17.

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Era appena sorto il sole, entrambi i ragazzi erano assorti nel loro sonno e dormivano beatamente senza curarsi dei rumori fastidiosi che entravano dalla finestra e interferivano con il tombale silenzio della casa, a far svegliare Mimmo fu il rumore del suo telefono che squillava, quando aprì gli occhi Simone ancora dormiva e per non svegliarlo decise di uscire fuori al balcone.

Il telefono segnava che a chiamarlo era un numero sconosciuto quindi era un po' titubante sul se rispondere o meno ma comunque decise di farlo e dopo aver toccato il tasto verde si portò il telefono all'orecchio.

«Pronto, con chi parlo?» chiese appena dopo aver messo il telefono vicino all'orecchio.

«Mimmo sono io» gli rispose Davide con tono un po' scazzato.

«Oi dà, ch'è success?» era abbastanza stranito e continuava a chiedersi perché Davide fosse incazzato.

«Sai che ore sono ve'?» a quelle parole il cervello di Mimmo prese a ragionare e si rese conto che alla fine la sera prima non lo aveva minimamente chiamato per avvertirlo che a scuola non sarebbe andato.

«O' sacc', stev' durmend' scus'» si scusò immediatamente sperando che Davide avesse capito e non si fosse incazzato troppo.

«Mimmo, così te metti a rischio con il giudice» disse con un tono di delusione ma Mimmo invece divenne ad un tratto molto curioso.

«E c' centr' mo o' giudic'?» gli chiese ignorando il sospiro di Davide.

«Non dovrei dirtelo ma...» si interruppe titubante sul da farsi e quando Mimmo lo incitò a proseguire fece un sospiro rumoroso.

«Ho fatto richiesta al giudice per anticipare la pena e farti uscire per buona condotta...» gli occhi di Mimmo si fecero lucidi di emozione, non avrebbe mai potuto ringraziare Davide per quanto stava facendo, se fosse stato lì lo avrebbe abbracciato fortissimo.

«E lui?» lo spronò a dirgli di più ma la gioia era cosi tanta che  stento riusciva a formulare una frase.

«Ha accettato ma dovrebbe parlare con la preside per sapere cosa lei gli dice, nel frattempo devi continuare a lavorare tutti i giorni e non lo devi dire a nessuno» quando gli disse che avrebbero dovuto parlare con la preside tutta la sua felicità svanì immediatamente.

«Non so come ringraziarti Dà, ti voglio troppo bene» avrebbe voluto solo chiudere e tornare a letto ma adesso aveva un peso sul petto che non si riusciva a levare, l'uomo ridacchiò alle ultime parole di Mimmo e poi lo salutò dicendo che doveva scappare a lavoro.

Quando chiusero la chiamata Mimmo si memorizzò il suo numero e poi lancio il telefono sul tavolino davanti a lui, continuava a pensare al fatto che la preside avrebbe dovuto parlare con il giudice e che gli avrebbe detto di tutte le assenze mai segnalate che lo avrebbero obbligato ad essere interrogato, non voleva, non sapeva cosa fare, tornò a letto lasciando il telefono dove lo aveva lanciato e entrò nella stanza cercando di fare il maggior silenzio possibile.

Quando arrivò davanti al letto e si stese affianco al suo ragazzo, intento a dormire beatamente, si fermo ad osservare la tranquillità sul suo viso, non lo vedeva così calmo da tantissimo tempo e lo trovava davvero adorabile, sembrava un bambino, allungò la mano verso di lui e con l'indice gli spostò un ricciolino dietro l'orecchio, quello fece muovere leggermente Simone quindi subito Mimmo ritrasse la mano e si mise a guardarlo in silenzio, il ragazzo schiuse un occhio per capire cosa stesse succedendo e quando vide Mimmo perso a guardarlo si fece con il corpo più vicino a lui.

«Come mai ti sei svegliato presto oggi?» gli chiese con la voce impastata dal sonno poggiando la testa sull'addome di Mimmo.

«Notizie da parte di Davide» gli rispose passandogli una mano sui capelli.

«Cattive o buone?» adesso era abbastanza curioso.

«Un po' e un po'» in realtà non sapeva se era una buona idea dirlo a lui quindi sperava solamene che il ragazzo chiudesse il discorso.

«Su racconta» lo incitò a continuare e Mimmo fece un sospiro cercando le parole adatte.

