Capitolo 1

111 7 32
                                    

Do you believe in magic?

Willow pov

Ma è possibile che riescano a sbagliare il mio nome in ogni dannata caffetteria?

Ogni mattina, nonostante il barista mi conosca da settimane, continua a sbagliare il mio nome. Assurdo. Quasi da querela.

Con i tacchi a spillo che battono frenetici sul cemento, cammino spedita tra le vie di Manhattan.

Stamattina ho un colloquio per un nuovo lavoro, l'ennesimo in realtà.

Solo perché sei troppo esigente e non ti va ma bene niente.

Zitta, non è un dramma avere delle aspirazioni.

Ho un curriculum impeccabile, ogni azienda sarebbe lieta di lavorare con la sottoscritta, il vero problema è che loro non piacciono a me.

Oggi incontro l'ennesimo capo di industria che spero vivamente non sia leccaculo come gli altri.

Mi stringo nel mio cappotto autunnale accelerando il passo, finché non vedo l'enorme palazzo davanti a me.

Volkov Industries.

Entro velocemente e una delle due ragazze alla reception mi sforna un sorriso tutto programmato. I capelli biondi sono impeccabili e anche ogni dettaglio del suo viso e del suo abbigliamento, nemmeno una minuscola imperfezione, inquietante.

Sembra una barbie.

"Lei chi è?"

"Sono Willow Altair, sono qui per il colloquio con il signor Volkov"

"Ultimo piano, prenda l'ascensore alla sua destra. Ma non si faccia troppe aspettative, il signore è molto esigente"

E questa chi diavolo si crede di essere ora?

Non posso farle spuntare un brufolo gigante in mezzo alla fronte vero?

Niente magia con gli umani ragazzina.

Stupide regole da strega.

"E io sono molto qualificata" rispondo con un occhiolino e un sorriso prima di andare a chiamare il trabicolo macchinoso.

In trecento anni di vita non mi sono mai abituata a questi affari, ne ho visti cadere fin troppi.

Ho capito che sono immortale, ma se qualcuno mi uccide, io muoio.

Sembra una barzelletta detta così.

E taci un pò.

Le porte dell'ascensore si aprono e schiaccio il pulsante per il trentaduesimo piano.

La macchina infernale inizia a tirarmi su ed io sorseggio il caffè mentre spero di non morire.

Potresti fermare la caduta volendo.

Non sembrerebbe sospetto un ascensore in caduta libera che si ferma così dal nulla?

Touchè.

Per una volta mi dai ragione, un miracolo.

Disse la pazza gioendo per aver ragione contro la propria coscienza.

Vaffanculo.

Finalmente le porte dell'ascensore si aprono e danno su un meraviglioso open space.

Le vetrate ricoprono interamente la stanza e solo una scrivania vuota occupa l'enorme piano davanti a me. A sinistra c'è una grande porta chiusa a due ante.

Non intravedo molto ma posso dedurre che sia stato rinnovato negli ultimi 2 anni.

"Salve" mi saluta una donna in un tailleur blu e un caschetto biondo, avrà quarant'anni. E' sbucata alla mia destra senza che l'avessi vista arrivare e questo mi ha fatto prendere un infarto.

The spell of memories and timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora