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Arrivati nel parcheggio dell'hotel Justin spegne il motore e la radio, che per tutto il tragitto abbiamo fatto impazzire, cantando insieme. È stato divertente dopotutto, abbiamo giocato addirittura a 'indovina il titolo', inutile dire che ho vinto io. Justin si gira verso di me squadrandomi come suo solito, e subito dopo mi abbozza un sorriso. <<Stasera ci siamo divertiti>> torna a guardarmi negli occhi. <<Hai ragione, peccato che sia finita>> metto il broncio. <<Non ancora, seguimi>> apre lo sportello non lasciandomi neanche il tempo di parlare. Che cosa avrà in mente? Scendo dalla macchina, arrivando al suo passo. <<Cosa vuoi fare?>> gli domando camminando a passo svelto. <<Tu seguimi, la serata non può finire così>> mi prende la mano portandomi verso un piccolo sentiero che porta verso la vegetazione. <<Cosa vuoi fare? Vuoi lasciarmi in questa terra, da sola?>> inizio a preoccuparmi guardandomi intorno. <<Ma fai sempre domande? Fidati di me>> intreccia la mia mano. <<Arrivati!>> mi avvisa scavalcando alcune piante che in questo momento stanno offuscando la vista. <<Ma dove mi stai portando?>>. <<Prendi la mia mano e attenta alle piante>>. Faccio come dice e solo dopo aver levato qualche foglia dal mio vestito, alzo gli occhi su una grande piscina, illuminata da piccole luci sul fondale, e altre intorno alla terrazza, di un giallo soffuso. <<Ma non potevamo passare per l'ingresso?>> apro le braccia in modo ovvio. <<Certo, ma mi sembrava.. poco avventuroso>> fa spallucce rivelandomi il suo solito e bellissimo sorriso. Scuoto la testa abbozzando un sorriso. Mi faccio un giro sul bordo della piscina, guardandomi in torno. <<E cosa vorresti fare precisamente?>> mi giro verso di lui, spostando velocemente lo sguardo sul suo petto completamente nudo. Si sta slacciando le scarpe, e levando i pantaloncini. <<Questo!>> urla prima di buttarsi in acqua, facendo schizzare acqua da tutte le parti. Mi riparo la faccia con le mani, sorprendendomi. <<Giusto il brivido che ci voleva>> cita scacciando via residui di acqua dagli occhi. Lo guardo mentre continua a tuffarsi sott'acqua, ancora, ancora e ancora, finché poi noto che non risale più. <<Ok, che divertente, sali adesso?>> lo richiamo sorridendo, ma non si muove. <<Justin?>> smetto di sorridere, iniziando a preoccuparmi. <<Justin?>> alzo un po' di più la voce, ma niente. Ti prego fa che stia bene, lo sapevo che dovevamo tornare in camera, devo smetterla di starlo a sentire. Mi precipito vicino al bordo, inginocchiandomi cercando di prendergli il braccio. <<Vi prego qualcuno mi..>> riesco a malapena a trattenere il fiato quando Justin mi tira sott'acqua con il braccio, facendomi spalancare gli occhi dalla paura, per poi sorprenderli con un bacio. Ci allontaniamo quando mi riporta a galla, per farci prendere fiato. Ispiro ed espiro con fatica, portandomi i capelli all'indietro. Spingo Justin con quella poca forza che ho e aggrotto la fronte. <<Ma che cazzo Justin! Mi hai fatto venire un colpo!>>. Justin se la ride leccandosi le labbra. Seguo lo sguardo della sua lingua deglutendo, ricordandomi il bacio sott'acqua. Sta spiegando di come voleva attirarmi sott'acqua senza farmi spaventare, ma purtroppo il mio cervello non riesce a connettersi con la sua voce, perché sta pensando a tutt'altro che allo scherzo, ed è qualcosa di molto più piccante di questo. La testa mi sta scoppiando, e al solo pensiero di toccare quelle labbra per l'ennesima volta mi fa eccitare ulteriormente, Sarà il vino che ormai non smette di circolare nelle mie vene, facendomi desiderare sempre di più una certa prelibatezza, che stasera non credo rimarrà chiusa per tanto. Ma che dico! Non è il vino, è quel corpo seminudo che galleggia davanti a me, completamente bagnato che non mi da pace. Non mi da pace da sempre, mi chiama in continuazione, cerca di attirarmi, ma non ci riesce.. Fino ad oggi. Mi mordo le labbra nuotando verso di lui, come se fossi un predatore con la sua preda. Justin smette finalmente di parlare e nuota anche lui verso di me, non lasciando neanche per un secondo i miei occhi. Mi avvicina a lui poggiandomi una mano in vita, e con l'altra mi alza la coscia fino al suo fianco, facendomi capire di cingerlo con le mie cosce.