebù poteva cambiare le cose. Poteva andare sulla Terra, vivere una vita normale e avere dei figli che non dovevano uccidere o allenarsi alla lotta.

Nel frattempo, Lucifero e Belfagor giunsero nel cimitero Dorotheenstädtisch, a Berlino.

"È davvero qui allora" disse con tristezza Satana osservando una antica tomba in pietra malridotta dagli anni.

"L'ultimo discendente della famiglia di Topazia Armünd" Belfagor sembrava il più deluso fra i due.

Avevano setacciato per ore gli archivi, interrogato alcune anime che avevano conosciuto la famiglia, visto che l'intera discendenza fu maledetta della stessa sorte dell'anima di Topazia, ed erano riusciti a trovare il discendente più recente; Otto Fischer. Il cognome Armünd si perse nel tempo ma il sangue era lo stesso.

"Cazzo. Dobbiamo arrangiarci" esclamò Lucifero.

Si morse il pugno e poi tirò un calcio alla tomba, distruggendola. Belfagor sbuffò e vide i piani, suoi e del fratello, distruggersi davanti a sé. Il rumore di ali che sbattevano riempì il silenzio che si era creato. Una grande luce bianca accecò Belfagor e da lì comparve Michele. Aveva i capelli scompigliati, due borse sotto gli occhi, la pelle pallida come quella di un morto, gli occhi gonfi e rossi e del muco che faceva capolino dalle narici. I vestiti erano le uniche cose a posto, una tuta sportiva bianca col colletto alto e delle scarpe sportive del medesimo colore.

"Fratello? Hai finito Titanic? Hai un aspetto terribile!" esclamò Lucifero mentre Belfagor si mise in posizione da combattimento.

"Dobbiamo parlare" Michele avanzò di qualche passo mentre due lacrime gli percorrevano le guance.

"Del finale del Titanic?"

"Per te è tutto un gioco, vero?" tirò su col naso "Dobbiamo agire contro il paradiso. Insieme"

The Modern Will: The FallenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora