Paura del fallimentoSTORMY
L'unica cosa a cui pensai fu che ero nella merda.
«Merda, merda, merda! Che cazzo ci fa qua Ares Kingston?» urlai, cercando di sovrastare le voci che tifavano proprio quest'ultimo.
Appena mi aveva visto sembrava volesse uccidermi e nascondere il mio cadavere in un posto molto lontano, ma poi è dovuto entrare in quella macchina e avevo tremato di paura perché non volevo che ne uscisse distrutto.
«È quello che stavo cercando di dirti, Stormy! Ho chiesto chi fosse il più forte e il tizio mi ha detto che era Ares!»
Cazzo.
«Dimmi che non hai puntato su di lui, Liv» la guardai e lei boccheggiò.
«Certo che l'ho fatto!»
«Merda!»
Jennifer sembrava divertita dalla nostra discussione, difatti cercò di placare le acque appoggiando le sue mani sulle nostre spalle.
«State tranquille, Ares è esperto. Vince sempre lui.»
È un...esperto?
Doveva essere pazzo.«Un momento, era lui l'amico a cui dovevi assistere?»
«Esatto, ma stai tranquilla, non si farà male.»
Quasi risi istericamente.
«No infatti, sarò io quella a cui verrà fatto del male se non lascerò questo posto» scossi la testa, guardando poi il teleschermo.
Ares era in testa e tutti lo stavano acclamando.
Doveva essere pazzo, come poteva fare queste corse quando poteva giocarsi la vita? E Percy? Non ci pensava a lui? Che cazzo di egoista. Io non avevo i miei veri genitori e non potevo permettere che Percy perdesse Ares, la sua unica famiglia.
«Okay, allora...Jennifer, appena Ares finisce la gara devi andare a distrarlo, Liv ritiri la tua scommessa e poi ce la filiamo, va bene?»
«Ci proverò, ma ormai Ares ti ha vista, quindi...» iniziò la rossa.
«Ti prego, oggi non è proprio giornata. Non sopporterei un altro litigio.»
Liv mi guardò ed io capii che avrei dovuto dirle di Celia. Le feci cenno di sì e mi strinse la mano.
«Okay, ma non ti assicuro nulla» guardò la pista. «Ora andate, la gara è appena finita e Ares ha vinto.»
Jennifer andò da lui e noi corremmo al banco, dando spintoni alla gente e ricevendo insulti. Quando due minuti dopo riuscimmo a prendere quella maledetta busta, corremmo via.
Avevo il cuore a mille e il fiatone. Odiavo correre, ma ora come ora era davvero necessario.
«È là!» urlò Liv, indicando la macchina.
Dio, grazie.
Appena la raggiungemmo, la mia amica entrò subito in macchina ed io feci per farlo, ma fu solo quando una mano mi fermò il braccio che capii di essere spacciata. Mi voltò con forza e andai a sbattere contro il suo petto.
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STORMY - Al di là del mare
ChickLitA solo pochi mesi di vita, Stormy Blackwell viene abbandonata dai suoi genitori nel bel mezzo di una tempesta, rischiando la vita. Crescendo, a soli quattordici anni, Stormy tenta di porre fine alla sua esistenza, ma una notte viene salvata da un ra...