Capitolo 18

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La vita di Touya era decisamente da eremita, in casa sua.
Non aveva più rivolto parola al sui fratellino Natsuo, se non uno "Spostati" di tanto in tanto e qualche spallata.

Il suo orgoglio era ferito da quell'avvenimento avvenuto antecedentemente... E si era ripromesso di non farsi più vedere debole, non voleva che nessuno si facesse più male.

Ma si era anche reso conto di quanto le cose si fossero calmate in quell'abitazione dopo che le sue interazioni erano andate a diminuire... Quindi, nella sua testa era scattato anche altro... Era scattato quel che bastava per fargli credere che fosse lui il problema.

Enji Todoroki non se l'era presa più con i figli maggiori, ma aveva aumentato le pressioni sul figlio minore, che veniva piegato a suo piacimento per raggiungere quell'obiettivo di perfezione al quale tanto aspirava.

E per quanto cercasse di non mostrarlo, Touya soffriva nel vedere ciò.

Come quando a volte andava a rubare qualche cosa da mangiare, ed incontrava il minore, che con la testa china ed i capelli di due colori che gli coprivano il viso, si sbucciava il suo frutto che la stagione gli donava.
Non un quadratino di cioccolato, non una caramella, e nemmeno qualche dolce...

Un bambino rovinato nella sua infanzia...

Ma meno metteva bocca in ciò che avveniva, e meno il padre se la prendeva con loro.

E così, si era ritrovato a parlare di ciò che era avvenuto sulle gambe esili dell'Elfo, con la guancia poggiata sulle cosce di Izuku e il viso rilassato da quelle lievi carezze che si insinuavano tra le ciocche candide dei suoi capelli.

"Lo sai che non puoi abbandonarli... Loro hanno bisogno di te, e tu di loro".

"Stanno meglio così... Non... Non ho più sentito piangere Fuyumi...". Mormorò, chiudendo gli occhi all'ennesimo brivido che quelle dita leggere gli avevano generato.

"Ciò non significa che se tu non vedi ciò che avviene, allora non succede. Magari stanno pensando come te... Che se stanno buoni e non fanno vedere la loro sofferenza, tu non intervieni... E non intervenendo, tu non ti farai del male".

I due zaffiri brillarono nell'oscurità, iniziando a voltare lentamente il viso nella direzione del verdino che si mordicchiava il labbro inferiore, avendo paura di dire qualcosa di sbagliato.

"Mi stanno proteggendo...?".

"Sì, è probabile... Ma non significa che tu sia debole, okay? Non vogliono vederti soffrire, come tu non vuoi vedere loro stare male".

La schiena del maggiore si sollevò, mettendosi seduto per poter guardare negli occhi Izuku, che tremava quasi sul posto.
Perché era bello... E sembrava un miraggio.

"Sembri un cucciolo innocente a pensare queste cose... - Sbuffò Touya, alzandosi in piedi e camminando verso la scrivania, lanciando una rapida occhiata verso la finestra - Mh... La devo cambiare, ne hai un'altra?".

"Di cosa?". Izuku continuava ad osservare il ragazzo, facendo caso a quel modo di vestirsi così largo, che nascondeva quella sua figura esile e slanciata.

"La rosa... - Le gambe lunghe fecero due passi in avanti, avvicinandosi al vaso con quel fiore così maestoso che iniziava a seccarsi in alcuni punti - Penso che stia per appassire".

I due smeraldi osservarono il fiore blu, che iniziava ad avere qualche petalo con le punte più aranciate, a dimostrazione della secchezza.
Un sorriso nostalgico ammorbidì il viso di Izuku, che intrecciò le proprie dita sul grembo: "Non posso, la magia sta per giungere al termine".

"Beh? Creane un'altra, non ti ci è voluto molto".

"Lo so... - Alzò gli occhi al cielo - Ma in ogni caso il prossimo anno sarà così, se non peggio. Deve concludere il suo percorso con te".

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