CAPITOLO 7

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Qualche giorno dopo
Zulema

Con una media di due ore di sonno per notte sono un concentrato di energia e vitalità, volontà ferrea, ho ristrutturato interamente casa adesso tanto da poterla definire tale e qui, nella pensione per cani, c'è un evidente miglioramento da quando sono qui.

Ho fatto amicizia con tutti i quadrupedi, fatta eccezione di Brutus che continua a sorridermi con quell'instancabile voglia di azzannarmi.

Ho finito appena di fare io bagno a tutti e cinque, ora sono bellissimi dal pelo arruffato e gonfio, quando il rumore di un'auto che parcheggia cattura la mia attenzione.

Sporgendomi dall'uscio vedo una volante della polizia, dalla quale esce un uomo alto un metro e novanta, dalle spalle larghe e la corporatura muscolosa, brizzolato. I Ray-Ban neri inforcati sul naso gli danno un tocco alla Maverick di Top Gun. Da come si guarda intorno, non è la prima volta che viene, e da come si muove nella mia direzione appena mi vede ho come la sensazione che sia un completo imbecille.

"Posso aiutarla?" Domando cortesemente.

"Che ci fai tu qui?" Chiede di rimando con un tono quasi sprezzante, immotivato dal momento che sono abbastanza sicura di non averlo mai visto prima.

Lo osservo un po' dubbiosa e scettica, non mi convince affatto "C'è qualche problema, Agente?"

Lui si abbassa gli occhiali da sole per fulminarmi con arroganza "Ci sarà senz'altro se non rispondi alle domande che ti faccio"

"Io lavoro qui" rispondo seria, sulla difensiva, un po' perplessa.

"Ah.." sembra proprio che questa risposta non gli piaccia per niente, si guarda intorno ed entra nella reception del canile, io lo seguo, punta il dito contro il ripiano e mi ordina  "..metti le mani sul tavolo"

Non mi muovo di un millimetro e lui mi fulmina nuovamente con gli occhi "Perché?"

"Che c'è?" Domanda sbruffone mentre fa un passo verso di me minaccioso "Vuoi farlo in centrale?!"

Assottiglio lo sguardo e poi obbedisco. Appoggio le mani sul tavolo dandogli la schiena e lui inizia a perquisirmi meticolosamente finché non mi sfila dalla tasca dei posteriori dei jeans il portafoglio, aprendolo trova i miei documenti con le mie credenzialità "Una soldatina di piombo.." legge ad alta voce prendendomi in giro, mi hanno addestrato a mantenere la calma ma talvolta mi risulta difficile "..sergente Zulema Zanire.."

"È Zahir.." lo correggo scontrosamente "..e sono un marine"

"Mh-hm-mh.." mi fa il verso come un bambinetto scemo "..e dove sono finiti tutti, Zanire?"

Si riferisce a Maca e a Ruby.

"Sono tutti fuori.." rispondo secca mentre tolgo le mani dal tavolo e lo guardo in faccia "..vuole che lasci un messaggio a Maca?"

"Maca?" Chiede ridendo divertito "Quindi per te è Maca?" C'è qualcosa che non mi torna, onestamente non ho idea di cosa ma dalla sua faccia sembra personale "Puoi dire a Maca che ci vedremo alle quattro.." mi lancia il portafoglio sul tavolo come se fosse spazzatura ed esce fischiettando l'inno del corpo dei marines, lo guardo salire in auto e sgommare via.

Poco prima delle quattro..
Macarena

Mia madre passa compulsivamente l'aspirapolvere sulla moquette del piano di sopra mentre io sto finendo di truccarmi. Qualcosa di leggero, poco accennato, per niente volgare. Mi specchio in camera da letto, il vestito rosa floreale che ho scelto è delicato e semplice. I capelli li ho lasciati mossi sciolti, lunghi fino alle spalle, mi incorniciano bene il viso. Un paio di tacchi non esageratamente alti sono perfetti con il resto.

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