CAPITOLO 8

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Qualche giorno dopo..
Zulema

Alle prime luci dell'alba, esco con Zeus per la nostra solita passeggiata mattutina nel bosco vicino a casa. Gli alberi sono tanto alti da coprire il cielo con i fitti rami pieni di foglie verdi. Il sentiero sterrato principale è molto pulito e si destreca in diverse stradine più piccole che vanno in diverse direzioni. Vado a lavorare prendendo sempre questa strada. Svolto a destra. C'è un ponte di legno e sbarre di metallo molto resistente che permette di attraversare il fiume pieno d'acqua cristallina, il fiume confluisce in un lago piuttosto profondo, navigabile.

Quando arrivo in prossimità del ponte, il silenzio naturale che di solito accompagna la mia passeggiata è spezzato da una risata fragorosa. Una risata che conosco molto bene.

Senza neanche accorgermene, affretto il passo in quella direzione con la volontà di scoprire cosa sta succedendo.

È lì che la vedo. Nel fiume.
L'acqua le arriva alla vita ma ha i vestiti completare fradici.

I cani giocano con lei, si schizzano a vicenda e lei ride. Ride tantissimo.

È come se avesse dentro un'energia positiva, una solarità che illumina tutto ciò che le sta intorno.

Io penso che una persona qualsiasi potrebbe criticare questa scena ma io onestamente non riesco ad immaginare niente di più bello.

Continuo a camminare e salgo sul ponte, lei mi vede e il suo entusiasmo si placa. Si chiude a riccio come ogni volta che le giro intorno e onestamente non mi sento di biasimarla.

"Ciao" mi saluta ancora quasi del tutto immersa nell'acqua del fiume.

Sorrido appena "Buongiorno" rispondo senza rallentare nemmeno per una frazione di secondo, passo oltre e vado al lavoro.

Macarena

Esco dall'acqua in piena crisi di nervi.

È sempre ovunque!
Dappertutto!
Un incubo!

Non riesco nemmeno a godermi un momento in pace da quando lei è tornata perché non passa giorno senza vederla e mi dà fastidio!
Molto fastidio!

Riporto i cani nelle gabbie e varco la soglia di casa mia con la faccia di una che vuole fare scoppiare la terza guerra mondiale.

Mia madre è seduta al tavolo della cucina, io varco appena la soglia della stanza che inizio già a ringhiare in uno sfogo che non ha precedenti "Non la sopporto! È irritante! Ed io.."

Mia madre mi fa segno di tacere "Uh-uh-uh!"

Mi blocco appena in tempo che vedo Zulema con la caffettiera in mano guardarmi come se fossi pazza. Ma io non sono pazza, sono stanza e stufa. Anzi sono arcistufa!

"Buongiorno.." mi dice abbozzando un sorrisetto divertito quando si rende conto che il merito è tutto suo.

"Allora.. che stavi dicendo?" La incoraggia mia madre.

Zulema versa il caffè a lei e poi a sé stessa senza nemmeno domandarmi se ne voglio un po', eppure questa mi risulta essere casa mia, contengo tutto lo stress nello stomaco con il rischio che scoppi come un petardo a capodanno e mi appoggio al lavello.

Zulema si siede di fronte a mia madre e decide di darmi le spalle "Cambiavamo spesso casa, il nostro posto era ovunque e in nessun posto.. la vita con Saray può essere piuttosto frenetica ma va bene perché tornavo negli Stati Uniti dopo mesi per restare poche settimane prima di partire per la missione successiva.."

Mia madre sembra essere la persona più comprensiva del pianeta "Deve essere stata dura per te lasciare gli amici e questa città.. la tua casa.."

Zulema continua a raccontare "È così.. ma sentivo il bisogno di partire"

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