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Simone era in corridoio con Manuel, era poggiato al muro e stava fingendo di ascoltare le lamentele del ragazzo che non faceva altro che raccontargli cose su Nina e sulla figlia, detto sinceramente a Simo non fotteva un emerito cazzo di lei e dei suoi problemi, avrebbe preferito tirarsi una mazzata nei coglioni piuttosto che stare lì a sentirsi tutte quelle storie su come scopavano o su come ogni giorno andavano a vedere la bimba al parco ma purtroppo all'amico interessava anche fin troppo raccontargli tutto nei minimi particolari quindi era obbligato ad ascoltarlo.

Mentre Manuel continuava a parlare non-stop un ragazzo attirò la sua attenzione e tutto d'un tratto la voce dell'amico divenne uno dei tanti rumori ovatti attorno a lui, tutto attorno era solo un boato leggero e Simone si sentiva quasi come se in tutto l'universo ci fosse solo lui con il ragazzo che era appena arrivato, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri come il mare, era leggermente più basso di lui ed era abbastanza magro, sembrava più piccolo di lui ma non l'aveva mai visto a scuola quindi era sicuramente più grande, magari un alunno di qualche prof passato per un saluto, chiunque esso sia Simone lo trovava davvero attraente, camminava svogliatamente come se fosse stato costretto ad entrare in quella scuola e sorreggeva, appoggiato all'orecchio, il suo telefono.

«professò, nun ve veche» disse il ragazzo con una tonalità di voce nemmeno troppo alta, il dialetto napoletano fece risvegliare una parte del cervello di Simone, conosceva quella voce, era Mimmo, poteva giurare di aver sussurrato il suo nome e la conferma era il fatto che subito dopo Manuel cercò di riportarlo alla realtà schioccandogli le dita davanti la faccia.

«ao, me stai ascoltando o no? so dieci minuti che stai bloccato a guardà er vuoto» Simone scosse la testa per tornare alla realtà e poi annuì come per far capire all'amico che lo stava ascoltando, la cazzata più grande che poteva dire, era da quando aveva sentito il nome Nina che aveva smesso di ascoltarlo, quando si metteva Manuel sapeva essere una vera rottura di coglioni, a volte anche senza provarci troppo.

Mimmo camminava per il corridoio con il telefono all'orecchio, non badava minimamente a chi o cosa avesse intorno, era solo intento a cercare in tutti i modi di comprendere le indicazioni del professor Balestra, l'impresa più difficile della sua vita, se fossero in una macchina e Dante fosse stato incaricato a fare il navigatore probabilmente sarebbero già dispersi nel nulla.

«professò n' agg' capit'» gli rispose per l'ennesima volta sollevando le spalle

«Mimmo, dove sei?» rispose Dante spazientito, si sentiva dal modo in cui dava le sue indicazioni che andava davvero di fretta e Mimmo si sentiva in colpa a trattenerlo ma alla fine il professore era stato incaricato a guidarlo fino alla biblioteca e così avrebbe dovuto fare.

«davanti alla macchinetta del piano di sotto, poco più avanti dell'entrata» Dante chiuse la chiamata inavvertitamente e Mimmo, rimasto completamente solo in mezzo ad un corridoio colmo di gente,  si rese effettivamente conto di essere in un posto nuovo con persone nuove di cui non sapeva assolutamente nulla, un senso di angoscia gli appesantì il petto quando la sensazione nuova che il posto gli dava si trasformò in paura di essere giudicato e in un attimo tutti i rumori attorno a lui si amplificarono e tutti gli sguardi della gente gli sembravano puntati verso di lui.

Il telefono di Simone squillò

«Simone dove sei?» gli chiese Dante frettolosamente

«vicino alla macchinetta con Manuel, penso di aver visto Mimmo ma non sono sicuro sia lui» Dante fece un sospiro di sollievo al sentire Simone nominare il ragazzo

«oh, grazie a dio! Si è lui, avvicinati perché io devo scappare e non lo posso portare in biblioteca, lui non sa dov'è e De Angelis non la smette di stressarmi» alle ultime parole di Dante a Simone venne da ridere, immaginare De Angelis che assilla suo padre con domande su Mimmo era una scena davvero esilarante, Dante chiuse la chiamata ancora prima che suo figlio potesse rispondere quindi Simone era obbligato a fare come gli aveva chiesto.

𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐞- 𝐌𝐢𝐦𝐦𝐨𝐧𝐞♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora