Capitolo 8

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Le scale non erano mai state fatte con così tanto entusiasmo, mentre le saliva diretto verso la sua cameretta.

Aveva in mano due muffin preparati dalla sorella, con cioccolato e mirtillo, e il sorriso aperto a decorargli il viso.

A tredici anni non si è grandi, ma lo si è per riuscire a comprendere l'importanza delle persone, e per lui, quello strano essere fantastico di nome Izuku era molto importante.

Un appuntamento annuale che riusciva a scaldargli il cuore, il solo pensiero di rischiare di non vederlo lo abbatteva, ma sapeva che quella promessa l'avrebbe mantenuta.

Un patto di amicizia, no?
Quei patti indissolubili che non possono essere spezzati, nemmeno da forze maggiori!

Loro si sarebbero sempre visti!

Entrò in camera, con rapidità e richiuse la porta, guardandosi attorno velocemente nell'oscurità, non avendo acceso la luce.

Le lampadine esterne colorate davano un effetto così delicato a quella notte, colorando quella cameretta di luci rosse, verdi e gialle, ad intermittenza.

Scorse con lo sguardo, osservando poi la splendida rosa blu che troneggiava sul davanzale della finestra, quasi immersa ad osservare la luna, grande e luminosa.

"Izu-AH!".

Non ebbe il tempo di dire altro, che un uragano verde lo travolse, crollando sul letto ed iniziando a ridere, trovandosi avvinghiato, come se fosse un koala, un dolce Izuku.

Quell'aroma alla cioccolata lo inebriò, come se un cioccolatino fosse pronto ad essere morso, gustato ed assaporato fino all'ultimo boccone.

"Tou! Come stai?! Sei felice! Che meraviglia! - Il viso lentigginoso dell'elfo si sollevò, sorridendo apertamente e mostrando le sue guance rosse - Ed anche i tuoi fratelli lo sono, e quindi è tutto ancora più bello!".

"Ehi, Zuzu... - Touya non ricambiò la stretta, avendo quei due muffin saldamente trattenuti tra le dita - Hai fame?".

"Oh, sì! Io ho sempre fame! Mi mangerei addirittura un... Un elefante! No, ma gli elefanti non si mangiano, allora... Allora un cioccolatino grande quanto un elefante!".

I due zaffiri lo osservarono, ammorbidendo il volto, per poi poggiargli il muffin sulle labbra e ottenendo un lamento trattenuto.

"Ora taci, e mangia".

E quasi un freddo improvviso si impossessò del suo petto, quando il verdino si sollevò per iniziare a mangiare, gustandosi il muffin preparato da Fuyumi.

Le guanciotte si gonfiavano, e gli occhi erano luminosi e limpidi, puri, di una bellezza disarmante.

Era incredibile... Incredibile quanto la vita potesse donare tali possibilità, e forse Touya era stato avido ed egoista, ma adorava potersi godere una serata durante tutto l'anno... E quanto avrebbe dato per poter proseguire così per sempre.

"Ti piace?".

"Oh, sì! È bravissima la dolce Fuyumi! E sai, non vorrei dirtelo... Ma anche il piccolo Shouto ha aiutato nel farli! - Gongolò Izuku, buttando giù l'ultimo boccone - Gli vuoi bene?".

"Certo, è la mia sorellina-".

"No, a Shouto. Gli vuoi bene, vero?".

"Ah... - Sospirò, stendendosi nuovamente sulla schiena, osservando il soffitto - Non lo so... È... È buffo. Fa delle facce davvero divertenti, ma poi... Poi arriva mio padre e lo mette sul piedistallo. Non lo fa mai giocare con noi, come se noi potessimo... Infettarlo".

"Allora anche tu usi parole strane!". Izuku rise, incrociando le gambe e poggiando i gomiti sulle ginocchia, con il viso perfettamente combaciante con i palmi ad accoglierlo.

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