Capitolo 7

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Willow pov

Le strade sono deserte quando le percorro.

Le persone normali non guidano per Manhattan all'una e mezza di notte.

Ho le mie ragioni.

Luna ti ucciderà appena lo verrà a scoprire.

Su questo non posso dissentire, posso solo correre il più lontano possibile da lei.

Sorrido pensando alla sua reazione quando verrà a scoprire cosa sto per fare, anche se in realtà dovrei solo esserne preoccupata.

In lontananza noto l'edificio a me interessato, vivrà qui? C'è uno scomparto segreto da cui entrare nel suo covo malvagio?

E' un vampiro, non Batman.

Non insultare la nostra creatività.

Un nodo di tensione si imbroglia nella mia pancia mentre fermo, per la terza volta da quando mi sono svegliata, l'auto nel parcheggio della Volkov Industries. Il luogo sembra completamente deserto, decido di utilizzare l'ascensore del parcheggio per arrivare all'ultimo piano. Le consuete porte di acciaio si spalancano, dandomi la possibilità di vedere ancora una volta, forse l'ultima, questa favolosa vista.

Mentre venivo qui non avevo realizzato quanto stupida ed impulsiva fosse stata la mia decisione, ora un macigno mi crolla sulle spalle, la consapevolezza che questo potrebbe essere uno degli ultimi battiti del mio cuore. La possibilità di morire non è mai stata nelle mie più remote paure per tutta la durata della mia esistenza, sono stata immortale da quando sono nata e non mi è mai stato nascosto. La paura dell'oblio non è mai stata nei miei più remoti pensieri.

Esco dall'ascensore giusto in tempo perché le porte si chiudano alle mie spalle, il macigno che sto portando sembra aumentare di peso mentre mi avvicino alla porta chiusa dell'ufficio.

"Non possiamo fare nulla, la troveranno comunque" esclama una voce oltre la porta, quest'uomo sembra parecchio arrabbiato.

"Non possiamo nemmeno lasciare che gironzoli nelle nostre vite, ormai sa di te, se non lo ha già capito impiegherà molto poco a collegarci" replica una voce che non riesco a riconoscere "Perché diavolo hai fatto saltare la tua copertura?"

"Non sono affari tuoi, ora vattene, devo stare da solo" termina il mio capo con voce severa, il suo tono traspare anche se un muro ci divide. Sembra aver perso la solita e composta indifferenza che lo contraddistingue da quando lo conosco.

La porta si apre di colpo davanti a me, senza darmi il tempo di reagire, una figura che ora riconosco mi sbatte al muro opposto della stanza. Emetto il mio dolore e la mia sorpresa con un sonoro grido che fa aumentare ulteriormente la presa del mio aggressore sulla mia gola. Mi rendo conto che i miei piedi non stanno toccando terra e che l'aria inizia a scarseggiare nei miei polmoni.

"Dammi una buona motivazione per non staccarti la testa, risolverei tutti i nostri problemi in meno di cinque secondi" esclama Raven adirato.

Tutti i miei sensi di strega si attivano e con una forza che non sapevo di avere gli sferro un calcio sullo stomaco, mi da pochi attimi in cui allenta la presa sulla mia gola, per pronunciare in gaelico parole di ammonimento.

L'uomo si accascia a terra quasi istantaneamente, dilaniato da un dolore proveniente da ogni cellula del suo corpo. Uno sprazzo di orgoglio si crea in me a sapere di essere io l'artefice del suo dolore.

"Basta" ordina una voce a pochi metri da me, alzo lo sguardo e noto i capelli corvini e gli occhi color pece che mi scrutano da lontano. Realizzo che può sentire il battito tamburellante del mio cuore nel petto.

The spell of memories and timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora