Varcai la porta dello studio del dottor Pedrick titubante. E se fosse un maniaco? Ma figurati Ava! Perché pensi queste cose.
"Buongiorno.." mi salutò il dottore rivolgendomi un sorriso che svelava la dentatura perfetta.
"Buongiorno". ricambiai il saluto sul chi va là.
"Allora vediamo un po'.." rispose probabilmente parlando più a lui stesso che a me, sfogliando delle pagine che forse facevano parte della mia cartella clinica.
Iniziai a torturarmi le mie povere e innocenti unghie per sfogare lo stress. Pedrick si schiarì la voce e poi tornò a parlare: "Quindi, che malattia ha lei?"
"Le sembro un medico?" risposi sfacciata "Non ho la minima idea di quale ca-" pensai prima di dire cazzo, e mi corressi: "spita di malattia io abbia, so solo che ogni tanto, anzi, ogni poco, mi vengono queste dannate visioni, mi si offusca la vista, il battito inizia ad accelerare, svengo e mi vedo passare davanti questo.."
"Merda di flashback". il dottore finì la frase al posto mio, e mi sentii così compresa..
"Senta signorina, di casi come il suo ne abbiamo avuti pochissimi, ma ne abbiamo avuti, seppur minimi, ne abbiamo avuti".
Osservai il dottore preoccupata. CHE CAZZO PERCHÉ PROPRIO A ME? Cos'ho sbagliato nella mia vita? Sono forse destinata. Sono sempre stata trattata come una merda da qualsiasi persona io incontrassi, sono sempre stata diversa, presa in giro e disprezzata anche da bambini della mia età. Mi alzai in piedi e tirai un pugno che mi fece scricchiolare le nocche. Forse i miei genitori avevano ragione : era meglio che io non nascessi. Grondante di rabbia e con gli occhi gocciolanti iniziai a parlare: "Almeno le persone con questa malattia, sindrome, come cazzo la vuole chiamare, sono sopravvissute?" domandai incerta del mio destino. Il dottor Pedrick annuì.
"Sì, molte sono sopravvissute ma non si può dire che hanno condotto una vita normale : continuamente in ansia di avere crisi. Alcune però non ce l'hanno fatta". il mio cuore perse battiti di troppo.
Alcune non ce l'hanno fatta.
Con voce incerta e tremolante chiesi: "E perché non ce l'hanno fatta?"
"Tutte queste persone si sono completamente isolate dal mondo, vivevano da sole e sono arrivate alla fine della loro vita a non avere nemmeno un minimo di contatto con altre persone, sa, per questa malattia è fondamentale avere contatto con altre persone. Gli individui che non ce l'hanno fatta sono rimasti troppo incoscienti e poi sono.. morti" pronunciò il dottore con gli occhi lucidi e poi continuò:"La prego signorina, non voglio che un'altra ragazza muoia per questa cazzo di malattia. Se non l'ha già fatto si circondi di persone che le trasmettono energie positive e affetto, la supplico".
Il dottore ormai in preda al pianto finì la frase e io mi sentii tremare ovunque: nessuna zona del mio corpo in quel momento faceva eccezione. Le lacrime senza neanche accorgermene iniziarono a creparmi il volto, come se la mia pelle fosse ormai di porcellana. Strinsi forte i pugni contro la scrivania. Mi passai il tessuto della maglia sopra il viso, per asciugare le mie lacrime.
"Dottore, mi scusi, posso andarmene?" chiesi con la voce rotta
"Certo signorina, se ha bisogno torni, quando vuole, io sono qui pronto ad ascoltarla".
Annuii e afferrai la maniglia della porta per uscire dallo studio. Il corridoio era deserto e io mi sedetti per terra abbracciandomi le ginocchia sbucciate. Tirai un pugno per terra così forte che le nocche mi iniziarono a sanguinare. Mi alzai in piedi di scatto e iniziai a camminare rapida verso la mia stanza. Aaliyah non c'era e quindi mi lanciai in fretta sul letto senza badare al mal di ossa. Appoggiai la testa al cuscino e iniziai a fissare il soffitto in preda alla disperazione.
Pochi minuti dopo sentii una voce : "Signorina ha visite!" esclamò un'infermiera.
"Non voglio visite da nessuno". dissi sprezzante e a denti stretti.
"Ava?" sentii una voce sussurrare il diminutivo del mio nome e, ovviamente, la riconobbi nell'immediato, nonostante avessi la mente offuscata.
Jade.
"Entra". ordinai fredda.
"Beh, vi lascio sole.." disse gentile l'infermiera.
"Aspetti!" urlai facendola fermare.
"La mia mano sanguina, può medicarmela?" chiesi più gentile che potei.
"Certamente signorina, tra poco arrivo, prendo il necessario". mi confidò cordiale dopo essere venuta a controllare le condizioni delle mie nocche.
"Raccontami tutto ciò che vuoi". disse Jade pallida, fissando un punto fisso della stanza. La nostra camera era grande, certo la condividevo con Ali, ma per due persone era pur sempre enorme. C'erano due letti, divisi da una tenda, e accanto a ciascuno c'era un comodino con sopra una lampada molto carina. Inoltre c'erano dei quadri che trasmettevano allegria e una scrivania in legno e una seggiola molto comoda. Il pavimento era bianco, come tutto l'ospedale. Spiegai a Jade tutto, da cosa mi aveva raccontato Aaliyah a cosa mi aveva detto il dottor Pedrick, persino quanto mi aveva trattato di merda l'infermiera miss stronzaggine e come si scambiavano battute e sguardi la maledetta e il dottore. Quando le parlai del flirt, c'è anche da dire che probabilmente le mie imitazioni e il modo in cui spiegai, resero la storia più divertente. Jade si mise a ridere così tanto che per poco non scivolò giù dal letto. Menomale che si resse da sola, perché io avevo tutto, tranne che la forza per non farla cadere. Dopo circa 40 minuti di chiacchere, lacrime, drammi e gossip, Aaliyah tornò un po' a fatica con le stampelle nella nostra stanza.
"Oh, ciao Ali, come stai? Lei è Jade, la mia migliore amica. Jade lei è Aaliyah, chiamala pure Ali, la mia compagna di stanza!" le due si salutarono, si strinsero la mano e si scambiarono sorrisi. Andarono d'accordo da subito.
Erano in piena sintonia e io non ne potevo essere più contenta.
𝑺𝑷𝑨𝒁𝑰𝑶 𝑨𝑼𝑻𝑹𝑰𝑪𝑬👑
𝑪𝒊𝒂𝒐𝒐!! 𝑰𝒏 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝑨𝒗𝒂 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒂 𝒊𝒍 𝒅𝒐𝒕𝒕𝒐𝒓 𝑷𝒆𝒅𝒓𝒊𝒄𝒌, 𝒆 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒔𝒄𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒖𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒆̀ 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒈𝒓𝒂𝒗𝒆 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒕𝒐 𝒔𝒆𝒎𝒃𝒓𝒂𝒔𝒔𝒆. 𝑰 𝒑𝒓𝒐𝒔𝒔𝒊𝒎𝒊 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒊 𝒂𝒓𝒓𝒊𝒗𝒆𝒓𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒓𝒂𝒓𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆̀ 𝒊𝒏 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒔𝒕𝒐 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒍 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 24, 𝒒𝒖𝒊𝒏𝒅𝒊 𝒉𝒐 𝒂 𝒅𝒊𝒔𝒑𝒐𝒔𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 2 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒊. 𝑽𝒊 𝒂𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒂𝒍 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 22. 𝑪𝒊𝒂𝒐𝒐𝒐!!💝💝
𝒎𝒂𝒓𝒊𝒊 <3
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𝓐𝓻𝓻𝓱𝔂𝓽𝓱𝓶𝓲𝓪: 𝒉𝒆𝒂𝒓𝒕𝒃𝒆𝒂𝒕𝒔 ♥︎
RomancePassato problematico e tante cicatrici, Avanna è la classica ragazza dal cuore spezzato e non intende farselo ricucire da nessuno. È sempre stata ripudiata dai suoi genitori, due coniugi facoltosi e dall'animo cattivo ed è stata costretta ad andar...