Il sangue dell'anima.
Quando la tua anima sanguina, piangi.STORMY
«Liv, è un casino ora» mormorai al telefono, mangiucchiandomi le unghie. «Margaret ed Ezra sono nell'ufficio della preside da almeno venti minuti.»
Se prima avevo detto che non volevo farli preoccupare, ero pronta a rimangiarmi tutto. Era una cazzata, quella che avevo fatto, anche perché nell'ufficio vi erano anche i genitori di Celia. Li avevo visti: erano rossi di rabbia.
Mi avevano guardata come se fossi un mostro, anzi, non avevo mai negato di esserlo. Ma ero più preoccupata per la delusione di Margaret ed Ezra che per le mie conseguenze.
«Ascolta, ora quello che è fatto è fatto. La preside e i docenti erano consapevoli che tu hai "problemi" con la gestione della rabbia, anche perché i tuoi genitori hanno consegnato il modulo. Dovevano tenerlo in considerazione, punto. È stata colpa di Celia perché lei, pur sapendolo, ti ha provocata lo stesso.»
Non aveva torto, ma non pensavo fosse solo colpa di Celia.
«L'ho quasi uccisa, Liv.»
Le immagini di Celia con il volto rosso e i lividi sul collo si scagliarono nella mia testa come un lampo.
Rabbrividii di conseguenza.
«Sono un mostro, cazzo» sbottai, passandomi una mano fra i capelli e tirandomeli. «Sono in un mare di guai, me lo sento.»
«Stormy...» il suo tono si addolcì. Volevo che fosse qua, con me. «Sono certa che Margaret ed Ezra capiranno, magari non appieno, ma cercheranno di farlo.»
«Lo spero» sussurrai, la mano iniziò a tremarmi e la nascosi nella tasca.
Prima che potessi continuare, la porta si aprì e ne uscirono cinque figure.
«Ora devo andare, sono usciti. Grazie Liv.»
«Di nulla, fammi sapere dopo. Ti voglio bene» e misi giù, lasciando un sospiro.
La prima cosa che notai furono i genitori di Celia, i quali mi lanciarono occhiate furenti. Se ne andarono in infermeria per raggiungere la figlia. Dopo i miei occhi si posarono sui miei genitori adottivi e li vidi con delle espressioni mortificate.
Quello fu il colpo più letale.
Li avevo delusi, ma chi non l'avrebbe fatto dopo un gesto del genere?
Mi morsi l'interno guancia e mi avvicinai con le mani strette in due pugni, le unghie conficcate nei palmi.
«Signorina Blackwell.»
«Preside Morris» mormorai alzando la testa e fissandola negli occhi azzurri.
«È stato un piacere signori, pensate a ciò che vi ho detto allora. Arrivederci.»
Diedi le spalle a Margaret e ad Ezra e mi avviai verso l'uscita della scuola, sapevo che avremmo affrontato tutto in macchina. Ero pronta ad assumermi le conseguenze, ma una parte di me sperava che fossero stati comprensivi. Non avevano sentito la mia versione, ma solo quella della preside, o peggio di Celia.
«Io...»
«Non ora, Stormy.»
Guardai Ezra con la bocca schiusa, mentre ingranava la marcia.
«Posso spiegare, vi prego» supplicai, ma non risposero. «Celia mi ha dato della pazza e che capisce perché mia madre mi ha abbandonata-»
«Basta, Stormy!»
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STORMY - Al di là del mare
ChickLitA solo pochi mesi di vita, Stormy Blackwell viene abbandonata dai suoi genitori nel bel mezzo di una tempesta, rischiando la vita. Crescendo, a soli quattordici anni, Stormy tenta di porre fine alla sua esistenza, ma una notte viene salvata da un ra...