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Si era alzato raggiante quella mattina per la prima volta da quando era in carcere era finalmente felice di essersi svegliato per l'ennesima volta, si sentiva come se adesso avesse un motivo per essere felice. Si iniziò a preparare sorridendo, i suoi compagni lo guardavano male, era la prima volta da quando era lì che sorrideva, un evento nuovo.

«Wa ti sei alzato con il piede giusto sta matin', nun surridi maj, ti si trovat' 'a 'nammurat?» chiese il suo compagno di stanza entrando in cella, era un uomo sulla quarantina, portava gli occhiali e teneva i capelli gellati verso dietro, si comportava sempre da stronzo con tutti quelli che gli parlavano, girava sempre con una sigaretta in bocca e una mano in tasca, non parlava spesso con Mimmo anche perché quest'ultimo cercava sempre di stargli alla larga il più possibile.

«magari, agg' vist' na guagliona ngopp a nun sacc' manc ij quant', brutta come la merda» era vero, non aveva visto ragazze a parte una signora anziana sul bus.

«Mimmù, nun è ca si ricchiun'?» chiese lo "scagnozzo", se così si poteva chiamare, di Molosso, gli andava dietro come un cane, faceva e diceva tutto quello che gli diceva il suo capo e non osava obbiettare, era anche una grande cap' e cazz', antipatico come poche persone nella vita, per come andava dietro a Molosso quello gay sembrava lui.

«Ma c vaj dicend', ma qual ricchiun' e ricchiun', ij so' san'» rispose Mimmo allontanandosi dal uomo, si sentiva una merda a dire quelle cose ma era l'unico modo che aveva per sopravvivere con un minimo di protezione in quel carcere, in realtà forse un poco gay era, non aveva ancora affrontato il tema sessualità per due semplici motivi, il primo era che a parte Simone non aveva mai provato qualcosa di serio verso un ragazzo, certo c'erano alcuni ragazzi che erano belli ma apparte alla minima attrazione fisica non era mai andato oltre, il secondo motivo era ancora più semplice, a Napoli erano quasi tutti molto chiusi di mente quindi gli omossessuali non erano molto ben visti da tutti, anzi, era pieno di articoli di giornale che parlavano di aggressioni omofobe quindi per lui crescendo l'essere gay non è mai stata un opzione considerabile.

«Mimmo, veloce, devi uscire» una guardia si affacciò nella cella per richiamarlo e lui non poteva esserne più grato, annuì alla guardia e si affrettò a prendere lo zaino e scappare fuori dalla cella.

Molosso lo guardava in silenzio, si mordeva il labbro e sembrava che gli volesse dire qualcosa ma la presenza della guardia lo bloccava, Mimmo ringraziava il cielo, non voleva mettersi nei guai, voleva solo scappare e andare a scuola, raggiungere la biblioteca e sentirsi al sicuro lontano da tutti i problemi del carcere.

Uscì facendo un cenno di saluto con la testa ai suoi due compagni di cella e poi raggiunse la guardia che lo guidò fino all'uscita e arrivati davanti al cancello Mimmo lo salutò educatamente e lo ringraziò. Uscì da lì per trovare ad aspettarlo davanti ad un chioschetto il professore, quando lo vide un sorriso gigante gli si posò sul volto, gli corse in contro per abbracciarlo e subito anche Dante iniziò a sorridere ricambiando l'abbraccio, non si vedevano da tantissimo tempo e da quando Anita era entrata nella vita di Dante sia le visite che le chiamate erano diminuite drasticamente, diciamo che Mimmo aveva iniziato a sentire la sua mancanza anche perché per lui Dante era la cosa più vicina ad una figura paterna che aveva.

«Professò, che ci fate qui!» esclamò Mimmo con la voce colma di gioia, sciolse l'abbraccio e lo guardò con stampato in volto un sorrisone enorme, sembrava un bimbo e a Dante quella scena lo fece ridere.

«Dovevo farmi perdonare per non essere passato ieri, e poi volevo vederti Mimmù» ridacchiò lui, Mimmo lo guardo con gli occhi colmi di felicità, si sentiva di star per scoppiare, ci mancava solo che si fosse portato dietro pure il figlio e Mimmo sarebbe esploso.

Purtroppo, Simone non c'era ma andava bene lo stesso, fecero qualche passo a piedi e poi arrivarono alla metro, parlarono di tante cose, Mimmo gli raccontò cosa era successo negli ultimi mesi in cui non avevano parlato e Dante lo ascoltava senza parlare, camminavano guardando avanti, il braccio del professore era poggiato attorno alle spalle di Mimmo e ogni tanto diceva qualche frase tipo "mi dispiace di non essere passato" e il ragazzo le sollevava come a dire "non fa nulla".

𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐞- 𝐌𝐢𝐦𝐦𝐨𝐧𝐞♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora