26 capitolo.

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Juliette's pov.

Era un mese ormai che abitavo con mia madre mio fratello e Den. Ed ero felice davvero, davvero come non lo ero mai stata.

Non ero ancora tornata a scuola, facevo lezione a casa da sola.
M: Julie? Sei pronta?
J:Arrivo.
M'infilai la maglietta nera dei green day, presi la stampella e provai a scendere le scale.

M: no aspetta ti aiuto io.
Corse su per le scale e mi tenne per il braccio ingessato, per scenderà le scale.

Andammo in ospedale per togliere il gesso dal braccio.
Tolto finalmente sto gesso potevo muovere il braccio ma faceva oncora un po' male. Ora mi avevano dato 2 stampelle e lasedia a rotelle non mi serviva più.

M: vuoi andare a trovare James?
Era da qualche settimana che non lo vedevo per un motivo o per l'altro.
J: si. Ma adesso non è a lavoro?
M: allora noi andremo a lavoro.
Mi sorrise distogliendo lo sguardo dalla strada per un attimo, per poi rimetterlo subito.

Arrivmmo alla banca e una donna all'entrata ci disse di andare al 3° piano.
Prendemmo l'ascensore arrivate al piano c'era un' altra segretaria.
M: buingiorno, sa dirmi qual'è l'ufficio di James Collins?
X: secondo ufficio a destra, adesso dovrebbe essere in pausa.
M: ok grazie.
X: si figuri.

Bussammo al suo ufficio.
J: avanti.
Da fuori si sentirono delle risate.
Entrammo e vidi James seduto s'una sedia di pelle e di fronte di uomini sempre in giacca e cravatta che mangiavono take away.
J: ciao!
Disse alzandosi.
M: ciao. Magari vado fuori.
Disse non appena sentì squillare il telefono, sorrise ed uscì.
J: ciao.
Mi venne incontro e mi abbracciò leggermente.
J: hai tolto il gesso?
J: un'oretta fa.
J: come va?
J: sto bene.
J: si vede.
Mi sorrise dolcemente.
X: hey non ce la presenti?
Disse uno degli uomini seduto alla scrivania.
J: è minorenne.
L'altro uomo affianco si mise a ridere.
X: ah! Va be non posso sapere il nome di questa bella ragazzina?
J: Juliette.
Dissi.
X: visto James! Ha un bellissimo nome.
J: vuoi deserti?
J: mmh
J: dai vieni siediti.
Disse avvicinandosi la sedia di pelle.
J: grazie come sta Melody?
J: sta bene sommersa dai preparativi.
Gli sorrisi, ero felice che si sposassero.

M: scusate ragazzi... Juliette dovremmo andare.
J: si... Ciao.
Mi abbracciò.
J: vienimi a trovare più spesso ok?
Mi sossurrò all'orecchio.
J: ok.
Dopo aver salutato tutti. Mi portò dalla psicologa.
Che mi disse che dovevo tornare a scuola e socializzare, quindi andare in mensa magari parlare col vicino di banco. A sentirla faceva ridere.

Così la settima dopo tornai a scuola. Non poter USA ne le gambe ne le braccia, che ci tenevo le stampelle, era difficile e così c'era Simone che mi seguiva.
S: che libri ti servono?
Disse con la faccia dentro l'armadietto.
J: Tutti così non torniamo a prenderli.
S:tutti?
J: beh solo quelli di oggi.
Inglese,mate, psico e basta.
S: ok.
Prese i libri e li mise nel mio zaino e se lo mise sulle spalle, mentre nell'altra il suo.
Mi accompagnò in classe e mi sedetti al fondo, posai lo zaino sul banco e Simone mi prese una sedia che era in più e la mise davanti per appoggiare le gambe. Nel frattempo entrarono un po tutti, di seguito la prof.
S: Julie ci vediamo in mensa?
J: si si.
PR: Tu non fai parte di questa classe. Come ti chiami? Che corso dovresti frequentare adesso? Perche sei qui?
Da qui si può capire perché la chiamiamo tutti MSS ask.
S: non posso risponderle mi fa arrivare in ritarda prof.
PR: allora corri muoviti!
Guardò un attimo Sam sorridendole poi uscì.

