Paura dell'imperfezioneSTORMY
Ero sempre stata ordinata e precisa, in tutto ciò che facevo.
Dovevo dosare la pappa al mio gatto? Non aggiungevo nemmeno un grammo in più o in meno.
Riordinare la camera? Nemmeno un vestito o una matita fuori posto.
Dovevo essere precisa in tutto.
Per questo motivo, quando mi ritrovai a disegnare un volto, purtroppo, a me conosciuto, continuai a cancellare quelle linee di troppo che rendevano il suo viso da perfetto a imperfetto.
Disegnare mi calmava. Me l'aveva detto pure la mia psicologa che poteva aiutarmi a sfogare tutti i miei pensieri negativi neri su un foglio bianco.
Non avevo idea del motivo per cui stavo disegnando il volto di Ares su un foglio, sapevo solo che stava diventando davvero impossibile riuscire a copiarlo perfettamente. Non gli dava giustizia questo disegno...mi innervosii e lo buttai per terra.
Il foglio cadde ai miei piedi e scossi la testa, poi tornai a guardare i miei compagni di classe che giocavano a pallavolo con la classe del diretto interessato.
Buttai il quaderno nel mio zaino e guardai il mio cellulare, passando il tempo sui vari social e facendomi gli affari degli altri, mentre i Nirvana mi riempivano le orecchie.
Inevitabilmente, quando li ascoltato ripensavo a quel bambino che mi aveva salvato la vita.
Chissà se anche lui mi pensava, a volte...
Chissà se si chiedeva cosa stessi facendo in questo istante...Un sorriso amaro si dipinse sulle mie labbra.
Potevo continuare a sognare, ma era inevitabile che quel ragazzo non si ricordasse di una bambina che stava cercando uccidersi nel mare nel bel mezzo di una tempesta.
Presi un altro foglio e la mia mano si mosse da sola, tracciando varie linee e cercando di creare il volto del bambino. La mia mente era offuscata, motivo per cui non ricordavo il suo volto e non riuscii a disegnarlo. Ricordai, però, i suoi capelli scuri e corti, gli occhi scuri.
Il resto era solo nebbia.
«Che stai facendo?»
Alzai la testa e vidi Ares sedersi di fianco a me, aveva in mano una bottiglietta d'acqua ed era...sudato.
«Sei tutto sudato» constatai schifata, al che lui alzò gli occhi al cielo.
«Grazie genio, sai...io ho giocato al posto tuo.»
Colsi la sua frecciatina e alzai lo sguardo verso di lui, i miei occhi si fusero nei suoi e strinsi le labbra in una linea sottile.
«Sto disegnando, comunque.»
«Lo vedo...chi è?» domandò curioso, indicando il bambino senza volto.
Abbassai totalmente le cuffie e vidi il suo sguardo incupirsi davanti a quel disegno. Non diedi peso alla cosa, piuttosto abbassai gli occhi e corrucciai le sopracciglia nel vedere che non c'era più il mio foglio stropicciato, il quale era a terra poco prima.
Rabbrividii, chi poteva averlo preso?
Puntai lo sguardo su Ares.
«L'hai preso tu?», non rispose alla mia domanda.
Fece una faccia confusa.
«Che cosa?»Okay...direi di no.
Cavolo se qualcuno dovesse vedere che lo stavo ritraendo...merda. Sarebbe stato imbarazzante, soprattutto se qualcuno di nome Celia l'aveva preso.
Guardai il campo da pallavolo, ma notai che lei stava giocando. Qualcuno aveva preso per forza il mio dannato disegno. E ormai l'avevo perso.
«Quindi, oggi che materia facciamo?»
Tornai in superficie e le mie iridi incontrarono quelle di Ares, il quale si sedette di fianco a me. Il suo buon odore di colonia mi fece inspirare beatamente.
«La materia: "Puzzi, vai a lavarti"» mentii, chiudendo il mio blocco di disegno e posandolo alla mia destra, sul posto libero. Profumava di buono, in verità.
«Ah sì?» ghignò e in un batter d'occhio mi strofinò la sua maglietta sudata addosso.
«Ares! Che schifo!» sbraitai, cercando di togliermelo di dosso. «Levati.»
Il moro scosse la testa e la mia pelle si incendiò non appena gli afferrai il bicipite, tenendolo fermo, e allontanandomi con il corpo.
Non mi resi conto di stargli stringendo il bicipite, fino a quando una folata bollente mi investì.
«Ti piace quello che stai toccando?»
Quasi come se mi fossi scottata, staccai la presa e sentii le dita delle mani formicolare.
«Stai zitto, non ti eccitare per così poco.»
Si morse le labbra per trattenere una risata. Si mise a giocare con gli anelli e il suo sguardo rimase fisso, quasi perso.
«Ah, cazzo...mi sono dimenticato che oggi non ci sono per le ripetizioni.»
Sussultai e aggrottai le sopracciglia, poi lo guardai meglio e vidi le sue iridi nelle mie.
«Perché?»
«La babysitter di mio fratello è in malattia, la mia vicina ha un impegno e non voglio che rimanga da solo» mi spiegò con un calore negli occhi che non gli avevo mai visto.
Mi piaceva quella luce che assumevano, sembravano più blu.
«Possiamo farle da te, le ripetizioni» azzardai, inserendo il blocco di disegno nello zaino, seguito dall'astuccio. «I bambini non mi spaventano, credo.»
Però erano maledettamente sinceri.
Ares rimase immobile davanti a quella richiesta ed io provai a non abbassare lo sguardo. Stava decidendo, lo vedevo da come la sua fronte si era aggrottata e la sua bocca arricciata.
«Stai davvero cercando di venire a casa mia? Non ti facevo così diretta, Stormy.»
Sentii le punte delle orecchie bruciarmi.
«Idiota, mi servono le ripetizioni altrimenti io non studio niente» borbottai, afferrando il mio zaino.
«Sto scherzando, non te la prendere» mi afferrò il braccio e mi rimise seduta. Lo fulminai con lo sguardo. «Va bene, facciamo a casa mia nel tardo pomeriggio.»
Annuii e in pochi secondi mi mise in mano il suo telefono. Notai che sulla schermata c'erano dei numeri.
Ora sì, che potevo prenderlo in giro.
«Mi stai chiedendo il numero? Premuroso da parte tua, non pensavo potessi piacerti.»
Alzò l'angolo delle labbra e scosse la testa, passandosi una mano fra i capelli.
«Colpo basso, mi serve per mandarti la via e l'orario quando ne sono più sicuro.»
Mi venne da ridere, ma mi trattenni mentre inserivo il mio numero sul suo cellulare. Glielo passai e mi alzai dalla tribuna.
«Ci vediamo dopo, allora» mormorai prima di andare, o meglio, scappare da lui e rifugiarmi nello spogliatoio.
Sarei andata a casa di Ares e già mi sentivo come se mi tremassero le gambe senza alcun motivo.
Autrice💚:
E chissà come si comporterà Ares quando
Stormy sarà a casa sua...😁Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto (anche se un po' corto) e scusate gli eventuali errori grammaticali/ripetizioni.
Ho corretto il capitolo al volo🥲🥲Alla prossima!
Un bacio
-B💚
STAI LEGGENDO
STORMY - Al di là del mare
ChickLitA solo pochi mesi di vita, Stormy Blackwell viene abbandonata dai suoi genitori nel bel mezzo di una tempesta, rischiando la vita. Crescendo, a soli quattordici anni, Stormy tenta di porre fine alla sua esistenza, ma una notte viene salvata da un ra...