Capitolo 16

73 4 0
                                    

Willow pov

Una mano è posata sul mio fianco destro e mi disegna dei cerchi sulla pelle nuda. Il contatto sembra quello con il ghiaccio ma allo stesso tempo non è spiacevole e me lo godo per qualche altro secondo prima di iniziare a muovermi pigramente. La mia schiena ha pieno contatto con un petto muscoloso.

Mai avrei pensato che Keir Volkov si distendesse al mio fianco e mi abbracciasse mentre dormivo, per il semplice motivo che gliel'ho chiesto. Conoscendo l'udito dei vampiri presumo che abbia già percepito che sono sveglia, ma la cosa non fa variare minimamente il contatto che c'è tra noi.

Mi rigiro tra le coperte e aprendo gli occhi assonnati mi trovo davanti il torace marmoreo del mio capo "Buongiorno" mi saluta abbassando gli occhi neri su di me.

"Buongiorno" replico intontita dal sonno e godendomi ancora la mano sulla pelle, che ora è passata al fianco sinistro, mentre disegna cerchi inesistenti "che ore sono?"

"Mezzogiorno" replica con una voce calda, gentile e quasi dolce, in questo momento non è il Keir che ho sempre conosciuto, ma un uomo che gli assomiglia solo fisicamente.

Il mio secondo pensiero è Luna, che sicuramente avrà già rivoltato mezzo mondo dopo non avermi trovata nel mio letto, dovrei alzarmi e andare a cercarla, per dirle che sto bene ma questo letto ha un'attrazione gravitazionale più forte della mia volontà.

"Avresti potuto svegliarmi prima" affermo stiracchiandomi e stropicciando gli occhi.

"Dormivi così serenamente che mi avresti picchiato se ci avessi provato"

Era una battuta per caso? Keir Volkov ha appena fatto una battuta? Il mondo si è proprio capovolto ultimamente.

Il mio essere una strega mi sta urlando di andarmene, sono nel letto di un vampiro, con anche lui all'interno. D'altro canto non mi dispiace la bolla che si è creata, gli avvenimenti della scorsa notte non sono spariti dalla mia mente, ma questa situazione la fa sembrare quasi un brutto sogno.

Ridacchio in risposta al suo commento "Come sei gentile" replico sarcastica "Luna ha già messo a soqquadro qualsiasi stanza alla mia disperata ricerca?"

"Circa tre ore fa, è entrata urlando ma non ti sei minimamente smossa dalla tua posizione"

Annuisco, un classico. Sospiro pesantemente e mi alzo, privandomi del contatto con l'unica persona che mi ha fatta sentire al sicuro. Un vero scherzo del destino se ci si pensa, l'uomo da cui dovrei stare distante mi ha stretta a lui senza esitare per tutta la notte, solo perché io mi sentivo al sicuro tra le sue braccia.

Il freddo del mondo all'esterno del piumone mi investe e noto la mia felpa su una delle lussuose sedie della stanza. La luce di metà giornata riempie l'ambiente e lo rende molto intimo. E' uno spazio grande, che rispecchia un lato del mio capo che non sapevo esistesse.

Ripenso alla serata passata ieri e la parola 'fratello' mi rimbomba tra le tempie e rifletto molto sul come affrontare il discorso "Tu sapevi che fosse lui sulle mie tracce?"

"L'ho intuito poco prima di trovarti ieri sera, non abbiamo un rapporto da tanti anni"

"Cos'è successo?"

Valuta per diversi secondi se rispondermi, un silenzio pesante che mi fa intuire che non voglia parlarne. Mi avvio alla porta quando odo la sua voce "Dalla morte di nostra sorella, nel 1735"

Un lieve dolore mi colpisce il cuore, non gli domando come sia avvenuto il tutto perché sento la sofferenza dalla sua voce. Rimango lievemente stordita dalle sue parole ma decido di non approfondire, abbasso la maniglia e odo lievemente un "tra mezz'ora verrà servito il pranzo" finchè rimetto un muro tra di noi.

The spell of memories and timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora