Mentalmente o emozionalmente distante;
distratto.STORMY
Il fatto che io avessi deciso di ignorare il più possibile Ares Kingston, aveva assolutamente a che vedere con il fatto che ieri mi avesse trattato di merda.
Ero andata nel suo locale per ringraziarlo, a modo mio, delle caramelle che mi aveva regalato e lui non mi aveva minimante considerata. O almeno, non voleva nemmeno vedermi. "Ordini qualcosa o te ne vai", avrei voluto tirargli un pugno sul naso.
Purtroppo per me, sapevo che non potevo ignorarlo per sempre. Difatti, stavo cercando di parlare il meno possibile mentre lui se ne stava di fianco a me a parlare di...di cosa stava parlando?
«Mi stai ascoltando?»
Riemersi in superficie e mi ricordai dove mi trovavo: in biblioteca, seduta, con un libro sul tavolo.
«Eh?»
«Okay, cosa c'è che non va? È da tutto il giorno che mi eviti e che ti perdi tra chissà quali pensieri.»
Di certo non avrei detto a lui ciò che mi stava passando per la testa.
Cercai di rimanere il più fredda possibile e di distaccarmi emotivamente da lui.
«Non ho nulla, continuiamo.»
«Come possiamo continuare se non mi stai nemmeno ascoltando.»
Non lo guardai negli occhi per paura che potesse capire il vero motivo per cui lo ignoravo: ossia che mi aveva ferita. E sapevo che non aveva senso, alla fine io e lui non ci conoscevamo nemmeno...eppure era come se una parte di me lo conoscesse. Non sapevo come descrivere la sensazione, d'altra parte Ares non l'avevo mai visto.
«Ti sto ascoltando invece, continuiamo a fare fisica.»
«Stormy», il tono fu così serio e autoritario che lo guardai. Lo sguardo cupo. «Stiamo facendo storia.»
Strinsi i pugni e li nascosi sotto le cosce.
«E non stai prendendo un minimo di appunti. Come pensi di recuperare i voti che hai se non ti impegni?»
Una profonda umiliazione mi entrò dentro lo stomaco, strisciando e arrivando fino al cuore. Me lo strinse e abbassai la testa.
Perché mi stavo lasciando coinvolgere da emozioni irrilevanti? Dovevo estraniarle perché io non volevo più soffrire, non volevo più sentirmi umiliata e dolorante.
Vedendo che non rispondevo, Ares mi afferrò il mento e mi diede una impercettibile carezza con il pollice, riempiendomi la pelle di brividi.
«È per ieri, vero?»
«Cosa? No, no...tu stavi lavorando ed io sono stata stupida e avventata.»
Lo vidi accennare un piccolissimo sorriso, prima di ritornare serio e indossare la sua maschera di ghiaccio. Il tono, però, lo mantenne dolce e profondo.
«Per me, ieri, è stata una giornata pesante, se ti ha dato fastidio ciò che ti ho detto...mi dispiace.»
Mi venne da sorridere e spostai subito il viso, perché il suo tocco era troppo rovente per me.
«Ares Kingston che si sta scusando? Quando mi capiterà di nuovo una scena simile?»
«Mai, tigre, mai.»
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STORMY - Al di là del mare
ChickLitA solo pochi mesi di vita, Stormy Blackwell viene abbandonata dai suoi genitori nel bel mezzo di una tempesta, rischiando la vita. Crescendo, a soli quattordici anni, Stormy tenta di porre fine alla sua esistenza, ma una notte viene salvata da un ra...