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Era tornato in carcere da qualche ora, ancora non aveva incontrato nessuno e ne era grato, passò quelle ultime ore ad ascoltare la musica con le cuffie e ripensare a Simone, l'aveva visto l'ultima volta prima di entrare e gli aveva dato un bacetto veloce, se avesse potuto sarebbe rimasto con lui più che poteva ma mentre si abbracciavano la guardia gentile, quello che lo aiutava sempre quando Molosso gli dava fastidio, si affacciò dal cancello e gli fece cenno con la mano di avvicinarsi, dopo averlo salutato entrò nella struttura e mise le cuffie grandi, voleva isolarsi da qualsiasi rumore o persona e per quelle ore ci era riuscito fino a quando ad interrompere la sua pace fu proprio Molosso.

«Mimmù, si turna'?» gli chiese entrando in cella, Mimmo voleva scappare ma non poteva, si tolse le cuffie e rimase in silenzio.

«Da chi stavi?» gli chiese e un brivido percorse la spina dorsale di Mimmo.

«Mio zio»

«Ti sei divertito?» Mimmo non voleva rispondere, si fermò un attimo ma poi parlò.

«Non tanto, non siamo in buoni rapporti» Mimmo odiava mentire ma doveva proteggere Simone e Dante quindi si sforzò di farlo, gli uscì con una naturalezza spaventosa.

Molosso si avvicinò al letto e con la mano gli fece cenno di alzarsi e con l'altra si appoggiò al materasso, Mimmo non protestò, scese dal letto e sopra ci lasciò le sue cuffie, la mano di Molosso gli si posò sulla spalla, a quel gesto Mimmo si pietrificò sul posto, il suo respiro era impercettibile, il suo petto sembrava immobile.

«Mimmù, m' pozz' fidà?» gli chiese e lui annuì.

«M'ha a fa nu favor' t'hai e girà tutti sti bar e poi hai e purtà i soldi a mia moglie» gli disse lui facendosi passare un foglietto con sopra scritto i nomi dei bar.

«E se...» esitò un attimo a prendere il foglio e fissò i suoi occhi in quelli di Molosso in una maniera quasi inquietante.

«Non volessi farlo» quando concluse la frase la mano di Molosso passo dalla sua spalla alla sua guancia. gli arrivò uno schiaffo tanto forte da lasciare il segno delle dita.

«Tu 'o fai, ha capit'?» gli disse, il tono di voce calmo e la mano nuovamente sulla spalla del ragazzo.

«Non voglio sporcarmi le mani» gli disse lui, sapeva che stava rischiando ma accettare era anche più rischioso, Molosso sorrise e si allontanò da lui.

«Se vuoi ti faccio cambiare idea» davanti a lui adesso c'era un amico di Molosso, era alto una cosa come 1.90 e poco più, era muscoloso e aveva le spalle larghe, Mimmo deglutì, in confronto a lui era uno stecchino.

Ancor prima di poter parlare il ragazzo gli tirò un pugno nello stomaco facendolo piegare, il sapore metallico del sangue gli arrivò alla bocca e lo rimando giù, l'uomo lo prese per la maglia, lo girò con la faccia al muro e lo lanciò con violenza su di esso, il colpo aveva fatto male ma solo da un lato della faccia, prese a sanguinare dal labbro e il suo occhio iniziò a bruciare, quando cercò di controbattere gli arrivò un altro pugno che lo fece cadere a terra e quando si rannicchiò con le mani strette attorno allo stomaco come per placarne il dolore atroce Molosso gli si avvicinò e gli sollevo la testa.

«Hai cambiato idea o vuoi giocare ancora un po'» sulle sue labbra c'era un sorrisino e gli occhi di Mimmo erano iniettati d'odio.

«Nun 'o pozz' fa» disse e quando pronunciò quelle parole un colpo di tosse gli fece sputare del sangue sul pavimento, ogni minimo movimento, anche il più piccolo, lo faceva provare dolore.

Le mani possenti dell'uomo lo presero per la maglia e lo sollevarono, lo appese al muro facendogli battere con violenza la testa e poi gli diede un altro schiaffo, ancora più forte di quello di Molosso, sullo stesso lato del viso, un altro colpo di tosse e di nuovo il sapore del sangue gli inondò la bocca, la mano dell'uomo si strinse attorno al collo di Mimmo e immediatamente prese a dimenarsi per liberarsi dalla sua stretta, più si muoveva più faceva male e più l'uomo aumentava la forza con cui gli stringeva il collo, Mimmo non respirava più quindi si arrese.

«L-lo faccio, p-p- promesso» cercò di parlare con il poco di voce che gli era rimasta e la mano dell'uomo allentò la presa anche se il suo respiro era ancora bloccato e l'aria gli arrivava a stento nei polmoni.

