14.

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Quella mattina Mimmo non aveva alcuna voglia di alzarsi dal letto, l'unica ragione per alzarsi era incontrare Simone che però, per i lavori che doveva fare, non voleva assolutamente vedere, quando il sole attraversò le sbarre della finestra colpendolo in pieno lui iniziò a rigirarsi nel letto per evitarlo, inutile dire che però non servì a nulla, scese dal letto contro voglia e si mise a cercare dei vestiti puliti per uscire.

«Ancora così stai?» la voce di Davide riecheggiò per la stanza vuota facendo sobbalzare il ragazzo.

«Non avevo tanta voglia di alzarmi» gli rispose lui sollevando le spalle e mettendosi una maglia che aveva trovato vicino al suo letto.

«Come mai?»

«Nulla di che, sono stanco»

«Va bene, ti aspetto fuori, fai veloce» concluse in fine Davide appoggiandosi al muro esterno della cella.

Mimmo era finalmente pronto, indossava una maglia dei nirvana molto larga e dei pantaloni baggy, sopra la sua solita giacca rossa, uscì dalla cella e insieme a Davide iniziò a dirigersi verso l'uscita.

«Sai che stavo pensando di farmi il mullet, tipo il tuo» disse ad un certo punto Mimmo passandosi una mano nei capelli, a quella affermazione Davide lo squadrò per qualche secondo e poi scrollò le spalle.

«Secondo me ti starebbe bene, se vuoi un giorno ti faccio un permesso e ti porto dal barbiere» sul volto di Mimmo prese forma un grande sorriso e poi prese ad annuire lentamente.

«Grazie» disse uscendo dal cancello in lontananza poteva vedere Simone aspettarlo sulla moto e alla vista del ragazzo il volto di Davide si rabbuiò.

«Cosa ci fa qui? vuoi che lo mando via?» disse lui voltandosi per guardare il ragazzo.

«No, penso sia tutto apposto» gli rispose grattandosi la nuca leggermente in imbarazzo.

«Se serve che gli rompo le ossa non esitare a chiedere eh» disse posandogli una mano sulla testa e scompigliandogli leggermente i capelli.

«Ne terrò conto» concluse ridacchiando.

Dopo aver salutato l'uomo si allontanò dal cancello per raggiungere Simone che lo aspettava con un sorriso stampato in volto, a vederlo prese a sorridere anche Mimmo che gli stava quasi correndo incontro.

«Ma sai che sei carino quando sorridi come un coglione» gli disse posandogli le mani sulle guance, Simone sorrise ancora di più.

«È colpa tua se sorrido come un coglione» gli rispose avvicinandosi in modo provocatorio al suo volto, a quello Mimmo gli sorrise e con la mano lo allontanò leggermente.

«Sarai pure carino ma sei uno scassa cazzo di prima categoria» alzò gli occhi al cielo e mise il casco che Simone gli stava porgendo.

«Tanto ti piaccio lo stesso» concluse scrollando le spalle prima di mettere in moto il suo motorino.

«T' piacess'» lo provocò Mimmo posandogli poi le mani sui fianchi per mettersi in equilibrio

«Vaffanculo» Mimmo fece una risatina compiaciuta e nel frattempo si erano finalmente allontanati dal carcere.

Solo dopo un po' che vagavano a vuoto Simone si rese conto di non sapere neanche dove deve portare il ragazzo.

«Dove ti devo portare?» chiese rallentando.

«Lasciami davanti al primo bar, poi devo fare una cosa» rispose vago sperando con tutto il suo cuore che Simone non si impicciasse, si era illuso.

«Vabbè vengo con te, dimmi cosa» Mimmo se lo aspettava e doveva ammetterlo, dirlo a Simone gli avrebbe tolto un grande peso ma per il bene del ragazzo non poteva farlo.

𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐞- 𝐌𝐢𝐦𝐦𝐨𝐧𝐞♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora