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***No Insta***

Sto indossando dei jeans larghi, un maglioncino, e delle scarpe sportive. Ho raccolto i capelli con il gel, per sistemarlo in uno chignon disordinato e mi sono truccata leggermente. Sto aspettando Justin seduta sul divano del soggiorno di casa mia, con agitazione, ansia e allo stesso tempo eccitata. Sono due mesi che non ci vediamo, l'ultima volta avrei giurato di non rivederlo, e invece eccomi qui ad aspettarlo con le gambe che quasi mi tremano. La cosa che mi preoccupa forse più di tutte, è il fatto che stasera incontrerò sua madre. Ecco, su questa cosa non sono agitata, di più! Le piacerò? E se invece farò brutta figura?
Il suono di un clacson mi fa sobbalzare, Justin è qui. Come non detto, mi fa uno squillo per avvisarmi. Mi alzo, prendo la borsa e vado verso l'ingresso. Chiudo gli occhi e faccio un lungo sospiro, sto per incontrare Justin dopo così tanto tempo, come dovrei comportarmi? Devo essere seria o devo comportarmi come se nulla fosse?
Apro la porta con la testa chinata verso il basso, e noto le sue slides arancioni, nascoste dal suo largo jeans stracciato. Alzo la testa verso di lui di scatto, rischiando di sbattere contro il suo naso, perché Justin mi prende con entrambe le mani, il viso, per baciarmi.
Il cuore smette di accelerare quando finalmente mi trovo completamente avvinghiata a lui, sentendo quel bel calore che da tanto non sentivo. Affondo le mie labbra sulle sue, non staccandomi neanche per un secondo, neanche per riprendere fiato. Non voglio aprire gli occhi per paura che tutto questo sia solo un sogno, justin è qui finalmente.
Allunga le braccia sulla mia vita per stringermi di più, come se anche lui volesse accertarsi che è tutto vero, che io sono qui, davanti a lui.
Solo dopo qualche secondo, che per me sembra durato un eternità, ci distacchiamo per osservarci. Ha le labbra gonfie e bagnate dai nostri languidi baci, i capelli spettinati dal cappuccio della felpa e mi guarda con uno dei suoi soliti sguardi sorridenti che tanto mi erano mancati. Justin apre le braccia, attirandomi a sé per un abbraccio. Chiudo gli occhi, stringendomi attorno alle sue braccia, aspirando il buon profumo che emana dalla sua felpa, mescolato al suo solito
profumo. <<Mi sei mancata>> gli sento dire quando appoggia la sua testa, sulla mia. <<Anche tu>> sorrido felice di questo bellissimo momento. <<Come stai?>> mi chiede non allontanandosi da me. <<Sono banale se ti dico che adesso che sei qui, bene?>> mi affaccio per guardarlo in faccia. Justin mi guarda dritto negli occhi sorridendo subito dopo. <<Sarei banale anch'io allora>> avvicina il viso per darmi un altro bacio e poi ritornare a guardarmi. <<E comunque..>> mi ruba un altro bacio. <<Vorrei restare ancora così>> mi fa cenno con gli occhi verso il nostro abbraccio. <<Ma abbiamo ospiti>>. Spalanco gli occhi ricordandomi della madre che sicuramente ci starà aspettando annoiata. <<Hai ragione!! Oddio Justin faremo tardi!>> mi stacco prendendo la borsa da terra e andando verso il cancello di casa, ma quando non vedo Justin al mio fianco mi giro. Mi guarda da lontano tutto sorridente. <<Che c'è?>> sorrido un po' nervosa. Non voglio far aspettare la madre, per colpa mia, che impressione potrei dare?
<<Niente sei bella e non dovresti preoccuparti>> mi raggiunge prendendo la mia borsa. <<Non sono preoccupata>> aggrotta la fronte mentendo anche a me stessa. Chiudo la porta dietro di me e attraverso la strada andando insieme a lui nella sua bellissima Jeep che tanto mi mancava. <<Se lo dici tu>> fa spallucce. Quando sale, accende il motore e la cassa, mettendo una delle sue playlist già organizzate.
Lo guardo mente guarda la strada e canticchia sottovoce, è così bello sapere che non è chissà dove, lontano da me. Non smetto di sorridere da quando si è presentato fuori la porta. Justin mi da uno sguardo prima di sorridere e guardare la strada. <<Perché mi guardi?>>. <<Perché non mi sembra vero, che tu sia qui>> continuo a guardarlo. Justin allunga la mano sulla mia coscia per accarezzarla, e poi cerca la mia mano, che prendo e la stringo alla mia.
Dopo qualche minuto, e lunghe attese fra il traffico, arriviamo a casa di Justin, in ritardo aggiungerei e questa cosa mi rende ancora più nervosa. Parcheggiamo all'ingresso, Justin spegne il motore e si gira verso di me, mentre invece io prendo la mia borsa dai sedili posteriori e me la porto sulle gambe. <<Ancora che sei nervosa? Te l'ho detto, mia mamma è molto simpatica, andrete d'accordo in un attimo>>. <<Non sono nervosa, infatti perché siamo ancora qui? Scendiamo!>> mi affretto a dire, prima di aprire la portiera. Chiudo gli occhi e faccio un bel sospiro. Justin dice che è molto simpatica, speriamo non se la prenda con me per il ritardo. Vado dall'altro lato, dove lui mi aspetta per incrociare le nostre mani. Quindi vuole proprio fargli capire che stiamo insieme, che siamo una coppia?! Justin apre la porta con la chiave ed entra pulendosi le scarpe sullo zerbino, e lo stesso faccio io. Avrà accesso i riscaldamenti, perché si sta da Dio. L'ultima volta che sono venuta qui, Justin aveva fatto una cena con tutti i suoi amici e la squadra, aveva annunciato il tour e io ero piena di dubbi sulla nostra strana relazione. <<Justin sei tu?>> la voce della donna in lontananza che si avvicina, mi fa alzare lo sguardo verso la sua direzione. Stringo la mano di Justin per sicurezza, mentre lui mi carezza la mano con il pollice. <<Ouuh! Ciao tu devi essere Eva, giusto?>> la madre di Justin si avvicina sorpresa e sorridente verso di me. <<Si, piacere Eva, signora>> le sorrido, porgendole la mano, ma la madre si avvicina prima che possa stringerle la mano, dandomi un caloroso abbraccio, sorprendendomi. <<Piacere tesoro, io sono Pattie>> si allontana per farmi un bel sorriso. Non me l'aspettavo, è così bella e giovane, quanti anni ha, 20?!?! E poi mi sembra di vedere doppio, anzi la versione femminile di Justin, il taglio degli occhi e il suo sorriso sono identici a lui. <<Ci scusi del ritardo, ma c'era molto traffico>> mi scuso imbarazzatissima. <<Nessun ritardo, anzi forse io lo sono, devo finire di cucinare>> si alza i capelli in uno chignon. <<Lasci che le dia una mano, ho portato del buon vino e un panettone all'arancia fatto da me, sperando vi piaccia>> continuo a sorridere. <<Ma non dovevi disturbarti, a quanto pare Justin sa farsi una spesa>> guarda suo figlio congratulandosi, prendendolo in giro. <<Grazie>> gli sorride quest'ultimo, facendomi ridacchiare. <<Comunque grazie del pensiero, non vedo l'ora di assaggiare il panettone, e se l'aiuto è ancora valido, mi farebbe piacere una mano>> mi sorride. Annuisco, prendo la mia borsa con me, dove ho del vino bianco e il dolce, e seguo la madre di Justin verso la cucina. Mi giro verso quest'ultimo che è rimasto davanti alla porta a guardarmi andare via. 'Che ti avevo detto?' leggo dal suo labiale, facendomi alzare gli occhi al cielo divertita. Raggiungo la madre in cucina, che è già ai fornelli per girare alcune salse sui fornelli. Mi guardo attorno e la cucina mi sembra immensa, con la sua penisola enorme, dove ci sono un paio di piatti qui e là, pronti per essere impiantati da tante pietanze in giro per la cucina. Una finestra abbastanza grande che da la vista a tanta vegetazione, purtroppo con il buio non riesco a vedere cosa c'è al di fuori. La stanza è completamente bianca e con mattonelle di marmo su tutta la cucina, e quest'ultima di colore nero e con lo stesso materiale delle pareti. Prendo il vino e il dolce e li metto entrambi sulla penisola. <<Che buon profumo, cosa cucina?>> spezzo il silenzio ancora un po' imbarazzata, Justin mi ha lasciata completamente sola con lei. <<Ho appena finito di fare dei pizza tost, con pane, pomodoro, mozzarella e origano>> me li indica su un piatto. <<Qui invece sto cucinando le fettuccine Alfredo le amo da impazzire e qui sto facendo un pollo arrosto in friggitrice>> continua a girare la pasta. Sembra tutto così delizioso. <<Ma ovviamente se qualcosa non ti piace, possiamo fare qualcosa insieme, cosa ti piace mangiare?>> mi domanda dandomi tutta la sua attenzione, pulendosi le mani con uno straccio da cucina. <<Di tutto, non ho vizi, anzi la sua cucina mi sembra davvero deliziosa>> le sorrido appoggiandomi alla penisola. <<Grazie, sei molto gentile, ti va di pulire l'insalata?>> mi fa cenno verso il lavandino. Mi alzo le maniche e vado verso il lavandino di scatto. <<Certo, la condisco anche?>> le domando mentre faccio scorrere l'acqua. <<Si mi fai un grande favore>>. Mi sento più leggera rispetto a prima, sua madre mi ha messo a mio agio fin da subito, sembra essere una bella persona, ed è sempre sorridente. <<Come hai conosciuto Justin?>> mi domanda alle mie spalle. <<Non lo so in realtà, credo che mi abbia notata, mi ha scritto molte volte su Instagram, ma non l'avevo notato>> sorrido ricordandomi di quando poi ho visto i suoi messaggi. <<Ma dopo un paio di giorni, adesso non ricordo, ci scriviamo e lui mi invita al suo compleanno, a Marzo e da lì abbiamo iniziato a vederci>> mi giro verso di lei per vedere la sua reazione, ma la sorprendo a guardandomi sorridente. <<Quindi è già da un po' che vi conoscete, quanti sono, sei, sette mesi?>> mi domanda. <<Si credo di sì>> riprendo a pulire l'insalata. <<Si sta comportando bene?>> mi domanda ancora con tono simpatico. <<Suo figlio è davvero una bella persona signora>> mi giro verso di lei di nuovo per farle sentire tutta la mia sincerità e le mie sottintese congratulazioni. Non voglio pensare alle cose brutte successe, perché so che Justin non è quello, so che quello non era il Justin che avevo conosciuto, e sto anche cercando di cancellare completamente quel piccolo periodo buio. <<Sono orgogliosa di lui, sai? È stato ed è la mia salvezza, è davvero una bella persona>> mi sorride sinceramente. <<È anche grazie a lei se è ha questo bel carattere, non crede?>> sposto l'insalata in una ciotola condendola con olio, sale e limone. <<Grazie, e grazie anche per stargli accanto sempre>> si avvicina poggiandosi la mano sul petto. Le sorrido annuendo. <<Perché so che hai avuto anche tanta pazienza, so benissimo quanto Justin possa essere complicato>>. <<Non so come tu abbia fatto, ma tanto di cappello>> ridacchia ritornando a riempire questa volta i piatti.

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