Il segreto

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Nel cuore di ogni segreto c'è un momento in cui decide di rivelarsi. È lì che inizia la vera sfida, come affrontare la verità, come accoglierla, come farla diventare parte di noi.

La settimana a Nizza era giunta al termine, Alan e io avevamo condiviso momenti indimenticabili. La città costiera della Costa Azzurra aveva visto rafforzare la nostra storia d'amore. Era giunto il momento di affrontare le sfide che ci attendevano. Tornati a Seaham, la vita sembrava diversa. Alan era più serio, preoccupato, sembrava portare un peso invisibile sulle spalle. Nonostante le dolci parole e i momenti romantici trascorsi insieme, c'era una tensione nell'aria che non riuscivo a ignorare. Erano gli ultimi sette giorni a Seaham prima del mio ritorno a Taormina. Mi ero preparata per affrontare l'inevitabile separazione, ma avvertivo qualcosa di strano che Alan non mi stava rivelando. Una sera, mentre eravamo seduti sulla spiaggia, il vento leggero dell'oceano soffiava tra i nostri capelli, colsi l'occasione.

‹‹Da quando siamo tornati sembri così diverso... perché?››

Lui guardò l'orizzonte, come se cercasse una risposta nei profondi segreti del mare.

‹‹C'è una cosa che devo dirti››

La sua voce era carica di tristezza e, per un attimo, mi sentii stringere il cuore, già sospettando cosa stesse per succedere.

‹‹Dimmi, ti ascolto››

Alan inspirò profondamente, cercando di trovare le parole giuste.

‹‹Non mi chiamo Alan... sono un testimone protetto››

Scioccata, rimasi senza parole, gli occhi spalancati da quella rivelazione.

‹‹Un testimone protetto? Cosa intendi?››

Lui mi raccontò la sua storia, spiegando come aveva assistito al crimine di suo padre Antonio, un giornalista d'inchiesta che aveva scoperto una rete di corruzione e di criminalità, che coinvolgeva politici e imprenditori di alto livello. Aveva raccolto prove schiaccianti contro di loro da consegnare alla polizia e alla stampa. Li voleva denunciare, ma non arrivò in tempo, perché fu aggredito da due uomini armati che gli spararono dinanzi ai suoi occhi. Mi raccontò della sua prima storia d'amore finita male. Quella era una confessione che sentiva di dover condividere. Iniziai a tremare, mentre ascoltavo con molta attenzione.

‹‹Non posso credere a quello che sto sentendo, Alan o chiunque tu sia... è una situazione complessa!››

Lui abbassò lo sguardo.

‹‹Lo so, Ginevra. Non avrei mai voluto metterti in una situazione del genere! Ora comprendi perché ho voluto tenerti distante da me, perché sono stato così scontroso nei tuoi riguardi? Ma dovevo dirti la verità, perché sto affrontando una fase della mia vita molto difficile e potrebbe influenzare anche la tua››

La tensione tra di noi era palpabile. Avevo gli occhi inumiditi. Inspirai profondo e mi presi di coraggio. Volevo sapere, perché mi spinse la curiosità.

‹‹Posso sapere qual è il tuo vero nome?››

Lo osservai mentre giocava con un ciottolo colorato rosa, per scaricare il nervosismo che aveva addosso.

‹‹Matteo››

Cosa avrebbe significato tutto quello per la nostra relazione? Che cosa avrebbe comportato? Un futuro incerto? Come avremmo affrontato le sfide imminenti? Improvvisamente, lacrime silenziose iniziarono a bagnare le mie guance. Mi rizzai in piedi, asciugandole con il dorso della mano.

‹‹Così, mi hai preso in giro per tutto questo tempo?››

Lui gettò il sassolino. Lo vidi stringere i pugni e poi, alzarsi. Tutti i suoi muscoli erano tesi.

‹‹Non è vero, ho cercato solo di proteggerti!›› ‹‹Non ti credo!››

Le onde dell'oceano continuavano a infrangersi sulla spiaggia, come se il mare stesso riflettesse la tempesta che si stava scatenando tra di noi. Mi allontanai da lui, ferita e tradita dalla sua rivelazione. I segreti, le bugie e le tensioni avevano raggiunto un punto critico. Matteo rimase solo sulla spiaggia, incapace di seguirmi e di fermarmi. Si sentiva lacerato tra la necessità di proteggermi e il desiderio di essere onesto con me. La tempesta dentro di lui era più intensa quanto quelle che si stava scatenando fuori. La nostra storia sembrava appesa a un filo sottile, entrambi dovevamo far fronte alle conseguenze delle nostre azioni e decisioni. Il futuro appariva sempre più insicuro. Tornata al bed and breakfast, mi precipitai nella mia stanza, fuggendo allo sguardo interrogativo di Sarah. Gettandomi sul letto, la frustrazione esplose in un pianto disperato, con i pugni che battevano contro il cuscino.

"Perché ti sei preso gioco dei miei sentimenti... perché?"

Singhiozzai, chiedendo a me stessa il motivo per cui tutto era diventato così complicato. Nel buio della stanza, il mio cellulare vibrò, spezzando il silenzio. Con occhi gonfi e lacrimanti, afferrai il telefono dal comodino e lessi.

- Buona notte, Ginevra.

Era Daniel, il giovane uomo che avevo conosciuto in biblioteca. Probabilmente, il mio numero glielo aveva dato Susan, perché entrambi si conoscevano. Le parole luminose sullo sfondo dell'oscurità avevano un effetto strano sul mio cuore ferito. Sentii una miscela di emozioni, tra cui confusione e curiosità. Il giorno successivo, la signora Jones mi invitò a fare una lunga passeggiata sul lungomare, cercando di chiarire le cose. Le raccontai tutto e l'anziana mi ascoltò con molta attenzione. 

‹‹Mi spiace tanto! In fondo, sei una brava ragazza e non lo meriti!››

Mi abbracciò. Intanto, continuavo a ricevere messaggi di Daniel, che sembrava desiderare avvicinarsi a me. La sua presenza nella mia vita era una luce nelle tenebre ma, allo stesso tempo, scatenava una serie di emozioni complesse. C'era qualcosa di intrigante in quell'interesse improvviso da parte sua. Nel frattempo, nel tentativo di risolvere la tensione fra noi, Matteo cercò di avvicinarsi a me. Ma, mentre tentava di farlo, la presenza di Daniel non sfuggì alla mia attenzione. L'ombra della gelosia iniziò a oscurare la mente del mio ragazzo, portando agitazione aggiuntiva alla nostra relazione già incrinata.

Il ricordo di un'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora