Rivelazioni sorprendenti

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Nella vita tutto è diverso da quello che ci sembra.

Arrivai a destinazione dopo un'ora e quarantasette minuti, circa e mi diedi alla ricerca di Alan, fu una cosa non facile, lui non mi aveva detto dove alloggiava. Lo contattai telefonicamente.

‹‹Pronto...›› 
‹‹Tesoro, sono io. Dove sei, in questo momento, di preciso?››

Sentii che si schiarì la gola.

‹‹Perché?›› 
‹‹Sono qui a Nizza... sono venuta a trovarti››

Il mondo di Alan sembrava sconvolto. Aveva così tanti pensieri che si affollavano nella sua mente, tutti ansiosi di uscire e trovare espressione. Alla fine, riuscì a balbettare.

‹‹Gin... Ginevra non potevi dirmelo prima? Come... come sei arrivata qui?›› 
‹‹Ho agito d'impulso, devo ammetterlo, ma ho sentito il bisogno di vederti! Non importa come sono arrivata qua, ciò che conta sei tu!››

Alan si alzò dalla panchina. Era insieme alla signorina francese e si guardò intorno, come se cercasse una risposta nel paesaggio circostante.

‹‹Questa è una situazione complicata, Gin. Sto lavorando qui e non so quanto tempo avrò libero!››

Cercai di tranquillizzarlo.

‹‹Non preoccuparti, non ho fretta... posso aspettare!›› 
‹‹D'accordo, ma promettimi che non farai pazzie, Gin. Questo è un progetto importante per me!››
‹‹Ok, promesso. Sono qui solo per condividere questa avventura con te››

Alan si guardò ancora una volta intorno.

‹‹Dove sei?›› 
‹‹Se mi dicessi dove sei tu, ti raggiungerei subito!›› 
‹‹Ok››

Mi spiegò dov'era il Lungomare di Nizza e, chiusa la comunicazione, rimase in attesa, chiacchierando con Sophie. Quando arrivai, vidi la signorina, una bionda con i capelli mossi, che lo baciava sulla guancia. Il sangue mi andò al cervello. Non riuscivo a crederci! Così, avanzai lentamente.

‹‹Non ti annoiavi di certo, mentre mi aspettavi! Stronzo... sei solo uno stronzo!››

Iniziai a piangere, a tremare.

‹‹Ginevra, ti posso spiegare tutto, aspetta... non è come pensi!›› 
‹‹Mi fai schifo!››

Gli occhi della gente erano puntati su di noi, compresi quelli verdi della francese, che gli stava accanto. Mi voltai e me ne andai, ma Alan mi seguì.

‹‹Fermati!››

Non gli diedi retta.

‹‹Gin, ti vuoi fermare?››

Lui affrettò il passo, mi raggiunse e sentii afferrarmi la mano. Mi girai, avevo gli occhi pieni di lacrime.

‹‹Mi fidavo di te!››

Lui diventò serio in viso.

‹‹Non puoi farmi questo!››

Sospirò e scosse la testa.

‹‹Ti ho telefonato un giorno fa e mi ha risposto una voce femminile... chi cazzo è questa Sophie?›› 
‹‹Tutto ciò è assurdo, Gin!›› 
‹‹Ah, sì e perché?››

Lui si schiarì la gola.

‹‹È la fidanzata di Marco, il mio collega di lavoro!›› 
‹‹Perché ha risposto lei e non tu al telefono?›› 
‹‹Stavo scattando delle foto insieme a lui!››

Ci guardammo negli occhi in un tempo che sembrò infinito. Poi, mi decisi a rompere quel silenzio tra noi.

‹‹Mi dispiace, non ti credo più!››

Il ricordo di un'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora