Capitolo 7

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Quando arrivammo in pronto soccorso mi fecero accomodare in una stanzetta piccola e profumata e mi fecero stendere su un lettino che mi aspettavo molto meno confortevole.

Probabilmente non era così comodo in realtà, ma visto che mi aspettavo di sdraiarmi su una tavola di titanio, forse la mia immaginazione mi convinse che la superficie fosse davvero morbida.

Mi cambiarono la flebo e tenerono i miei parametri sotto controllo su un display.

Qualche minuto dopo, però, mi debbi scomodare dalla mia stanzetta e mi portarono in un reparto per fare una tac.

Con quell'esame non rilevarono nulla di preoccupante e mi fecero riaccomodare nella mia camera.

Gli ospedali mi avevano sempre fatto una gran paura e anche in quell'occasione l'ansia mi salii al limite, facendomi battere il cuore all'impazzata.

Il pomeriggio stesso mi fecero altri esami: mi dissero che i parametri erano tornati apposto e che mi avrebbero dimesso proprio quella sera.

A dire la verità, non me lo sarei mai aspettata.

Chiamai Jade, che dopo uno squillo, come previsto, mi rispose con voce spaventata.

Jade rispondeva sempre dopo uno squillo.

La salutai, tranquilizzandola, dicendole di farsi trovare con la macchina insieme a sua madre, davanti all'ospedale verso le 20.

Lei mi diede l'ok, con voce meno angosciata.

"Ti voglio un mondo di bene Ava, ricordatelo"

non mi diede neanche il tempo di dire un'altra parola che buttò giù.

Trascorsi quel pomeriggio in modo abbastanza sereno.

Prima di essere dimessa un'infermiera mi tolse delicatamente la flebo, e mi appoggiò delicatamente un cerotto sul punto in cui avevo tenuto l'ago.

Io la ringraziai e poi mi alzai con cautela dal letto.

Mi sentivo abbastanza una merda, ma trascurai il dettaglio rassicurandomi mentalmente dicendomi che era tutto nella norma.

Il dottore mi chiamò nel suo studio e mi trascrisse un farmaco per l'ansia, da prendere tutti i giorni prima di andare a dormire.

Scesi le scale dell'ospedale accompagnata da una dottoressa che mi congedò sventolando la mano.

Trovai lì Jade ad aspettarmi: mi corse in contro e mi abbracciò come se non ci fossimo viste per un'eternità.

La sua stretta era carica di sollievo e commozione.

Io la strinsi forte a me, aggappandomi al suo collo e piegando leggermente le ginocchia per abbassarmi alla sua altezza.

Anche Sarah mi abbracciò col suo modo tanto delicato di fare, mi posò un bacio morbidissimo sulla guancia e poi salimmo in auto tutte e tre insieme, con Jade che continuava a tenermi stretta la mano.

Tornammo a casa e Sarah mi disse subito di andarmi a riposare sul letto della nostra camera e poi invitò sua figlia a fare lo stesso.

"È stata una giornata molto stancante, soprattutto per te, Ava. Riposatevi."

Sarah ci congedò così e noi seguimmo il suo consiglio.

Salimmo insieme nella nostra stanza, sdraiandoci sul letto.

Jack tornò pochi minuti dopo e salì in camera abbracciandomi senza accennare una parola.

Strano per lui, che era sempre stato una macchina instancabile che produceva parole senza mai frenarsi.

Poi scoccò un bacio sulla fronte a Jade, che lo abbracciò forte.

Quella sera decisi di raccontare tutto a Jade.

Tutto.

Le raccontai nei dettagli tutte le ultime crisi che avevo avuto, cosa era successo quando avevo incontrato lo psicologo e come stava mutando il mio rapporto con Dylan.

Notai che lei mi stava osservando in tutti i miei racconti. Non mi interruppe nemmeno una volta, e questo mi fece molto piacere. Nel frattempo arrivò Sarah con la cena ben servita su dei vassoietti con delle fantasie floreali. Aveva cucinato gli hotdog, accompagnati dalle patatine fritte. Io la ringraziai e poi presi in mano il vassoio, e passai l'altro a Jade. Poi Sarah, non prima di averci rivolto un bel sorriso, chiuse la porta, lasciandosela alle spalle. Finii i miei racconti e io e Jade parlammo ancora un po' di queste tematiche. Poi lei mi disse: "È stata una giornata molto impegnativa e pesante, quindi ora è arrivato il momento di cazzeggiare un po', guardiamo una bella serie su Netflix!" accolsi con piacere la sua idea e non perdemmo tempo a sceglierne una: guardammo un film horror alla fine: Fear Street, un film di cui tutti ci parlavano assai bene. Non nego che a più scene mi tappai gli occhi, ma fu davvero una bella serata, in cui facemmo tante risate e ci liberammo temporaneamente da tutti i pensieri che in quel periodo ci affollavano la mente. Ci addormentammo una abbracciata all'altra e anche io sorprendentemente feci sogni d'oro.

La mattina dopo mi svegliai allegra e vivace, a differenza del giorno prima. Mi tirai su allargando le braccia e stiracchiandomi. Mi voltai verso il comodino e presi in mano il telefono. Lo accesi e vidi subito che non avevo ricevuto messaggi. Mi alzai dal letto e mi infilai le pantofole. Andai in bagno ed entrai in doccia per darmi una rinfrescata. Una volta finita avvolsi il mio corpo nudo in un asciugamano di spugna di color rosa cipria. Attaccai il phon alla spina e iniziai ad asciugarmi i capelli. Notai che erano un po' cresciuti ma mi piacevano anche a quella lunghezza. Mi lavai i denti e riservai allo specchio un gran sorriso. Poi iniziai a ravvivarmi il viso con un po' di trucco : sistemai le sopracciglia, mi feci un lungo e spesso eyeliner e aggiunsi un velo di mascara. In quel periodo la mia carnagione era più chiara del solito, quindi aggiunsi un po' di cipria e un po' di blush. Infine contornai le mie labbra e aggiunsi del lucida labbra di un tono naturale. Uscii dal bagno e andai a cercare degli abiti nel mio armadio: tolsi l'asciugamano e mi infilai il reggiseno allacciandolo un po' a fatica dietro la schiena. Poi mi infilai gli slip e osservai allo specchio la mia pelle liscia, ricoperta di tatuaggi sull'addome e le braccia. Mi piacevano molto e ognuno di questi rappresentava qualcosa di me. Mentre mi vestivo mi raffiorò alla memoria il messaggio che mi aveva inviato il giorno prima Dylan. In quel messaggio c'era una marea di amarezza e volevo in qualche modo farlo ricredere su di me. Non ero solo una stronza insensibile, sapevo anche essere simpatica, ironica e gentile. Poi tornai a riflettere sull'abbigliamento che volevo indossare e decisi qualcosa di carino, ma nel mio stile: scelsi un top a maniche lunghe rosso che si allacciava grazie a dei simil bottoni. Poi rimasi un po' incerta su cosa indossare come parte inferiore ma alla fine decisi di mettere dei jeans a palazzo di un color jeans molto chiaro e delle sneakers bianche e rosse. Per me i gioielli erano immancabili quindi mi allacciai al collo delle belle collane: alcune pendenti e altre più strette al collo. Poi mi infilai alle dita alcuni dei miei anelli e guardandomi allo specchio mi trovai soddisfatta. Era tanto che non mi valorizzavo così tanto e finalmente, dopo tutto quel tempo, mi vidi bella. Per me quel momento valse come una rinascita, la mia piccola grande rinascita.

𝑺𝑷𝑨𝒁𝑰𝑶 𝑨𝑼𝑻𝑹𝑰𝑪𝑬🎄
𝑪𝒊𝒂𝒐 𝒂 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊/𝒆!! 𝑰𝒏𝒏𝒂𝒏𝒛𝒊𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝑩𝒖𝒐𝒏 𝑵𝒂𝒕𝒂𝒍𝒆! 𝑰𝒆𝒓𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒂 𝒊𝒏𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒂 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́ 𝒎𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒈𝒐𝒅𝒖𝒕𝒂 𝒊 𝒇𝒆𝒔𝒕𝒆𝒈𝒈𝒊𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒊𝒏 𝒇𝒂𝒎𝒊𝒈𝒍𝒊𝒂. 𝑺𝒑𝒆𝒓𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒅 𝒗𝒐𝒊 𝒂𝒃𝒃𝒊𝒂𝒕𝒆 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒂𝒕𝒐 𝒖𝒏 𝒇𝒆𝒍𝒊𝒄𝒆 𝑵𝒂𝒕𝒂𝒍𝒆. 𝑰𝒏 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒑𝒆𝒓𝒊𝒐𝒅𝒐 𝑨𝒗𝒂 𝒆̀ 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒂 𝒇𝒐𝒓𝒕𝒖𝒏𝒂𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊𝒎𝒆𝒔𝒔𝒂 𝒆 𝒉𝒂 𝒅𝒆𝒄𝒊𝒔𝒐 𝒅𝒊 𝒗𝒂𝒍𝒐𝒓𝒊𝒛𝒛𝒂𝒓𝒔𝒊 𝒖𝒏 𝒑𝒐'. 𝑽𝒊 𝒂𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒂𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒔𝒔𝒊𝒎𝒊 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒊 𝒆 𝒔𝒑𝒆𝒓𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒗𝒊 𝒔𝒕𝒊𝒂 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒆𝒏𝒅𝒐.
𝑪𝒊𝒂𝒐𝒐𝒐𝒐!!!
𝒎𝒂𝒓𝒊𝒊𝒊 <3

𝓐𝓻𝓻𝓱𝔂𝓽𝓱𝓶𝓲𝓪: 𝒉𝒆𝒂𝒓𝒕𝒃𝒆𝒂𝒕𝒔 ♥︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora