***No Insta***
<<Eva, Eva svegliati!>> mi sento chiamare. Corrugo la fronte e sbatto le palpebre cercando di capire che succede. <<Che c'è?>> domando ancora con gli occhi chiusi. <<I-Io non lo so, la mia faccia..>> Justin si agita sedendosi e alzandosi dal letto. Apro gli occhi del tutto sentendolo veramente preoccupato. Mi alzo a sedere e sbadiglio. <<I-Io scusami se ti ho svegliata, ma non so che fare>>. <<Hey sta calmo, sono qui, fammi vedere>> mi alzo per andare ad accendere la luce nella stanza. Ritorno a sedermi di fronte a lui e rimango sconcertata. Metà lato del viso è completamente paralizzato. L'occhio non si chiude, metà bocca non riesce neanche ad alzarla e lo stesso la narice del naso. Il suo orecchio destro è rosso e pieno di vesciche e dall'altra parte del viso, la palpebra è cadente. <<Mi fa male tutto, non capisco che succede>> sospira pesantemente. <<Sta calmo, vedrai che non è nulla, che ore sono?>> mi alzo prendendo i miei vestiti in bagno. <<Le nove>> mi risponde. <<Ok vestiti, andiamo dal dottore, c'è la fai?>> gli domando mentre infilo i jeans. <<Si, credo di sì, anche se ho un po' di vertigini>> si alza facendo piano. <<Tu cerca di calmarti, non farti prendere dall'ansia>> mi levo velocemente la felpa, indossando la maglietta subito dopo. Metto le scarpe e vado in bagno a sciacquarmi la bocca con il collutorio, purtroppo non ho uno spazzolino a portata di mano. Spazzolo i capelli e aspetto che Justin si vesta. <<Fa con calma, se vuoi una mano chiedimelo>> mi avvicino a lui accarezzandogli la nuca. <<C'è la faccio, tu per piacere puoi dare da mangiare ai gatti e al cane? I croccantini sono nella dispensa in cucina>> mette le scarpe dopo aver messo i jeans. Vado in cucina come mi ha detto e prendo nella dispensa i croccanti di entrambi gli animali. Porgo una manciata di croccantini a tutt'e due i gatti e lo stesso faccio con Oscar. Mi lavo le mani sotto l'acqua corrente del lavabo e torno in camera a vedere a che punto è Justin. Lo trovo in piedi intento ad indossare una felpa. <<Come ti senti?>> gli domando appoggiandomi allo stipite della porta. <<Come devo sentirmi? Mi fa male tutto!>> alza la voce andando verso il bagno. <<Scusami è che mi fa male e non lo sopporto>> si affaccia sospirando. <<Tranquillo, resisti e saremo dal dottore in men che non si dica>> mi avvicino per accarezzargli la schiena.
Dopo altri cinque minuti, Justin è pronto e mi porge le chiavi della macchina. <<Ti indico la strada su mappe>> mi fa uscire di casa. Chiude la porta a chiave e viene con me verso la sua Jeep. Apro la macchina e salgo sul lato del guidatore, accendendo subito dopo il motore. Justin fa il giro e sale in macchina, abbassandosi il sedile, così da stendersi un po'. <<Credi che sia qualcosa di male?>> mi sento i suoi occhi addosso. <<Non lo so justin, ma spero di no>> lo guardo preoccupata, prima di uscire dal cancello e imboccare la via che porta alle strade principali di Los Angeles.***
Per tutto il tragitto, Justin si è lamentato ogni due per tre, coprendosi il viso con le mani e grattandosi l'orecchio, adesso siamo appena arrivati fuori la clinica privata e sto parcheggiando. <<Avanti andiamo>> spengo il motore e scendo dall'auto. Justin fa lo stesso e mi raggiunge, così che io possa dargli la mano. Entriamo in clinica e diamo il buongiorno alla receptionist. <<Voi siete?>> domanda ad entrambi. <<Justin Bieber, sono qui per l'appuntamento delle 11, ma credo sia urgente>> gli spiega Justin. <<Certo, ok il dottore in questo momento è impegnato se riusciamo a finire in fretta o a passarlo davanti ad un altro paziente l'avviserò, nel frattempo vi prego di sedervi>> ci sorride la ragazza indicandoci le poltrone. <<Aspetterò, lasciate gli orari così come stanno>> justin si siede sul divano facendomi cenno di sedermi con lui. È gentile anche quando sta male e questo gli fa onore. <<Vuoi un po' d'acqua?>> gli domando vedendo le macchinette. Justin scuote la testa e mi stringe a se con un braccio. Rimaniamo così per tutte e due le ore, i pazienti andavano e venivano e Justin continuava a lamentarsi, ma finalmente è arrivato il nostro turno. <<Buongiorno accomodatevi>> ci invita il dottore a sederci. Chiudo la porta dietro di me e seguo Justin vicino alle sedie. <<Allora, che succede?>> gli domanda il dottore. <<Ieri ho fatto come mi aveva detto e stamattina mi ritrovo con mezzo viso paralizzato e l'orecchio che mi fa male, mi fa male tutto>> Justin gli fa vedere come l'occhio, il naso e la bocca, non si muovono per niente. <<È come immaginavo, vieni siediti qui, voglio visitarti>> gli fa cenno verso il lettino. Justin si leva la felpa e va a sedersi come gli è stato chiesto. <<Piacere di conoscerti, come si chiama lei?>> il dottore mi sorride, porgendomi la sua mano. <<Il piacere è mio, mi chiamo Eva>> mi presento dandogli la mano. <<Allora, vediamo un po'>> il dottore indossa lo stetoscopio e appoggia la placca di metallo sul torace di Justin, facendolo respirare a comando. <<Hai riposato in questi giorni?>> gli domanda il dottore. <<Poco>>. <<Stai prendendo i medicinali? fra due settimane abbiamo di nuovo la visita giusto?>>. <<Quelli non mancano mai, e si fra due settimane devo ritornare>> abbozza un sorriso Justin. <<Ok, facciamo un prelievo del sangue, così che io possa capire se va tutto bene o no>> si allontana per scrivere alcune cose sul computer. <<Con il respiro è tutto ok, ma devi riposare>> l'ultima parola la divide in sillabe. <<Riguardo a quello che ho in faccia? È grave?>> domanda Justin visibilmente agitato. <<Adesso ci arriviamo>> il dottore si avvicina e pulisce la zona da dove dovrà prelevare il sangue con un po' di ovatta disinfettata. Poi gli ferma il sangue con un laccio di silicone, prelevando il sangue con un ago per raccogliere un campione di sangue per il test. <<Allora, si tratta della sindrome di Ramsay Hunt che è nota come herpes zoster oticus, si manifesta con disturbi di carattere neurologico ed è causata dalla riattivazione dell'Herpes zoster, lo stesso virus che causa la varicella>> ci spiega nello specifico. <<Si tratta di una condizione curabile, ma è importante diagnosticarla e trattarla precocemente per evitare importanti sequele che richiedono poi un lungo periodo di riabilitazione>> lo avverte. <<Che cos'è questo virus, da cosa proviene?>> gli domanda Justin. <<L'Herpes Zoster è un virus che rimane dormiente in coloro che hanno avuto la varicella e che, in seguito a un indebolimento del sistema immunitario, anche in seguito a periodi di stress fisico o psicologico, può replicare: dando origine a un'eruzione cutanea che colpisce le strutture nervose poste lungo il nervo facciale..>>. <<Come per esempio a te>> gli indica il viso. <<Causando paralisi di un lato del viso e alterazioni o perdita dell'udito all'orecchio colpito e poi il dolore all'orecchio e al viso sono sintomi caratteristici di questa sindrome, a volte accompagnata anche da vertigini, come mi dicevi tu stesso ieri sera>> leva l'ago e prende il suo campione portandoselo sul tavolo. Justin mantiene l'ovatta sulla ferita aperta e scende dal lettino, sedendosi di fianco a me. <<Cureremo questa sindrome con i corticosteroidi che già ti ho prescritto ieri, e gli antivirali attivi che sono contro la replicazione del virus Varicella-Zoster ok?>> scrive su un foglio quando prenderli e quanti da prendere. Guardo Justin che mi sembra sconvolto, mi fa male vederlo così. <<Adesso devi starmi a sentire bene, perché quello che sto per dirti non ti piacerà>> sospira il dottore avvicinandosi a noi con il busto. Già so cosa starà per dire e sono sicura che non è una cosa che Justin vorrebbe sentirsi dire. <<Questi sono i medicinali prescritti e poi ti è severamente sconsigliato continuare il tour, mi dispiace ragazzo ma si tratta della tua salute e in questo momento è più importante>> mi porge il foglio. Guardo Justin chiudere gli occhi e mettersi le mani davanti al viso. Forse credeva che dopo tutto sarebbe comunque tornato sul palco. <<Questo porta a un forte stress fisico e psicologico e non farà bene alla tua salute ne tanto meno al tuo viso paralizzato, se lo rivuoi indietro ti consiglio di riposare il più possibile>> alza le spalle. Justin non risponde, si stropiccia gli occhi con le mani evidentemente infastidito. <<Ti prometto che appena vedrò che starai meglio, ti darò l'ok per tornare in tour, va bene?>>. Guardo il dottore abbozzando un sorriso, è davvero gentile e ha ragione. Justin finalmente alza la testa e annuisce. <<Grazie, ci vediamo fra due settimane, e nel frattempo l'aggiorno su questo caso>> si alza per stringergli la mano. <<Va bene, sei forte Justin, supererai anche questa>> lo abbraccia dandogli una pacca sulla spalla. Justin si limita ad annuire e poi aspetta che io saluti. <<Grazie dottore, è molto gentile e sono felice di averla conosciuta>> gli sorrido stringendogli la mano. <<Il piacere è mio>> mi fa l'occhiolino per poi lasciarci uscire. <<Arrivederci>> saluto la receptionist e usciamo arrivando vicino alla macchina. Entriamo entrambi e ci sediamo nei rispettivi posti. Guardo Justin che prende il telefono e chiama qualcuno, immagino Ryan. Accendo
il motore e faccio retro marcia, per raggiungere poi la strada.
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Instagram || JB
Fanfiction@Justin Bieber ha iniziato a seguirti. Purtroppo non sono munita di foto di Justin con altre ragazze, quindi sono costretta più avanti a cambiare la mia bellissima protagonista con Hailey Baldwin Bieber :( Scusatemi già da adesso per il cambio perso...