23 capitolo.

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Juliette's pov.

Mi sentivo come se fossi dentro una custodia non sentivo dolore ne contatto solo le voci era l'unica cosa che sentivo.

La donna urlava, forse sentivo i suoni amplificati non so maaa...

Passò qualche minuto tra urla dell'uomo che mi minacciava e poi suonarono alla porta.

PA: va ad aprire stupidaaa...

Ma: chi é?

Ass: sono l'assistente sociale.

PA: chi è!

Ma: oddio è l'assistente sociale!

PA: aspetta ci pensò io... Buona sera signorina.

Ass: buonasera, posso entrare ooo,... Dovrei parlare con la ragazza.

PA: non è in casa.

Ass: impossibile.

PA: possibile.

Ass: allora posso entrare vorrei parlare con voi .

PA: prego siamo qui.

Ass: vorrei entrare.

PA: è un po' in disordine.

Ass: non mi scandalizzo... Ma cos'è tutto quel sangue? Mi faccia entrare.

Non so cosa fece per entrare, ma pochi minuti dopo era li accanto a me che chiamava il 911 e i carabinieri. Mentre mi sossurrava nell'orecchio di stare tranquilla e di resistere.

Poi qualche minuto dopo sentivo un gran via vai tra agenti e infermieri. Finché non sentì più neanche quello.

James' pov.

Segr: signor James c'è una telefonata per lei.

Mi disse la segretaria entrando nella sala riunioni dove stavo tenendo una riunione sulla borsa dello stato.

Segr: mi sta dicendo che è molto importante.

J: chi è?

Segr: e dall'ospedale per una certa Juliette, ha detto che è il primo numero nelle chiamate d'emergenza.

J: scusatemi signori.

Dissi prima di uscire dalla sala riunioni.

J: pronto?

Inf: pronto? Lei è il signor James?

J: si mi dica?

Inf: la chiamo dall'ospedale Collins. La signorina Juliette è stata ricovera, ma non è molto grave.

J: ok arrivo subito.

Juliette's pov.

Piano piano aprì gli occhi, sbattendoli più volte, per via del dolore e della luce che entrava nella stanza.

Dopo qualche minuto mi abituai alla luce, ma non riuscivo lo stesso a tenerli completamente aperti.

Mi guardai intorno, non c'era nessuno in quella stanza. Ero attaccata a tubi e macchinari che misuravano le varie cose e avevo il gesso al braccio destro e una fasciatura blu alla caviglia, e qualche benda sul naso. Però anche se dolorante mi senti felice come non lo ero da tanto.

Provai a mettermi seduta sul letto.

Ed entrò James con le lacrime agli occhi che guardava in basso, e a seguirlo Sam, Luke, simone e Zac.

J: hey!!

Dissi felice. Subito mi guardarono tutti straniti e poi sorridenti.

J: come stai???

J: bene, dolorante, maaa... bene.

Intanto si erano avvicinati tutti al letto. Poi entrò una signora sulla trentina.

ASS: ciao Juliette ti sei sveglata finalmente! come ti senti?

J:bene.

ASS: bene allora...

Si avvicinò a simone e gli disse qualcosa vicino all'orecchio.
E lui annuì con la testa.
Ass: ragazzi! Potete uscire un attimo vorrei parlare sola con Juliette...
J: ok.
Tutti lo seguirono a ruota fuori dalla stanza, tranne Simone che restò lì a guardare gli altri che uscivano.

Intanto presero due sedie che misero accanto al letto.

Ass: allora cara Juliette... Emmm.... ricordi tutto quello che è successo? Prima di ritrovati qui?
J: si...
Ass: sai dirmi cos'è successo?
Guardai un attimo Simone, non capivo perché restava qui, cosa va boh.
Ass: ti disturba che ci sia anche lui?
J: no... C'è , non capisco perché.
S: aaah se volete vado.
J: no sinceramente, mi basterebbe che giusto ti allontanarsi un po'...
S: ok scusate ci lascio ai vostri discorsi.
Prede la sedia e si mette vicino alla finestra dalla quale entrava una luce che faceva risultare ancora di più il bianco della stanza.

Ass: allora cos'è successo?
J: quando sono tornata a casa, sono salita subito su, ma dopo qualche minuto lui mi raggiunse iniziò a dirmi delle cose e poi passò alle mani finché non riuscì a scappare, ma non riusci ad andare troppo oltre che mi raggiunse vicino alle scale e continuò ancora peggio di prima finché non caddi giù. Sa una cosa?
Ass: dammi del tu...
Disse sorridendomi.
J: ok, sai una cosa? Sono felice dopo tanto, sono felice per davvero.

Ass: perfetto, e forse ora lo sarai di più... Tuo padre adottivo sarà convocato in tribunale e potresti vincere la causa e non vederlo mai più.
J: davvero! Però poi dove finirei?
Non volevo tornare nella casa famiglia, c'è gente orribile la dentro, e anche per questo che non l'ho denunciato.

Ass: è per questo che qui c'è anche Simone con noi.
Il ragazzo si avvicinò di nuovo con la sedia al letto, sorridendo.

Ass: molto velocemente ti spiego.... Vedi tu sapevi che Simone è stato adottato no!?- mi limitati ad annuire con la testa poi lei continuò- mentre tu eri a Parigi abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo trovato sua madre e sua sorella gemella.
J: davvero? Sono felice per te! Maaa iooo cosa centro?
S: tu sei mi sorella.
J: no, non è possibile.
Ass: si, e sai chi è vostra madre?- la guardai un po' stranita e incredula- è la signora charter, la tua professoressa di arte.

Ero ancora più sconvolta di quanto lo ero prima.
J: mi state prendendo in giro, no perché io mi sarei appena svegliata da un incedente "casalingo"...
Ass: no, e verissimo. Sei contenta, non so, cosa ne pensi?
Ci pensai un po' su. Simone mi stava simpatico forse è stato l'unico che non mi ha giudicato, e forse è grazie a lui che c'è stato questo cambiamento positivo nella mia vita, Luke e Sam hanno ricominciato a parlarmi, anche se di nascosto, e la prof in fondo e quella che ha creduto in me e neanche lei mi ha giudicata e difesa sempre.
Però non posso fare a meno di chiedermi se lei lo aveva sempre saputo, e perché ci ha abbandonati. Però si credo di esserne felice.
J:penso cheee non me lo aspettavo davvero. Ed è una fortuna che mi stia simpatico.
Risero leggermente entrarmi, io mi limitai a sorridere.

Ass: Comunque ti prometto che non li rivedrai più dopo il tribunale dei minori.
Adesso riposati.

Da una leggera pacca sulla spalla di Simone e dopo avermi sorriso escono dalla stanza.

Chiusi gli occhi e mi riaddormentai.

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