14 capitolo.

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Salì in camera a sistemare le mie cose e i regali.

Poi mi buttai sul letto a peso morto. Molte volte ho desiderato di morire, ma ogni volta non lo fatto. Non so cosa mi trattenga ancora nella sofferenza, nella tristezza. Per me e come cadere giorno dopo giorno in un pozzo senza fondo e piano piano affogare nelle proprie lacrime.

Forse a tratte ermi erano proprio le uniche persone che mi stavano veramente accanto anche se soffrivo.

Guardai il cellulare 2 messaggi e 1 chiamata persa.

Wow! Oggi abbiamo battuto il record.

Erano 1 chiamata e 1 messaggio da parte di Zac e il messaggio da parte di Tommy.

Lessi prima quello di Tommy che mi chiedeva come stavo.

Io li risposi semplicemente bene con una faccina sorridente.

Poi guardai il messaggio di Zac che mi chiedeva di uscire... Aspetta! Uscire?

Ma nello stesso momento  in cui mi ponevo queste domande mi chiamò.

J: pronto?

Z: Juliette! Com'è?

J: bene.

Z: allora usciamo?

J: no non posso.

.....

Z: dai perfavore!

J: per andare dove?

Z: dove vuoi.

J: quindi non avresti un programma?

Z: no si che c'è lo. Possiamo andare in un bar e poi vieni alla pista a vedere i miei allenamenti, poi ti insegno.

J: bel programma, ma non posso, sono con una mia amica.

....

Z: viene anche lei!

J: si ma...

Z: daiii se vuoi andiamo da Tommy.

J: ma non...

Z: sono in ginocchi nel mezzo di central park.

J: Central park davvero!?

Z: è metaforico! Central park e romantico.

J: ok va bene.

Z: davvero?!

J: mi vuoi far cambiare idea?

Z: no figurati, ci troviamo da Tommy? Io sono già li che ti aspetto

J:che vi aspetto.

Z: si si. Allora ci vediamo li.

J: si ok. Ma tra un'ora torno a casa devo studiare. Ok ciao!

Z: ciao.

..................

Mezz'ora dopo circa arrivammo al locale di Tommy.

Entrate nel locale Tommy e Zac ci vennero in contro si presentarono a Melody e poi mi abbracciarono. Quanto mi danno fastidio gli abbracci, più che altro non sono abituata.

J: porti gli occhiali!?

Z: si, dovrei portarli più spesso, ma non li sopporto.

J: ti stanno bene.

Dissi andando a sedermi su uno degli sgabelli neri vicino al bancone.

M: si ti stanno bene.

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