Ok dovevo socializzare col mio vicino di banco. Mi è sempre stato simpatico casper è un fantasma wow.
Lasciamo perdere.

Dopo due ore d'inglese uscì per ultima andando verso la mensa.

Feci la coda per prendere un tramezzino e davanti avevo Luke e dietro Cat con Sam.
C: hey!
Presi il panino cercando di tenere le stampelle e lo incastrati in una mano, pagai e mi girai.
C: mi ignori, bella mossa te l'ha consigliata lo psichiatra?
S: lasciala stare è indifesa non c'è gusto.
Lei non parlò più finché non finí la fila, si avvicinò a me.
C: la prossima volta se ti devi suicidare fallo bene. Perché se non fai bene neanche quello fai proprio pena.

A volte penso che sarebbe stato meglio se non mi fossi risvegliata e ora è uno di qui momenti.
J: almeno non avrei sentito più la...
L: Cat non ti vergogni?
C: per cosa scusa? Al massimo e lei che si deve vergognare ce se non sai neanche suicidarti per bene sei proprio fallita al massimo.
L: a volte dovresti imparare chiudere quella bocca. Spero non troverai mai nessuno che reagisca alle tue cazzate.
C: Luke. Cos'è ti fa pena? Anche a te Sam? Vi fa pena?
Ricordatevi che rotta o no è sempre la stessa troia depressa.
Tutti ci guardavano.

S: smettila! Voi attirare l'attenzione?
C: sai ci ho messo un po' di tempo per capire, ma ira ho capito. Quella foto in camera tua di quando eri piccola la bambina che è sulle spalle di Luke e lei vero? È stato difficile riconoscerla, ma sai cosa mi da più fastidio? E che poteva essere una di noi.
S: cat smettila guardati intorno.parliamone fuori.
Si guardò intorno poi disse ok.
Uscimmo tutti fuori, in realtà io uscì per andarmene anche perché era stancante reggersi solo con le braccia.
Poi arrivò Simone.

S: hey!che mi son perso?
C: adesso taci un attimo dobbiamo finire un discorso importante.
S: cavolo come siamo acidi.
A proposito di acidi avete qualcosa da mangiare?
Gli posrsi il panino.
S: grazie.
C: cosa non hai capito della frase "devi stare zitto".
Prima che ricominciasse a parlare continuò lei.

C: Sam sai cos'ho dovuto fare per scoprire che eravate migliori amiche? Ho dovuto parlare con uno stupido secchione.
Io non c'è la facevo più a stare in piedi così mi appoggiai al muro lasciai cadere le stampelle per terra e mi addetti. Tutti si fermarono a guardarmi.
J: continuate pure.
Cat alzò gli occhi al cielo e continuò.

C: poi la cosa che mi da fastidio e che sei ipocrita mi dici a me di non insultarla poi tu che era la tua migliore amica l'hai abbandonata e anche tu Luke fai tanto il moralista poi... Sapete che è colpa vostra se lei si ritrova così se me lo aveste detto io la lasciavo in pace.
Aspetta era passata dalla mia parte così , ma che cazzo sta succedendo?
L: ha ragione Sam.
S: lo so.
S: scusate ma io perché sono qui?
C: tu non so. Sei il suo ragazzo dille qualcosa.
S: lui è suo fratello.
C: cosa?
S: non lo sapevi? Credevo sapessi tutto di tutti.

C: quindi diventerà una di noi?
J: no!
C: come no? Il tuo ragazzo, tuo fratello e la tua amica.
Disse indicandoli.
J: come lo sai?
C: non sono così stupida.
Forse e ne sono accorta tardi ma...
L: ma quando?
C: l'hanno scorso...











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