Osservai l'imponente grattacielo che si innalzava di fronte ai miei occhi.
« Andiamo, non farmi perdere tempo. » mi trattenni dal prenderlo a parole e lo seguì dentro.In ascensore c'era un silenzio tombale, se ripensavo a quello era è successo prima nel mio palazzo le farfalle iniziavano a ronzare nel mio stomaco. Lo trovavo odioso. Era disgustoso che io reagissi in quel modo. Avrei dovuto odiare quell'uomo. « Hai finito di stare lì impalata come un tronco d'albero? » la sua voce mi arrivò addosso distraendomi dai miei pensieri.
Feci una smorfia verso la sua direzione, premette il pulsante che segnava l'ultimo numero, ovvero il ventuno, e lentamente l'ascensore saliva lungo i piani. Quel palazzo era sicuramente più lussuoso del mio nonostante il mio appartamento costasse ben otto mila dollari al mese.
Una domestica piuttosto giovane e troppo truccata in viso ci accolse alla porta. Sorrise civettuola in direzione di Tom e lui le lanciò uno sguardo ammiccante, disgustoso.
« Fratellino sono arrivato. » gridò dall'ingresso, ci facemmo spazio nel salotto che era cento volte più grande del mio.Quasi mi venne un colpo.
Un ragazzo dalla figura alta e slanciata, dai capelli corti neri come la pece e dal volto tremendamente identico a quello di Tom entrò in salotto. Davvero poche cose lo differenziavano dal viso dell'uomo al mio fianco, piccolezze come il piercing al sopracciglio e il septum.Rimasi imbambolata.
« Uh-uh chi è questa bella donzella? » venne verso di me con un sorriso a trentadue denti. « Lei è la mia assistente, volevo presentartela. Mi starà spesso intorno come puoi ben immaginare. » ghignò in mia direzione, lo guardai con odio.Mi aveva definita la sua assistente.
Presi un profondo respiro e mi stampai in viso il sorriso più falso che riuscì a fare.
« Sono Ylenia. » mi strinse la mano.
« Io sono Bill, fratello gemello di Tom. » mi domandai se pure la sua era una finta gentilezza come quella del fratello ma sicuramente emanava una luce diversa dal suo gemello.Sedemmo sul divano e la domestica continuava a fare avanti e in dietro per stupidaggini solo con lo scopo di fare facce ammiccanti in direzione del ragazzo al mio fianco.
« Vai a prendermi un bicchiere d'acqua. » mi ordinò quest'ultimo.
« Perché lo chiedi a lei? Se non l'avessi visto ho una domestica e poi fratello è la tua assistente mica la tua schiava. » disse Bill con una risata, beh ci avevi quasi preso amico.
« Già, sicuramente non è la mia schiava. » ghignò portandosi alle labbra il bicchiere che la donna gli aveva velocemente portato.
« Allora Ylenia, parlami un po' di te. » guardai Bill che mi sorrideva dolcemente e non potei far altro che pensare che fosse il completo opposto di suo fratello.
« Non c'è molto da dire. Ho diciotto anni, vado all'università e vengo da una famiglia abbastanza benestante. » mi osservava annuendo più volte.
« Hai fratelli o sorelle? » a quella domanda mi congelai sul posto.Nessuno sapeva di Andrew, non avevo parlato a nessuno di lui, nemmeno ad Evelyn. Faceva male parlarne, certo non male quanto viverlo ma non avrei sopportato le inutili domande sulla sua rara malattia, su come l'abbia presa e i patetici commenti di finto dispiacere.
Mandai giù faticosamente il groppo che mi si era formato in gola. Evitai lo sguardo di entrambi. « Okay forse tasto dolente. » gli occhi di Tom mi osservavano curiosi, aggrottò le sopracciglia. « Sapevi che Tom da adolescente aveva i dread? » smorzò il silenzio creatosi nell'aria guardando divertito il fratello. « Oh dai piantala, erano strafighi. » era la prima volta da quando lo conoscevo che lo sentivo ridere genuinamente in ricordo di un periodo adolescenziale.
Abbozzai un sorriso.
« Davvero? » il ragazzo si alzò prendendo dallo scaffale quello che sembrava un grande album.
