Tom's POV
Guardai duramente la donna davanti ai miei occhi. Pensavo di essermela lasciata alle spalle insieme al mio passato. Non era cambiata di una virgola, era sempre la solita bambola eccetto che forse aveva preso qualche chilo.
« Non saluti più le vecchie amiche? » disse con lo stesso tono seducente che usava tempo addietro, mi girai ad osservare Ylenia. Aveva sul viso un espressione corrucciata e confusa, senza dire una parola si alzò diretta verso il sacco. il
Sospirai profondamente, a lei ci avrei pensato dopo. « Mangi bene, vedo. » dissi squadrandola dalla testa ai piedi, anche se con qualche chilo in più rimaneva comunque attraente.
Incrociai le braccia al petto e lei mi guardò con espressione contrariata.
« Certo che mangio. Mangio perché anche tuo figlio deve mangiare. » a quelle parole sentii la terra mancarmi sotto i piedi, la gola improvvisamente si fece secca, pensai che fosse uno scherzo di cattivo gusto.Doveva per forza essere così.
« E in quale fottuto universo parallelo io ti avrei messa incinta? Sentiamo. » ringhiai, teneva una mano sulla pancia e sorrideva come se ciò che mi avesse appena detto fosse la notizia più bella del mondo. « Non fare lo stronzo con me, Tomas. » serrai le mani in due pugni, gettò a terra il borsone e lo apri cacciando fuori il test di gravidanza. Me lo sventolò davanti al viso e trovai sospetto che se lo portasse appresso. « Non chiamarmi Tomas, cazzo. Sono passati mesi, sono sempre stato attento e tu hai sempre preso la pillola. E poi alquanto ambiguo che ti porti appresso il test, aspettavi di incrociarmi per sbattermelo sotto gli occhi per caso? » con la coda dell'occhio vidi Ylenia parlare con Christian e avvertii il mio nervosismo accrescere.
Tutta quella situazione era fottutamente stressante.
« Avrai presto mie notizie, Kaulitz. » mi puntò il dito contro uscendo dalla sala attrezzi.
Gettai un verso di frustrazione e tirai un calcio alla panca. Un paio di persone si girano nella mia direzione, inclusi Christian e Ylenia. In quel momento non ero in me, l'altro mio lato stava prendendo il sopravvento.
Quel posto iniziava a diventare troppo soffocante e necessitavo di parlare con mio fratello, senza badare a nessuno uscì dalla porta e in pochi minuti mi ritrovai a guidare la mia auto verso casa di Bill. Mi dispiaceva lasciare Ylenia lì ma questo al momento era più importante.
Come una furia sorpassai un auto dopo l'altra, sapevo infondo che Savannah mentisse. Dovevo immaginarlo che avrebbe solamente voluto rovinarmi la vita e l'esistenza ma di certo non glielo avrei permesso.
« Cosa diavolo? » mormorò mio fratello con voce impastata dal sonno mentre lo sorpassavo per entrare in casa. « È tornata. » cominciai a fare avanti e indietro per il salotto sotto il suo sguardo confuso e assonnato.
« Chi è tornata? » mi presi la testa tra le mani, la mia agitazione era evidente. « Savannah Bill, Savannah è tornata. » a quelle parole impallidì, incredulo dalle mie parole.
« E che cosa vuole? » nel suo tono di voce il sonno aveva lasciato spazio alla preoccupazione.
« Sostiene di essere incinta, e che il bambino sia mio. Mi ha mostrato il fottuto test. » diventò ancora più pallido e per poco non cadde sul pavimento al sentire ciò che avevo appena detto. « Dio mio, Tom! Questo perché non sai tenerti l'uccello nei pantaloni. Cristo, quantomeno avresti potuto prendere precauzioni! Merda. » avrei voluto urlare in faccia a Bill di chiudere quella cazzo di bocca se non sapeva come effettivamente fossero andate le cose. Stavo perdendo quel minimo di pazienza che mi era rimasta. « Mi hai preso per un fottuto idiota? Eh? L'ho fatto, cazzo. L'ho fatto! E lei mi aveva assicurato che prendesse regolarmente la pillola. Mi sono fidato cazzo. » scosse la testa furiosamente, ci guardavamo senza sapere cosa dire, cosa fare né tantomeno quale sarebbe stata la prossima mossa. « C'è solo un modo per risolvere questa situazione. » disse dopo un paio di minuti alzandosi in piedi, afferrò le chiavi della sua auto e la giacca di pelle.
« Dove stai andando? »
« Lascia fare a me, tu stanne fuori. E dico sul serio, Tom. » non avevo mai visto mio fratello così incazzato. Mi portai le mani sul viso coprendomelo, quella situazione era assurda.Iniziai a torturami il piercing sul labbro. Quando il mio telefono cominciò a squillare e apparve il nome del mio manager impallidì all'istante.
Presi un profondo respiro e deglutì prima di accettare la chiamata.
« Pronto? » dissi cercando di risultare il più naturale possibile.
« Cosa diavolo è questa storia Tom? Se i fottuti giornali lo vengono a sapere sarebbe un enorme scandalo per la tua carriera! Non te lo puoi assolutamente permettere! » quelle parole furono sputate fuori con rabbia e non potei biasimarlo, mi ero cacciato in un casino più grande di me. « Io sistemerò tutto te lo prometto Jo. » dissi schiarendomi la gola. « Ti conviene. » disse gelidamente prima di agganciare.
« Maledizione! » urlai scaraventando per terra un vaso che si ruppe in mille piccoli pezzettini.Mi accasciai contro la parete del salotto e gettai la testa all'indietro.
Chiusi gli occhi, cercando di cacciare via dalla mia testa quelle parole che mai avrei pensato di sentire in vita mia.Di certo se Savannah fosse stata realmente incinta sarei stato un padre presente per mio figlio, non lo avrei abbandonato come fece il mio con me e mio fratello. Non mi sentivo pronto per diventare padre a ventuno anni ma di certo non avrei commesso gli stessi errori di mio padre, avrei fatto di tutto per quel bambino, per mio figlio.
Tentai a chiamare Bill un paio di volte ma scattava la segreteria, sospirai.
A quanto pare mi sarebbe proprio toccato aspettare ma rimanere lì solo in casa con mille pensieri negativi per la testa sarebbe stato solo deleterio.Mi alzai e uscii dall'appartamento. Guidai per una centinaia di metri fin quando notai la figura minuta di Ylenia attraversare la strada. Era chiaro ai miei occhi che fosse diretta all'ospedale dei bambini, ma cosa ci stava andando a fare?
Indossava ancora i miei pantaloncini, la mia maglia e il mio giubbotto. Senza rendermene conto l'angolo della mia bocca si sollevò in un sorriso.
Parcheggiai l'auto, volevo seguirla. Non so per quale stupido motivo ma era quello che volevo fare.
Con disinvoltura infilai le mani in tasca varcando la porta, la vidi parlare con quella che penso fosse un infermiera e annuire più volte.
Le rivolse un debole sorriso per poi dirigersi agli ascensori, il mio lato curioso prese il sopravvento.Tirai il cappuccio della mia felpa fin sopra alla testa e alzai il mio scalda collo fin sotto al naso, mi strinsi nel mio cappotto ed entrai nell'ascensore.
Non mi degnò nemmeno di mezzo sguardo, con le coda dell'occhio potei notare come si mordesse nervosamente il labbro e come sbuffava spazientita. Non era amante degli ascensori, lo avevo notato più di una volta. Premette il pulsante del quinto piano, incrociò le braccia sotto al seno. « Che diavolo hai da guardare? » sbottò ad un tratto, beccato.
Non dissi nulla altrimenti avrebbe riconosciuto subito la mia voce perciò feci spallucce. « Hai sbagliato ospedale, amico. Il reparto di psichiatria non si trova in questa struttura. » trattenni una risata, era buffa quando si innervosiva.
Quando le porte finalmente si aprirono sgusciò fuori alla velocità della luce, iniziai a camminare senza destare sospetti, si trovava solo a pochi passi da me.
« Fate largo, arriva Dominic Rotelletto! » urlò un bambino in sedia a rotelle ridendo a crepapelle.
« Clay! Rallenta subito! Per l'amor di dio! » esclamò un infermiera, esasperata tentando di raggiungerlo con scarsi risultati.Quando mi accorsi che stava venendo verso la mia direzione sgranai gli occhi, il più velocemente possibile cercai di mettermi da parte ma nel farlo caddi a terra. Gli occhiali caddero con un piccolo tonfo, il fascia collo si abbassò sotto il mento così come il cappuccio. Merda.
« Tom? »
*Anche se non abbiamo raggiunto le 30 stelline è natale e siamo tutti più buoni. Buon Natale a tutti ❤️🎄
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Six Months - Tom Kaulitz
FanficDove in una serata di pioggia la diciottenne universitaria Ylenia Hernandez incontra Tom Kaulitz che all'inizio si dimostra gentile e affabile nei suoi confronti. Ma la terribile verità è che le propone un finto stage di lavoro legato al mondo della...