Già quel locale mi stava soffocando, gente sudata, puzza di alcool, corpi appiccicati. Arricciai il naso.
« Andiamo a ballare! » mi urlò Evelyn, all'orecchio.
Mi afferrò la mano senza darmi il tempo di dire nulla e andammo verso la pista seguita dai due ragazzi che si scambiavano delle occhiate tra di loro.
Ondeggiavamo i fianchi nelle note di Stereo Love e per una volta dopo tanto tempo mi sentì senza pensieri.Jeremiah provò più di una volta a poggiare le mani sui miei fianchi ma stroncavo sempre il suo tentativo sul nascere. I miei piedi dopo un paio di canzoni cominciavano a chiedere pietà. Mi avvicinai ad Evelyn.
« Vado a fumare una sigaretta. » le gridai, annuì e iniziai a farmi spazio tra la massa di gente.
Fuori c'era il gelo, mi maledì mentalmente per non essermi portata un giacchietto. Con le mani tremanti presi il mio pacchetto di sigarette e il mio accendino dalla borsa.
Con un gesto l'accesi e me la portai alle labbra.
« Me ne offri una? » domandò una voce roca alle mie spalle, una voce che conoscevo troppo bene.
« Cosa ci fai, tu, qui? Adesso siamo passati direttamente allo stalking? » una risata priva di emozioni lasciò le sue labbra. Gli porsi una sigaretta che afferrò prontamente per poi avvicinarsi a me.Chinò il suo viso su di me e si accese la cicca facendo scontrare la punta della sua con quella della mia, chiedere un accendino era troppo.
« Hai freddo? » scossi la testa ma il battere dei miei denti mi tradì.
« Perché non ti lasci mai aiutare? »
« Perché persone come te vogliono sempre qualcosa in cambio. » feci un lungo tiro gettando il fumo verso il cielo. L'osservai di profilo mentre ispirava e lasciava il fumo, era bello.
Era bello da fare male.
« Non necessariamente. » mormorò gettando il mozzicone le terra per poi pestarlo. Estrasse dalla tasca un pacco di gomme alla menta e se ne infilò una in bocca. « Che cosa vuoi da me, Tom? » domandai dopo un paio di minuti trascorsi nel più totale silenzio.
Corrugò la fronte. « Cosa potrei mai volere da una ragazzina? » ed ecco che era ritornato il solito stronzo.
« Vaffanculo. » sbottai buttando per terra metà sigaretta diretta verso l'entrata di quel posto. Una presa salda mi afferrò il polso, in meno di dieci secondi mi ritrovai contro un muro e con un paio di occhi scuri che mi scrutavano severamente.
« Non devi fottutamente usare quel tono con me, chiaro? » ruggì ad un centimetro dalle mie labbra.
« Mi disgusti, togliti di dosso. » provai a spingerlo via e rise amaramente.
« Se ti disgusto perché stavi per finire a letto con me? Eh? E soprattutto, perché mi hai baciato? » serrai la mascella quando premette ancora di più il suo corpo contro di me. Ci volle tutto l'auto controllo di questo mondo per non lasciarmi sfuggire mezzo suono dalla bocca.
« Non lo ripeterò una seconda volta Tom, togliti di dosso. » il mio tono doveva risuonare minaccioso ma non si scompose minimamente.In un secondo unì le nostre labbra in un bacio disperato, desiderato, passionale. Mi afferrò dalle cosce poggiandomi contro il muro e allacciai le gambe attorno alla sua vita. Un gemito lascio le mie labbra quando con le dita si insinuò sotto il tessuto del vestito, perché diavolo finiva sempre in quel modo? Quel ragazzo mi mandava fuori di testa. Sul mio corpo muoveva le mani in modo esperto, come se sapesse i punti giusti da toccare.
Ci staccammo per mancaza di fiato e poggiamo la fronte l'uno contro l'altra.
« Ti disgusto, eh? » chiese, divertito.
Arricciai il naso tornando con i piedi per terra. « Ci vediamo, Tom. » dissi allontanandomi frettolosamente.
« Non ignorare più i miei messaggi, barbie. » mi urlò dietro, sospirai.Svoltai l'angolo, non avevo voglia di tornare dentro. Avevo semplicemente bisogno di allontanarmi da lui. Cosa stavi facendo esattamente? Mi ritrovavo fin troppo spesso in situazioni intime ed in crollata alla labbra di chi mi aveva tratta in inganno. Non capivo se facesse tutto parte di un suo gioco malato, o se solamente fossi io troppo paranoica.
Mi strinsi nelle spalle sedendomi a bordo del marciapiede, afferrai il cellulare scrivendo ad Evelyn che me ne stavo andando da quel posto e poi inviai un messaggio a Bill dicendogli che tra meno di un ora sarei stata a casa sua.
Mi alzai in piedi camminando verso i parcheggi, quando individuai la mia auto fui sollevata. Poggiai la borsetta sul sedile passeggero quando il mio telefono suonò, lo afferrai convinta che fosse Tom.
Mi accigliai notando che era un messaggio da parte di un numero sconosciuto.
" Stai lontana da Tom o giuro che non ti ritroverai più quel faccino così tanto bello. "
Iniziai a sentire della paura crescere in me, mi stropicciai gli occhi per assicurarmi di averci letto bene ma il messaggio rimaneva lo stesso. Deglutì a fatica, mi guardai intorno. Il luogo era immerso nel buio.
Con un profondo sospiro decisi di mantenere la calma, forse era qualche scherzo idiota.
Misi in moto e accesi la radio lasciandomi distrarre dalle note di What is Love. Il vento mi faceva sferzare i capelli. Bill nel frattempo mi aveva risposto che mi stava aspettando.
Mi fermai ad un semaforo rosso, un auto mi affiancò ma non la guardai nemmeno.
« Woah Woah Woah Woah ah ah Woah Woah ah ah aaah aaah. » canticchiai tamburellando le dita sul volante. « Sei sempre così intonata, pasticciona? » girai la testa di lato ritrovandomi un Harvey alla guida dell'altra vettura che mi guardava divertito.Sentì le guance surriscaldarsi, possibile che facessi solo figuracce con quel ragazzo? « Che piacere rivederti, vedo che hai la maglia pulita questa volta. » dissi sorridendo strafottente.
« Eh si. Nessuna bella ragazza mi ha rovesciato il suo drink addosso. Dove stai andando? » domandò, il verde era scattato ma noi eravamo ancora lì.
« A casa di un amico, serata pizza e film. » ridusse gli occhi in due fessure.
«Mh sisi, serata cinema eh? » strabuzzai gli occhi. Scossi la testa.
« Nono noi non scopiamo. Cioè non sto dicendo che la mia vita sessuale non sia attiva ma io e Bill.. » dissi a raffica per poi fermarmi di colpo. «.. mio dio. » dissi nascondendomi il viso tra le mani, scoppiò a ridere.
« Credo di aver capito tranquilla, beh allora buona serata. Ci vediamo. » mi rivolse un occhiolino prima di ripartire.Osservai la sua macchina farsi sempre più piccola e quando sparì dalla mia vista ripresi a guidare.
Nel giro di un paio di minuti mi ritrovai a casa di Bill e suonai il campanello.
Quando la porta si aprì trattenni una risata.
« Carino, il pigiama. » mi guardò confuso, abbassò lo sguardo sui suoi vestiti e scoppiò a ridere.
Indossava un pigiama nero in lino con tanti piccoli peni disegnati sopra.
« Non ti aspettavo così presto, il fattorino deve arrivare ancora. » poggiai la borsa sul tavolino da caffè.
« Non avrai mica intenzione di aprirgli con quel coso addosso. » indicai il suo pigiama e fece spallucce.
« Posso prendere un bicchiere d'acqua? »
« E chiedi pure? Certo. » gli sorrisi andando verso la cucina.Mentre mi stavo riempiendo il bicchiere il cellulare vibrò. Un altro messaggio ed era sempre da parte del numero sconosciuto, tremante lo aprì.
" Un Kaulitz non ti basta? Stai giocando col fuoco, bambolina. "
Un vuoto prese posto nel mio stomaco, doveva essere solo uno scherzo, uno stupido scherzo idiota.
Spensi il telefono, per quella sera non volevo più sorprese spiacevoli.Mi portai il bicchiere alle labbra e quando mi girai sputai l'acqua in faccia a Bill.
« Cristo perdonami, mi hai spaventata. » dissi mortificata afferrando un fazzolettino passandoglielo sul viso.
Scoppiò a ridere e lo seguì.
« Non preoccuparti. Ti va del gelato? » scossi la testa, mi era sparita ogni forma d'appetito. Suonarono al campanello.
« Vado io non preoccuparti. » dissi mordendomi il labbro, quel pigiama era qualcosa di osceno. Diedi i soldi al fattorino e ci sedemmo sul divano con le nostre pizze. « Cin-Cin. » dicemmo in coro scontrando due fette.Inutile dire che la mangiai di forza, quella pizza. Avevo una terribile sensazione e sapevo da cosa era portata.
*Per il prossimo capitolo 35 stelline :)
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Six Months - Tom Kaulitz
FanficDove in una serata di pioggia la diciottenne universitaria Ylenia Hernandez incontra Tom Kaulitz che all'inizio si dimostra gentile e affabile nei suoi confronti. Ma la terribile verità è che le propone un finto stage di lavoro legato al mondo della...