« Mia madre ha sempre avuto la fissazione di scattare foto con la macchina fotografica e non con il cellulare. » il suo tono era scocciato ma io la trovavo una cosa molto bella.Le foto rimanevano lì, senza che tu potessi perderle a causa di uno smarrimento del telefono, di improvvisa rottura, di qualche aggiornamento andato storto.
Potevi toccarle, prenderle tra le dita.
Avevo davvero poche foto della mia infanzia, ricordai quanto mi piacesse ascoltare i Nirvana a molte band rock di cui al giorno d'oggi nemmeno ricordo più il nome. Adoravo suonare la chitarra elettrica o qualsiasi altro strumento che riuscisse a darmi una scossa di adrenalina. Quando la impugnavo mi sentivo potente, come se potessi fare tutto in quel momento.
Non ero mai stata un amante dell'obiettivo e per fortuna i miei non avevano tutta questa voglia di immortalare i momenti d'infanzia dei loro figli.
È una cosa triste, lo riconosco.
Bill si sedette accanto a me, sorrisi notando le espressioni di un giovane Tom felice e spensierato con i dread ed un cappello di diverso colore ad ogni foto.
Sembrava l'opposto del ragazzo che era diventato: arrogante, stronzo, sfacciato e chi più ne ha più ne metta.
Mi mostrò svariate foto: Tom sullo skateboard, Tom che suonava una chitarra, Tom col naso sporco di gelato, Tom addormentato con la bocca aperta, Tom che teneva le mani sul culo di una bionda mentre lei lo abbracciava.
A quest'ultima foto storsi il naso, l'indole da maniaco l'aveva fin da adolescente.
« Oh mio dio ricordo quel giorno. » disse indicando quest'ultima foto.
« Eri strafatto e ubriaco. » disse Bill con una risata breve.
« Nemmeno sapevo chi era quella. » fece spallucce e mi ritrovai a sorridere pure io.La visione di Tom adolescente mi piaceva decisamente di più.
« Da piccolo facevi più conquiste. » il moro gli colpì la spalla guardandolo storto. « Oh non direi fratello, proprio ieri sera mi sono scopato una sul ba- » Bill si alzò mettendosi le mani sulle orecchie.
« Okay non mi interessano i particolari delle tue scopate occasionali. » il suo tono era secco ma la sua espressione divertita.
Era sicuramente abituato a quelle sparate da parte del fratello.
« Sei solo invidioso. » commentò lui rivolgendo un occhiolino alla rossa troppo truccata.Bill afferrò il cellulare e sembrò intento a cercare qualcosa, ignorò la battuta del ragazzo.
« Pure qui rimorchiavi? » girò il cellulare verso di noi rivelando un video di Tom palesemente ubriaco che cantava la canzone "What is love" di Haddawey. Trattenni le risate, Tom sembrava in procinto di voler strozzare suo fratello.
« What is loaf.. » canticchiò Bill imitandolo. « Baby you shaf here, you shaf here.. What is los. » imitò la sua voce nel video e scoppiai a ridere.Ad un certo punto Bill si alzò e teatralmente si portò una mano sul petto.
« What is loaf! Baby you shaf heeeere you shaf heeeere, what is los. » urlò.
« Divertente! Ero ubriaco. » alzò gli occhi al cielo.
« Hai rovinato la canzone più bella degli anni novanta. » si girò a guardarmi con un espressione indecifrabile, come se si fosse dimenticato che io fossi lì con loro.Bill mi batté un cinque e rimasi sorpresa, si, era decisamente più simpatico di suo fratello.
« Beh se avete finito di prendermi in giro come due mocciosi adesso noi dovremmo andare. » ciò significava che una volta usciti da lì sarei stata di nuovo la schiavetta di Tom.
« Vieni a trovarmi più spesso e porta pure Ylenia. » disse Bill accompagnandoci alla porta.
« Si sì.. » lo liquidò con un gesto della mano.In ascensore notai il suo sguardo fissarmi intensamente, lentamente si avvicinò e indietreggiai finché il muro me lo permise.
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Six Months - Tom Kaulitz
Hayran KurguDove in una serata di pioggia la diciottenne universitaria Ylenia Hernandez incontra Tom Kaulitz che all'inizio si dimostra gentile e affabile nei suoi confronti. Ma la terribile verità è che le propone un finto stage di lavoro legato al mondo della...