«Allora... il giudice potrebbe farmi uscire prima per buona condotta...» iniziò con la buona notizia e appena Simone senti le parole "uscire prima" si alzò dall'addome del ragazzo con un mega sorriso.

«Ma scherzi? o mio dio ma è fantastico!» esclamò entusiasta come non mai e Mimmo fece un mezzo sorriso prima che le labbra di Simone si scontrassero violentemente con le sue.

«Ci sono due problemi però...» disse guardando verso la finestra perché non riusciva a tenere il contatto visivo con Simone.

«Devono parlare con la preside per sapere come lavoro, ci vorrà del tempo e non dovrei fare assenze ma c'è la questione di molosso e non posso chiedere a nessuno, non voglio stare ancora di più, se gli dicono di tutte le assenze dovranno interrogarmi e... non so come fare Simò, nun o' sacc'» iniziò a sparare informazioni in modo frenetico gesticolando e quando stava per finire la sua voce si spezzò e i suoi occhi si riempirono di lacrime.

Simone si avvicinò a lui per abbracciarlo e cercare di calmalo, delle lacrime presero a percorrere il viso del ragazzo e la mano del riccio iniziò ad accarezzargli la schiena per farlo calmare.

«Vedrai che andrà bene hai Davide che ti aiuta quando stai dentro» gli disse stringendolo a se e a Mimmo scappò un singhiozzo.

«Simò, Davide nun ha da sepè nient', ij sul' a te teng» gli disse staccandosi dall'abbraccio e guardandolo in faccia, Simone lo strinse a se nuovamente e Mimmo iniziò a piangere come un bimbo.

«Solo te...» sussurrò e nascose la testa nell'incavo del suo collo mentre singhiozzava e si lasciava stringere da Simone.

Rimasero abbracciati fino a quando Mimmo iniziò a calmarsi, dopo essersi staccati Simone gli asciugò le lacrime e lo baciò dolcemente mostrandogli poi uno di quei suoi sorrisi per cui Mimmo andava più che pazzo, ci fu un lungo momento di silenzio che passarono a guardarsi senza dire nulla ma questo momento venne spezzato da Mimmo.

«Grazie...» gli disse prendendogli le mani e guardando altrove.

«Di cosa?» chiese aggrottando le sopracciglia spostando la testa per cercare lo sguardo di Mimmo.

«Di starmi vicino, di volermi bene...» gli disse guardandolo con gli occhi lucidi e un sorrisetto che però faceva capire tutta la sua gratitudine e la sua felicità.

«Ti amo Mimmo» rispose lui prendendogli il volto tra le mani e baciandolo dolcemente.

«Anche io Simò» disse staccandosi per poi tornare a baciarlo con più passione.

Quel bacio piano piano si stava trasformando in altro, in un attimo Mimmo si ritrovò a cavalcioni su di lui mentre, ancora attaccato alle sue labbra, tastava con le mani ogni singola parte del suo addome e del suo petto, Simone sorrideva sotto al bacio e quando sentì Mimmo iniziare a giocare con il lembo della maglia decise di prevenirlo e sfilargli velocemente la maglia di dosso lasciandolo sopra di lui a petto nudo, subito dopo anche Mimmo si porto avanti staccandosi da lui per levargli la maglietta e lasciare dei baci lungo il suo collo fino al suo petto, l'eccitazione di entrambi continuava a crescere fino a quando non riuscirono più a resistere e si spogliarono completamente.

Tra un gemito ed un altro si ritrovarono a venire contemporaneamente e stendersi entrambi sul letto sfiniti e con il fiatone, Simone si rotolò nel letto finendo sopra di lui e poi gli lasciò un bacio prima di lasciarsi andare e appoggiare la sua testa sul petto di Mimmo che si alzava ed abbassava in modo completamente irregolare.

«Ti amo Mimmo»

«Anche io»

*Spazio autrice*

sono felice perché sono riuscita a scrivere tutto il capitolo in una mattina e mi piace moltissimo, è uno degli ultimi perché penso che finirà presto, non so di preciso quanti capitoli manchino ma non sono tanti.

comunque ho iniziato una nuova fanfition Mimmone che si chiama Fall in love with you- Mimmone, se volete andate a leggerla ❤.

Spero il capitolo vi sia piaciuto baciii ❤❤❤

𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐞- 𝐌𝐢𝐦𝐦𝐨𝐧𝐞♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora