CAPITOLO 17

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Al compleanno di Ben.
Zulema

Maca ha allestito la festa nel portico e nell'aa veranda di casa. Una decina di bambino gioca seduti ai tavoli disegnando e colorando. Ben sta mostrando i suoi nuovi trucchetti di magia ai suoi amici. Palloncini e festoni appesi ovunque colorano la scena. C'è tanta armonia e serenità. Gli adulti si intrattengono fra loro conversando di argomenti futili e leggeri. Una leggera musica proviene da uno stereo appoggiato sul gradino più basso. Io sono appoggiata alla staccionata, ai miei piedi c'è Zeus che sta riposando tranquillo nonostante il rumore generale che lo circonda. Io non parlo con nessuno, sono tutti estranei e poi non sono capace di farlo. Sono riservata e i marines non hanno fatto altro che rafforzare questa mia caratteristica. Mi guardo intorno, sono abituata ad osservare, e sorrido nel vedere Ben così felice. Non l'ho mai visto così contento. Maca va avanti e indietro dalla cucina portano via i vassoi di cibo vuoti per poi riportarli pieni. Sembrano delle cavallette, non avrei mai immaginato che i bambini mangiassero così tanto. Lei è splendida. I capelli lasciati mossi le incorniciano il viso leggermente truccato. Un paio di jeans che onestamente la fasciano da Dio, specialmente il sedere sul quale ho inevitabilmente poggiato lo sguardo almeno un paio di volte. Indossava una camicia azzurrina con le maniche ripiegate su se stesse fino al gomito. Ha lasciato volutamente un paio di bottoni sbottonati, lasciando aperta leggermente la scollatura senza essere volgare, mi piace pensare che lo abbia fatto perché ci sono io. Anche io non sono rimasta indietro. Infatti indosso un paio di pantaloni più stretto del solito e una maglietta che mi evidenzia le forme. Un trucco leggero ma d'impatto risalta il mio sguardo. Anche io ho lasciato i capelli sciolti, che piovono dritti sulle mie spalle.

Ci scambiamo qualche sguardo furtivo da lontano senza dirci nemmeno una parola perché l'anima della festa è appoggiato all'angolo mio opposto con un'espressione arcigna stampata sulla sua brutta faccia: Fabio.

Dovevo immaginare che anche lui era invitato, essendo il padre di Ben, ma è sempre un enorme dispiacere avere la sua compagnia.

Nel pensarci, lo sguardo cade inevitabilmente sul brizzolato ed è così che scopro che aveva già gli occhi puntati su di me.

L'odio che traspare è così evidente da non lasciare molti dubbi al caso.
Non mi faccio problemi a guardarlo nella stessa maniera, non sia mai che fraintenda e pensi che mi intimorisca. Il fatto che io non gli abbia ancora spaccato la faccia non deriva dalla paura ma dal rispetto che ho per Maca e Ben. Deve ringraziare solo questo.
La Zulema di dieci anni fa gli avrebbe già rotto il naso in un pugno ben dato.

Maca fa l'ennesimo viaggio in cucina ma lui questa volta la segue dentro.

L'istinto di andargli dietro c'è ma so anche che il mio ruolo è ancora marginale perciò faccio l'unica cosa sensata: mi sposto per vedere attraverso la finestra della cucina. Avere gli occhi sulla situazione mi permette di intervenire qualora ci fosse la necessità. È tutto ciò che posso fare, non è molto ma è abbastanza.

Macarena

Tiro fuori la torta di compleanno di Ben dal frigo e una spatola dal cassetto della cucina, devo darle ancora qualche rifinitura e mettere le candeline. È tutto perfetto, tranquillo, le cose scivolano bene e sembra che Ben si diverta molto. Sono contenta di questo. Non posso negare di aver visto astio tra gli sguardi di Zulema e Fabio ma ho fatto finta di niente perché questo non è il momento per affrontare una questione così delicata.

"Che ci fa lei qui?" La voce di Fabio non nasconde l'attrito e il fastidio.

Non mi volto per guardarlo in faccia "L'ha invitata Ben, è il suo compleanno.."

So bene che la risposta non lo soddisfa ma ora c'è lei nella mia vita, deve imparare ad accettarlo.

Alzo lo sguardo verso la finestra e la vedo mentre mi guarda. So che sta facendo: veglia su di me. È tutto il pomeriggio che cerco di evitare di guardarla perché so quanto è bella specie con quei pantaloni così stretti e la maglia che evidenzia il suo seno. Ci siamo vestite entrambe meglio del solito e non ci vuole un genio per capire il perché. Non la bacio da quasi una settimana e sento il bisogno di farlo come se fossi abituata da sempre.

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