Capitolo 27

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Babbo Natale era una sorta di figura divina per i bambini, ed anche per gli adulti!
Rimanevano in pochi coloro che riuscivano a trasportare nel tempo e nella crescita la voglia e la gioia di festeggiare il Natale.

Ma comunque, quelle rare persone esistevano in ogni caso.

L'immagine di Babbo Natale era diventata classica: barba bianca, pancione pieno e un bel completo rosso con un cinturone attorno alla vita, e non dimentichiamoci dei grandi stivaloni neri!

Ma non dimentichiamoci che Babbo Natale.. non è mai stato avvistato da alcun occhio umano.

Il piccolo Izuku si era ritrovato a pensare quello, mentre osservava le spalle appena incurvate dell'uomo, mentre era avvolto da una vestaglia da casa, e sotto indossava dei semplici pantaloncini ed una canotta bianca.

Quello era proprio Babbo Natale! E chiunque lo avesse visto avrebbe pensato sicuramente ad un ubriacone sciatto, ma la notte di Natale era finita e lui era decisamente in ferie.

Con il passare dell'anno aveva la capacità di assorbire tutti i sogni e i desideri, la gioia e la speranza, tutte le risate dei bambini, e mettendo insieme tutto riusciva a creare la sua magia.

Ma non un pupazzo grasso con la risata ripetitiva "oh, oh, oh!", assolutamente!

Diventava il vero simbolo del Natale, la forza e l'allegria, con quel grande sorriso ad illuminare e beh... Muscoli a non finire.

Capelli bianchi? Barba folta? No.. assolutamente.
Biondo, e occhi azzurri! Una sorta di surfista australiano, che durante l'anno sembrava diventare quasi un... Fallito.

"Vieni con me, giovane Elfo!". I due occhietti incavati si chiusero gioiosamente, mentre fece passare il verdino dal grande portone in legno rilegato che permetteva l'ingresso nel suo ufficio.

"Ho... Mh... Fatto qualcosa...?".

"Beh... - Un sospiro lasciò le labbra dell'uomo, che richiuse la porta alle sue spalle - Sì. Hai trovato la tua ragione...".

Le sopracciglia di Izuku si aggrottarono, estremamente confuso da quelle parole.
Era a dir poco emozionato, non gli era mai capitato di rimanere in solitudine assieme a Babbo Natale, il... Grande capo, sì.

In genere erano sempre presenti tutti gli Elfi assieme a lui, anche solamente per le loro merende. Lui era presente, e li coccolava con quelle sue parole dolci e quei modi garbati, ma comunque decisi.

Doveva in ogni caso badare ad un branco di piccoli esserini che fabbricavano oggetti e giocattoli alla velocità della luce!

"Che cosa significa...?". Uscì come un sussurro, non volendo finire nuovamente nei guai... Ma era inevitabile.
Aveva disobbedito... Di nuovo. Aveva passato l'intera notte di Natale sulla terra, in quella stanza... Tra le braccia del ragazzino del quale era innamorato.

Si meritava l'abolizione totale della sua magia, era fuggito la notte più importante dell'anno!
Era scappato dai suoi doveri, doveri che si susseguivano durante tutto l'intero anno fino all'arrivo del 25 Dicembre... E lui si era andato a rintanare in un altro posto!

"M-Mi dispiace... I-Io... Non lo f-farò più... Lo giuro!".

I due occhi azzurri si socchiusero, mentre con i gesti lasciò accomodare l'elfo che titubante si sedette su di una poltrona morbida di fronte al camino scoppiettante e caldo, e di fianco a lui si sedette anche il caro Babbo Natale, che con uno schiocco di dita fece apparire di fronte a loro due grandi tazze di cioccolata calda fumante.

"Bevi, ti sentirai meglio... - Soffiò piano sulla superficie bollente, mantenendo lo sguardo sul verdino - Non mi aspettavo una tua totale assenza durante il Natale... Beh, hai lavorato tanto duramente, soprattutto quest'anno... È come se avessi buttato in fumo ogni tuo sforzo!".

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