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Simone si stava dirigendo in biblioteca, l'orario delle lezioni era finito da poco, De Angelis se ne era andato e la biblioteca solitamente a quell'ora era sempre chiusa ma, comunque, come se nulla fosse ogni volta che Simone aveva allenamento subito dopo le lezioni, andava lì per mangiare e rilassarsi un po'.

Quando arrivò la porta era già aperta, ciò stava a significare che all'interno della biblioteca c'era ancora qualcuno, come previsto infatti al tavolo era seduto Mimmo con le cuffie alle orecchie e le gambe incrociate su di esso, sembrava così assorto nella sua musica che quasi gli dispiaceva distrarlo, infatti proprio per questo non lo fece, si fermò appoggiato allo stipite della porta e in silenzio si mise ad ammirarlo, teneva gli occhi chiusi e muoveva la testa al ritmo, la canzone doveva essere molto ritmata, non si sarebbe sorpreso se fosse stata qualche cosa di Geolier o Liberato, forse era più per uno stereotipo ma anche il modo in cui si muoveva gli faceva pensare a qualcosa del genere, gli faceva quasi ridere, era così tenero che gli scioglieva il cuore.

Si schiarì la gola in cerca della sua attenzione senza alcun successo e poi gli passò velocemente una mano davanti al volto facendolo sobbalzare per lo spavento.

«Mannagg 'a madonn' Simò m'hai fatto caca sott'» Mimmo si levò le cuffie e si portò una mano al cuore, Simone rise e poi scostò la sedia per sedersi.

«Ridi ridi, strunz» rise ancora di più.

«Che ci fai qui? La biblioteca è chiusa» gli chiese Mimmo voltandosi verso il ragazzo che era intento ad estrarre delle cose dal suo zaino.

«Allenamento pomeridiano, solitamente quando l'allenamento capita di primo pomeriggio mi fermo a mangiare qui, tu invece, Che ci fai qui?»

«Non volevo torna' in carcere e questo è l'unico posto che conosco quindi il professore m'ha ritt che potevo restare» Simone annuì e poi estrasse dallo zaino due panini.

«Wa, due panini tieni, quant' mangi?» esclamò Mimmo stupito facendo ridacchiare Simone.

«Beh, in verità uno l'avevo preso per te, speravo di passare un po' prima della fine delle lezioni per portartelo ma non ho avuto tempo quindi avevo un po' paura di aver sprecato soldi» si portò una mano alla nuca grattandola leggermente imbarazzato, Mimmo sorrise, un sorriso gigante e pieno di gioia.

«Grazie Simò, nun dovevi, non tengo soldi, non posso ripagartelo» Simone gli diede un lieve spintone facendogli capire che non doveva sdebitarsi perché Simone non voleva nulla in cambio, Mimmo si sentiva in colpa, non lo voleva accettare ma ormai Simone l'aveva comprato e la sua fame gli diceva di prenderlo e divorarlo in un boccone.

«Ti ho preso una coca-cola, la vuoi?» gli occhi di Mimmo si illuminarono di felicità, non beveva una coca-cola da così tanto tempo che gli sembrava passata un'eternità dall'ultima volta che aveva assaporato il gusto della bevanda, annuì felice come un bambino e Simone sorrise intenerito dal ragazzo, sembrava così bimbo che gli scaldava il cuore.

Entrambi iniziarono a mangiare i loro panini e si misero a chiacchierare, erano spensierati, felici e pieni della presenza l'uno dell'altro, si erano incontrati per la prima volta quello stesso giorno e si sentivano di conoscersi da una vita, ma questo era anche un po' perché Dante aveva parlato a Mimmo di suo figlio in modo morboso, riusciva a trovare una scusa per parlargli di lui in ogni momento ed era quasi la stessa cosa per Simone, soprattutto da quando suo padre aveva scoperto che Mimmo sarebbe stato trasferito a Roma non faceva altro che parlare di lui e raccontare a Simone un sacco di aneddoti divertenti sulle loro conversazioni.

«Prima hai ritt' ca 'o rapport' co professor' nun è bell', t'offendi si t' chied' pecché» Simone scosse la testa sorridendo, era vero che odiava parlare del rapporto con suo padre alle persone però con Mimmo era diverso, si sentiva sicuro, si sentiva come se potesse parlargli di ogni cosa, anche la più brutta per lui da dire, senza alcun problema.

𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐞- 𝐌𝐢𝐦𝐦𝐨𝐧𝐞♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora