Un'amante della pioggia, qualcuno che trova gioia e tranquillità durante i giorni di pioggia.STORMY
Venti minuti.
Passarono esattamente venti minuti e Ares, come detto, mi venne a prendere con la sua macchina nera.
Mi staccai dal muro e barcollai per raggiungerlo, ma il moro venne da me e mi prese da sotto le ascelle nel momento in cui caddi su di lui.
Il suo profumo mi investì e non volli più staccarmi da lui. Era così buono...
«Stavi lavorando» mugugnai contro il suo collo.
Mi trasmise il suo calore e quella sensazione sapeva di una sensazione mai provata.
«Mi costerà caro. Ora un mio collega ha preso anche il mio turno, sfortunatamente è il giorno libero di Josh.»
«Faccio solo casini, mi dispiace» mormorai, mostrando la parte più vulnerabile di me stessa.
Mi toccò i capelli bianchi tinti in una dolce carezza, poi mi attirò contro di sé. Non volevo più staccarmi, difatti rimanemmo così per diversi minuti.
«Hai un buon profumo» inspirai a pieni polmoni e mi strinse di più a sé, come se volesse restare così ancora per un po'.
«Coraggio, sali in macchina.»
Mi aiutò a mettermi sul sedile, mi allacciò la cintura e mi porse una bottiglia d'acqua che aveva portato con sé. Me la aprì e mi fece bere qualche sorso.
Quando partimmo, chiusi gli occhi e diedi voce ai miei pensieri.
«Sono un fallimento.»
Ares sbuffò e lo guardai, vedendo la sua mascella contratta.
«Non sei un fallimento, Stormy. Sei solamente indietro con il programma, riusciremo a superare questo scoglio.»
Mi venne spontaneo sorridere come una stupida.
«Mi piace quando parli al plurale.»Scosse la testa disperato dalla mia parlantina ubriaca. Domani mi sarei sotterrata, poco ma sicuro.
«Come farò a dirlo ad Ezra e a Margaret? Dio...continuo a deluderli. Sono orribile. Dovevo proprio morire, porto solo guai.»
Davanti al semaforo rosso, Ares mi prese il viso fra le mani. I suoi occhi blu si incendiarono di rabbia e mandai giù un groppo pesante.
«Come cazzo ti salta in mente una cosa simile? Porca puttana non dirlo mai più, capito?»
«Tanto non ti importa niente di me, che differenza farebbe?» mormorai, ma lui non rispose.
«I tuoi capiranno, lo sanno che stai lavorando duramente. Se è necessario posso parlare io con loro.»
Lo guardai con una scintilla negli occhi e Ares ripartì, non guardandomi nemmeno per sbaglio.
«Lo faresti?»
Annuì.
Cademmo nel silenzio più totale, io chiusi gli occhi, bevvi, sentii lo stomaco contorcersi e riaprii gli occhi. Mi misi seduta meglio e poi lo sentii imprecare.
«Perché in un modo o nell'altro mi riporti sempre da te, nonostante ti abbia detto che non ti voglio più vedere?»
Non riuscii a rispondere subito, i miei occhi si annebbiarono e sentii il cuore farsi più pesante. Ares svoltò a destra e da lontano vidi il suo condominio.
«Non lo so, ma sono abituata alla gente che non mi vuole.»
Un buco mi perforò il cuore, lo stomaco e strinsi la bottiglia di plastica fra le mani. Tirai su con il naso, ero solo raffreddata giuro.
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STORMY - Al di là del mare
ChickLitA solo pochi mesi di vita, Stormy Blackwell viene abbandonata dai suoi genitori nel bel mezzo di una tempesta, rischiando la vita. Crescendo, a soli quattordici anni, Stormy tenta di porre fine alla sua esistenza, ma una notte viene salvata da un ra...