È sul campo che ho rivalutato il ruolo della morte e, insieme a lei, il valore della vita.
Il valore che ha l'attimo vissuto.
Il fatto che un secondo che guadagni è un secondo che passa e che non tornerà.Sotto la tenda medica, i commilitoni corrono avanti e indietro senza sosta. Il caos regna sovrano e mi sento disorientata, la luce della torna mi viene puntata in faccia "Resta seduta" mi dice il medico mentre controlla se ho danni celebrali, dall'espressione sembra che io in fondo stia bene "L'esplosione è stata violenta, hai perso i sensi, ma non sei ferita.."
"Che cos'è stato?" Domando ricordando solo piccoli frammenti prima dell'impatto.
"Un colpo di mortaio" controbatte lui con naturalezza, in fondo è normale qui "Proprio nel punto dove eri tu"
Sono stata fortunata, ecco tutto.
"E gli altri?" Chiedo mentre do un'occhiata intorno a me senza riconoscere nemmeno un volto di quelli che erano con me.
"Erano troppo vicini.. non ce l'hanno fatta" la stessa naturalezza perché quando sei qui sai che è più facile non arrivare a fine giornata che tornare a casa, è una cosa che metti in conto fin dal principio, specialmente se sei un medico militare. La poca empatía con cui lo dice è semplicemente data dal fatto che dà per scontato che per me sia normale ricevere notizie del genere, e ha ragione "L'infermiere ti ha trovato questa in tasca.." mi porge la mia fotografia "..ti ho vista raccoglierla" la prendo in mano e sorriso appena "Sembra che ti abbia salvato la vita.. ti sei trovata un angelo custode"
Lo guardo mentre la metto via "Forse.."
In giornata ci fanno preparare i bagagli, diretti verso la base, saliamo sui camion militari e mi metto alla guida.
Il mio amico Victor, del mio plotone, con quel dannato tono sarcastico da figlio di puttana quale è, continua a rompermi su questa faccenda "Dammi retta, amica, devi andare a cercare la tua amica! Devi ringraziarla!" Alzo lo sguardo al cielo sbuffando rumorosamente "Senza storie, è merito suo se respiri ancora!" Rido mentre tiro fuori la foto e la bacio, a sto punto inizio a pensare che sia quasi un santino personale, lui ride a sua volta ed esclama "Dalle un bacio anche da parte mia! Sono vivo solo perché mi attacco al tuo culo da incosciente!"
Metto via la foto mentre rispondo scetticamente "Abbiamo avuto fortuna solo un paio di volte, tutto qui"
Lui non mi permette di pensarla diversamente dal suo punto di vista "Stronzate! Ste cose non succedono per caso! Ti ha tirata fuori da questo casino! Ce ne andiamo a casa!"
È davvero così?
Se resisto ancora un mese forse sì.
Forse finalmente la missione si concluderà positivamente e potrò respirare aria di casa."Ne dici di stronzate, Victor!" Lo prendo per il culo.
Mi punta il dito contro "Fanculo, Zulema, tu hai un debole per quella.. devi promettermi che andrai da lei e quanto meno la ringrazierai.. se ci scappa altro, tanto meglio!" Non credo che riuscirò a sopportare un viaggio così lungo con lui che mi stressa in questo modo ma è anche vero che sono quei pochi attimi di spensieratezza che ci permettono di respirare "Hai un debito con lei, enorme!" In fondo so che è così.
Sorrido come un'idiota ma in fondo l'idea di poterla rivedere dopo tutto questo tempo mi terrorizza molto più del fatto che mi trovo in guerra.
Arriviamo in una delle tante città tutte uguali, la popolazione del posto passeggia per strada "Guarda.. questo è il massimo della sessualità.. la cultura e la religione permette loro di non mostrare niente tranne che una retina sulla testa.." mi dice Victor, costatando una differenza sostanziale con las nostra società "Immagina un po' la tua biondina invece con un bel vestito da sera, quando la inviterei fuori per ringraziarla.."
"Dacci un taglio, hermano" lo avverto, nonostante mi piaccia parecchio la sua idea, trovo tutto ciò davvero poco realizzabile.
Un civile si butta in mezzo alla strada, inchiodo di colpo, scendiamo tutti imbracciando il fucile mentre lui tiene le mani in alto in segno di resa e indica una direzione dietro un capanno.
"Che cosa dice? Cosa sta dicendo?" Chiedo ma nessuno risponde "Ehi! Tu!" Spintono uno dei nostri "Sei tu l'interprete! Traduci!"
"È turco.. io conosco altre lingue!" Risponde e inizia a parlare con l'uomo che sembra agitato.
Mi guardo intorno, qualcosa non va, l'istinto mi dice di andare a controllare "Dove vai Zulema?" Mi chiede Victor guardandomi confuso.
"A controllare che cosa sta dicendo!" Esclamo continuando ad avanzare di soppiatto, lui mi segue a ruota.
Dietro il capanno si estende una struttura enorme, complessa, piena di insenature.
Victor è subito dietro di me.
Spunta un jihadista, spara a Victor che crolla a terra e lo uccido sul posto.
Mi volto verso il mio amico in cerca dell'emorragia ma scopro immediatamente che il proiettile ha superato il giubbotto e si è piantato nella piastrina di riconoscimento. Sorrido sollevata "Sei salvo, figlio di puttana"
"È il tuo santino" mi prende in giro con il fiatone "Non ho mai amato il giubbotto così tanto in vita mia"
Lo sollevo di peso e lo rimetto in piedi "Ma stai zitto, deficiente" scoppiamo a ridere e ci sentiamo subito meglio.
L'attimo di realizzare che potevamo respirare sento una serie di colpi, paragonabili a petardi, e poi dolore.
Victor crolla prima di me in un bagno di sangue.
Io perdo l'equilibrio.
La vista si offusca.
Non respiro.
Il male si allarga a macchia d'olio lungo il corpo per estensione.Il fuoco amico interviene appena in tempo.
Uno dei miei mi afferra e mi trascina via, lontano dal campo di battaglia, mi scrolla per le spalle con energia "Non è niente! Non è niente! Zahir, resta con me! Hai capito? Resta sveglia!" Continua a urlarmi in faccia con lo sguardo spaventato mi prende a schiaffi per tenermi sveglia "Non osare addormentarti! Non è niente! Non fa male!"Vorrei potergli credere ma, prima che possa convincermi del contrario, il dolore mi assale al punto di perdere conoscenza.
Tutto nero.
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EL HILO ROJO
Fanfiction[Il filo rosso del destino è una leggenda popolare di origine cinese diffusa in Giappone. Secondo la tradizione ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima geme...