Il rumore della macchina dei parametri vitali mi tartassa nonostante tenga ancora gli occhi chiusi. Mi muovo su una superficie così morbida da ricordare il paradiso, molto diversa dalle brande del campo a cui sono abituata, un letto vero dopo non so quanti anni. Apro gli occhi e con fatica metto a fuoco la stanza dell'ospedale. Un'infermiera davanti a me accenna ad un sorriso "Bentornata tra noi, Sergente Zahir" tutto intorno a me è bianco: le pareti, le tende, l'arredamento "Cerchi di riposare, è in un ospedale della Germania"
Spalanco lo sguardo di colpo "Come ci sono arrivata?"
"In aereo.. aveva bisogno di cure specifiche che non erano disponibili nel campo.. ha dormito per una settimana e fra pochi giorni sarà tornata in forze" mi rassicura con una profonda gentilezza naturale "L'hanno colpita due volte nella stessa spalla.. fortunatamente il resto di lei è intatto e non ci saranno complicazioni.. deve solo riposare"
Ho ancora molte domande ma la debolezza prende il sopravvento, gli antidolorifici fanno il resto, perdo nuovamente conoscenza.
Tre mesi dopo..
Sono ancora in ospedale e sono stufa delle pappette per malati.
Ho dovuto aspettare che le cicatrici guarissero, ho fatto moltissima terapia e adesso sto bene.
Sono irrequieta, ingestibile e a tratti molto intrattabile nonostante gli sforzi dei medici.Mi metto seduta sul letto.
Non voglio continuare così, non ce la faccio più.
La fasciatura mi infastidisce e impedisce parecchi movimenti, la sfilo dal collo per liberarmi il braccio, facendo molta attenzione.Mi sfilo il camicione da ospedale e mi tiro via le bende facendo molta attenzione perché la spalla è ancora debole.
Prendo ancora qualche antidolorifico ma ho diminuito di molto la dose iniziale, contro i pareri dei medici, voglio sentire il dolore senza essere schiava dei farmaci.
Indosso la mia uniforme militare.
Ci metto il doppio del tempo abituale.Voglio tornare al campo.
Non mi interessano le mie condizioni.Firmo la dimissione dall'ospedale e mi faccio portare alla base dove incontro il mio superiore "Zahir! Ti vedo bene.."
Sono sofferente ma nascondo molto bene il mio dolore "Grazie Signore"
"Victor Krum è morto" mi informa diretto.
"Lo so"
Me lo ricordo.
Ricordo ogni attimo di quel maledetto giorno."Sono venuta a dirle che ho deciso di rifirmare" dichiaro ferma, non voglio tornare a casa.
"Rifirmare? Sono passati tre mesi.. e sono stupito, non stupido" mi risponde osservandomi attentamente "Torna a casa, Zahir, riposati un po'.. hai una famiglia da cui tornare"
No. Non ce l'ho.
Lo osservo restando sull'attenti "Dai.. siediti.." eseguo l'ordine "Senti, mi stanno per trasferire. Non ha niente a che vedere con quanto è successo ma il mio lavoro qui è finito, torno a Fort Bragg, e.. sai mi manca la mia famiglia.."
"Bene, signore" rispondo abbozzando un leggero sorriso.
"Alcuni dei tuoi compagni si congedano, altri si trasferiscono.. non hai una squadra dalla quale tornare.." tenta di spiegarmi.
"Voglio tornare al fronte, Signore" ribadisco sicura.
Sa bene chi sono "Irremovibile come sempre" scuote la testa "La tua guerra è finita"
Non sono d'accordo.
La mia guerra la combatto ogni giorno e non avrà mai fine."Hai servito con onore il tuo Paese" aggiunge pensandolo sinceramente.
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EL HILO ROJO
Fanfiction[Il filo rosso del destino è una leggenda popolare di origine cinese diffusa in Giappone. Secondo la tradizione ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima geme...