Dopo quelle parole Molosso sorrise e il gigante lo lasciò andare, Mimmo cadde a terra e si rannicchiò stringendosi con una mano la gola e con l'altra lo stomaco mentre boccheggiava in cerca d'aria, guardò Molosso andare via insieme all'amico e lui rimase steso sul pavimento, tirò un pugno contro il ferro del letto e le sue nocche presero a sanguinare, la guardia gentile era arrivata in suo soccorso, mentre passava per i corridoi lo vide lì rannicchiato sul pavimento e accorse subito da lui, era poco più alto di lui e gli ricordava molto Simone come statura, aveva i capelli castano chiaro e portava un mullet che su di lui stava da dio, piano lo aiutò ad alzarsi, Mimmo voleva tanto che al posto suo ci fosse stato Simone ma poteva accontentarsi ed immaginare che la guardia fosse lui, ad un tratto un altro colpo di tosse, Mimmo si mise la mano davanti la bocca e del sangue la sporcò, venne portato in infermeria il più veloce possibile, gli fasciarono la mano e gli diedero del ghiaccio per le restanti ferite, non avevano creme ed essendo che, a parte il labbro che si era quasi cicatrizzato, erano tutti lividi, non potevano fare molto.

«Chi è stato?» gli chiese la guardia poggiandogli la mano sulla spalla, Mimmo non disse nulla, si limitò a sospirare silenziosamente, usò la scusa del dolore per non parlare, sapeva che facendo nomi avrebbe peggiorato.

La guardia lo accompagno nuovamente in cella tenendolo sottobraccio e poi, piano, lo aiutò a salire sul letto, se lui non fosse arrivato in suo soccorso probabilmente Mimmo sarebbe ancora a terra a tossire sangue, gli faceva male ogni cosa, la testa, la mano, la faccia, i polmoni, la gola, ogni cosa, in quel momento avrebbe desiderato solo un abbraccio ma non lo poteva avere, chi si abbraccia le guardie è definito un lecca culo, si limitò a mettersi a letto e guardarlo andare via in silenzio chiudendogli la porta a chiave, dopo lo scatto della serratura lo guardò, gli fece un sorrisino e gli mimò qualcosa con le labbra probabilmente qualcosa tipo "riposati".

Quando poi la guardia se ne andò Mimmo si ritrovò solo con i suoi pensieri, non ce la faceva più, aveva così tanta paura di mettere nei guai Simone che uno strano e doloroso peso gli si posò sul petto, riprese le cuffie che aveva lasciato lì e poi fece partire una canzone dalla riproduzione casuale, partì "Na Catena" di Geolier, chiuse gli occhi e si portò le mani allo stomaco, aveva gli occhi lucidi e si sentiva che delle lacrime adesso gli stavano bagnando le guance, pensò a Simone, a quanto gli mancasse, a quanto lo avrebbe voluto baciare ed abbracciare in quel momento, pensò a quanto avrebbe voluto appoggiare la sua testa al petto di Simone per ascoltare il battito del suo cuore e cullarsi nel suo suono rassicurante, un'altra consapevolezza lo colpì in pieno, come un treno a tutta velocità, pensò al fatto che non poteva farsi vedere in quel modo da Simone, sapeva che se lui lo avesse visto in quel modo probabilmente avrebbe voluto saperne di più e sapeva che raccontargli di più voleva dire metterlo in mezzo ai suoi casini e quella era l'ultima cosa che voleva fare, lo avrebbe protetto in qualsiasi momento pure a costo della sua stessa vita e sapeva che se proteggerlo significava dover stare lontano da lui, per quanto male gli avrebbe fatto, lo avrebbe allontanato il più possibile.

Si chiese cosa stesse facendo, se anche lui lo stesse pensando, si immaginò lui seduto alla scrivania che studiava qualcosa e si passava nervosamente le mani nei capelli mentre leggeva e rileggeva i paragrafi cercando di capirci qualcosa, il fatto che riusciva ad immaginarselo quasi come se fosse in camera sua gli faceva capire che per quanto lo aveva osservato negli ultimi nove giorni avrebbe potuto immaginare con facilità qualsiasi scenario con lui protagonista, mentre ancora pensava a varie ipotesi su cosa il ragazzo potesse star facendo il sonno ebbe la meglio e la stanchezza gli fece chiudere gli occhi, si addormentò ancora con le cuffie alle orecchie e il silenzio della stanza non era mai stato così tranquillo. 

*spazio autrice*

questo capitolo è un po' più corto degli altri ma avevo in mente di far succedere questa cosa da prima di far arrivare Molosso quindi siccome non può essere sempre tutto rose e fiori dobbiamo mettere un po' di dolore per i nostri ragazzi :)

avevo in mente questo capitolo da così tanto tempo che ho finito di scriverlo in un ora hahaha.

spero vi sia piaciuto!!<3

𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐞- 𝐌𝐢𝐦𝐦𝐨𝐧𝐞♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora