7. Paris?

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La verità nascosta.
Paris?



Immobile sul letto da dieci minuti, Niall non aveva neanche più la forza di pensare. Keira aveva prosciugato la sua mente, l'aveva svuotato e si era portata via la parte migliore di lui.
Quello che Lisa vedeva, non era il vero Niall. Quello che tutta la gente aveva visto in quelle ormai tre settimane non era Niall.
Era solo una proiezione sbiadita di ciò che era rimasto di lui. Il resto, tutto il resto, se ne era andato via con la sua ragazza.
'Lo sai che sarei stato la tua vita.'
'Il mio cuore respirava per questo, sarei stato la tua voce'
'Avrei trovato le parole da dire, prima che mi lasciassi quel giorno.'
'Provare a gridarlo fuori dai miei polmoni rende tutto più difficile..'
'Le lacrime scendono sul mio viso, non posso fare niente per fermarle.'
'I ricordi mi ritornano in mente, facendomi andare indietro nel tempo..'
'Lo sai che sarei stato la tua ragione di essere il mio amore.'
Possibile che si ritrovasse di nuovo a scrivere tutti quei messaggi? Si era stancato anche lui ormai, troppe parole non dette, troppe cose non fatte, troppi pensieri che lo andavano a trovare nel momento meno opportuno.
Era vero, Niall ci credeva sul serio in ciò che aveva scritto, ma sapeva fin troppo bene che era tutto tempo sprecato.
Tempo che avrebbe potuto utilizzare per uscire a divertirsi, tempo che avrebbe potuto utilizzare per restaurare i suoi rapporti con il resto del mondo, magari anche con qualche amico di vecchia data. Il problema era che Niall era confuso.
Se da un lato avrebbe voluto dimenticare Keira ed andare avanti con la sua vita, dall'altro quasi gli piaceva la situazione in cui si trovava.
Se non poteva più avere indietro la sua ragazza, preferiva rimanere in quello stato. Con l'anima in bilico tra la vita e la morte, il cuore che batteva solo il necessario per restare in vita e i ricordi che tornavano a fargli visita ogni minuto, regalandogli qualche attimo di gioia.
Anche in quel momento, mentre rileggeva quei messaggi mai arrivati al destinatario, avrebbe preferito starsene da solo. E di nuovo, quando lei bussò alla porta, si maledisse di aver lasciato che Lisa vivesse con lui.
"Niall?" lo chiamò in un bisbiglio.
"Che c'è?" chiese lui ancora sdraiato sul letto. La scena nella stanza era la stessa di poco prima, con la differenza che sullo schermo del cellulare non c'erano più i messaggi salvati, ma uno sfondo insignificante, a tinta unita.
"E'.." Si prese una pausa in cui sospirò.
"E' arrivata la posta" continuò poi, con voce leggermente tremante. Lui aggrottò le sopracciglia.
"Entra.." le suggerì, mettendosi a sedere.
"No." Non poteva vederla, ma sapeva che aveva scosso la testa. Intanto una busta bianca fu infilata sotto l'uscio. Si alzò dal letto, prendendo il foglio di carta ed aprendo la porta. Una Lisa spaventata gli si presentò davanti.
"Che succede?" chiese. Lei indicò la lettera.
"Non.. Non volevo, solo che mi ha incuriosito. Era tutta bianca e non c'era il mittente, quindi.. L'ho letta." ammise abbassando lo sguardo.
"Di chi è?" domandò lui rigirandosi la busta tra le mani. La sentì deglutire.
"La polizia" rispose guardandolo negli occhi. Niall rimase ancora più confuso.
"Cosa c'è scritto?" chiese mentre la apriva.
"Credo che.. Dovresti leggerla direttamente tu." Lui le lanciò un ultimo sguardo, prima di sedersi sul letto e leggere la lettera.
'Egr. sig. Horan,
La informiamo che la polizia di Stato ha svolto le adeguate ricerche in maniera accurata e sviluppata, giungendo ad una conclusione riguardante il corpo ritrovato il giorno 23 settembre 2011.
Secondo varie testimonianze, la ragazza è stata uccisa verso le due e mezza di notte, in un luogo diverso da quello in cui è stata trovata.
Probabilmente, il portafoglio rinvenuto nelle vicinanze, era nella tasca della vittima al momento dell'incendio doloso in cui era coinvolta e, si presume, che durante lo spostamento del corpo, sia scivolato.
I testimoni, purtroppo, non sono oculari, ciò implica che non si hanno prove esplicite dell'omicidio. Le loro parole risalgono solo ad urla e all'odore di bruciato che inevitabilmente c'è dopo un incendio.
L'ospedale in cui tuttora si trova la ragazza ha passato vari giorni a cercare di recuperare almeno una cellula che potesse permettere il rilevamento del dna e,dopo aver provato ripetutamente, è giunto ad una conclusione.
D'accordo con la centrale di polizia, è stato affermato che il corpo ritrovato appartiene a Keira Hamilton, residente a Cranfield.
Le analisi sono state svolte più volte, riportando sempre lo stesso risultato, pertanto lo riteniamo affidabile al 98%.
Tutta la direzione della polizia di stato da le sue più sentite condoglianze e ci scusiamo per l'attesa dei risultati.
Cordiali saluti,
La statale di Polizia, Cranfield.'

Avete presente quella sensazione che si prova quando non si ha più niente in cui credere?
Quando ogni speranza viene abbandonata, quando si smette di sognare, quando il mondo sembra crollarti addosso?
Quando ogni cosa passa in secondo piano, quando l'unica cosa che vorresti fare e sparire dalla faccia della terra, perché non trovi motivi per rimanere?
Ecco. Ora moltiplicate tutto per cento e, forse, riuscirete a capire come si sentiva Niall dopo aver letto l'ultima parola di quella maledetta lettera.
Era sicuro, quella che aveva visto in ospedale non era la sua Keira, non poteva aver sbagliato. Eppure...
"Ti senti bene?" chiese Lisa ricordandogli della sua presenza. Lui scosse la testa.
"Puoi uscire, per favore?" chiese in un soffio, senza trovare la forza di parlare.
"Sicuro? Niall credo che.."
"Esci. Ho solo bisogno di restare un minuto da solo. Ti prego." Lei sospirò, prima di annuire.
"Ok, allora io esco, vado a fare un po' di shopping. A dopo!" disse prima di baciarlo ed uscire.
Quando la porta si fu richiusa, con un gesto spontaneo si passò il dorso della mano sulla bocca, pulendosi. Poi tornò a fissare la lettera con sguardo vuoto.
Si lasciò cadere a terra quando realizzò ciò che c'era scritto.
Era lei. Non se ne era andata, era.. morta.
L'avevano uccisa, gliel'avevano portata via e lui ancora non lo credeva possibile.
"Perché lei?!" Continuava a gridare dentro di se, mentre da fuori era rimasto quasi impassibile.
Chi non lo conosceva, se lo avesse visto in quel momento, avrebbe pensato che a non gliene importasse niente.
Che sì, gli dispiaceva, ma niente di più.
E invece Niall stava morendo dentro, stava ascoltando il suo cuore infrangersi lentamente in miliardi di piccoli pezzettini, impossibili da rimettere insieme.
Non piangeva mai, era sempre stato forte, l'uomo di casa. E, invece, per Keira aveva pianto due volte in tre settimane.
La prima addossandole tutta la colpa, la seconda odiandosi.
Si odiava perché non aveva chiarito tutto subito.
Si odiava perché non l'aveva cercata prima.
Si odiava perché non era stato in grado di proteggerla.
Si odiava e le lacrime che scendevano indisturbate sulle sue guancie ne erano, in parte, la prova.
Piangeva, perché odiava se stesso, ma in quelle lacrime c'era tutto il dolore che provava. Ognuna di quelle goccioline salate che percorrevano il profilo del suo viso, portavano con loro tutto il peso che Niall aveva addosso.
Ora più che mai, la rivoleva. Rivoleva la sua Keira, voleva poterla riabbracciare, scusarsi, dirle che non avrebbe dovuto più preoccuparsi di nulla, che ora c'era lui a prendersi cura di lei.
'Sii la mia piccola, ed io avrò cura di te.'
Avrebbe voluto urlare, rompere qualunque cosa lo circondasse, invece rimase fermo a fissare quel foglio bianco, con lo sguardo vuoto e spento.
Poi con un gesto secco lo accartocciò e lanciò contro lo specchio.
Non era vero, non ci credeva, Keira era viva. Non sapeva dove, ma era ancora viva. Vero?
Si lasciò andare a singhiozzi disperati, sedendosi sul letto e soffocando le lacrime nel cuscino.
"Torna, ti prego" sussurrò alzando lo sguardo al soffitto. Chiuse gli occhi, prima di riportare la faccia sul cuscino ed urlare con tutta la forza che aveva in corpo.
Restò in quella posizione per dieci minuti, prima di addormentarsi, distrutto.

-Due anni prima.

"Dai Keira, muoviti o faremo tardi!" urlò Jade, la sua migliore amica, correndo fuori casa.
"Come diamine fai a correre con quei tacchi?" le chiese lei, seguendola più lentamente.
"Muoviti!" la rimproverò senza risponderle.
"Eccomi, eccomi!" esclamò alzando le braccia al cielo ed entrando in macchina. Jade ingranò la quarta e partì in fretta.
"Jay, è solo una festa, sta' calma!" le ricordò utilizzando il soprannome che le aveva affibbiato sin dal loro primo incontro.
"Come faccio a stare calma?! Siamo in enorme ritardo!"
"Sono solo dieci minuti, calmati!" La bionda prese un profondo respiro.
"Ok, ok va bene." Arrivarono a destinazione dopo soli cinque minuti. Jade si precipitò dentro la casa del suo ragazzo, mentre Keira imprecava mentalmente. Lei ed i tacchi non andavano proprio d'accordo. Nonostante li usasse abbastanza spesso, ancora non sapeva camminarci in modo sciolto, come invece Jade sembrava fare. Entrò nella villa di Liam, soffermandosi all'ingresso e guardandosi intorno. C'era gente che ballava ovunque.
Fece un passo in avanti, prima di immergersi del tutto in quella folla di persone mai viste in vita sua. Sorrise bevendo qualcosa di non molto dolce mentre ballava senza pensieri.
"Ehm, scusa, posso chiederti un favore?" Un ragazzo le si era avvicinato e stava urlando per sovrastare la musica. Keira smise di ballare, squadrandolo dalla testa ai piedi con ammirazione. Era senza dubbio uno dei più bei ragazzi che avesse mai visto.
"Tu sei..?" gli chiese perdendosi nei suoi occhi azzurri. Dio, che occhi..
"Niall, piacere." Sorrise, stringendo la sua mano.
"Che ti serve?" chiese di nuovo.
"Ho perso una scommessa con i miei amici, sai quel genere di cose che accetti solo perché sei sicuro di vincere e poi invece ti ritrovi a dover pagare una penitenza che.." Lei rise.
"Arriva al punto." Fermò la sua chiacchiera. Lui ridacchiò.
"Devo baciarti" ammise.
"Cosa succede se ti dico di no?" chiese perdendo tempo. In realtà, non appena i loro occhi si erano incrociati, gli era venuta una voglia pazza di baciarlo. Lui alzò le spalle, preso alla sprovvista.
"Credo.. niente, cioè insomma, se non vuoi io.." Fu interrotto per la seconda volta dalle labbra di lei, solo che stavolta in un modo che gli piacque molto di più.
Le loro labbra combaciavano perfettamente, le loro lingue si scontravano e si muovevano insieme, le mani di lei erano nei capelli di Niall, mentre lui la stringeva dolcemente per la vita.
"Comunque io sono Keira" sorrise lei quando si staccò.
"Credo che questa sia la prima volta in cui sono felice di aver perso una scommessa.." Lei rise. Rimasero a parlare per poco, poi ognuno tornò a ciò che stava facendo prima di quello 'strano' incontro.

"Keira! Dove diavolo eri finita ieri?" le chiese Jade, entrando in camera sua e svegliandola.
"Jay abbassa la voce, ho un mal di testa terribile!"
"Post sbronza. Ci hai dato giù pesante eh?"
"Solo a fine serata.." ammise.
"Dov'eri finita?" richiese la sua amica.
"Stavo ballando.. Tu?"
"Diciamo che dopo i primi dieci minuti passati a cercarti ci ho rinunciato e.."
"Ed hai passato la serata con Liam, vero?" Jade arrossì e Keira capì cos'avesse fatto la sera prima.
"E brava la mia Jay.." scherzò colpendole una spalla.
"Ehi!" Risero entrambe.
"Ahia.." si lamentò Keira portandosi una mano in fronte.
"Fatti una bella doccia, vedrai che passa subito. Veloce, così dopo andiamo a farci un giro."
"Devo per forza?"
"Si." Lei sbuffò togliendosi le coperte da dosso ed entrando in bagno.
Un ora dopo erano già per strada. Stavano girando per negozi, quando all'improvviso qualcuno finì addosso a Keira.
"Oh, scusa, non ti avevo visto e.. Keira?" Lei alzò lo sguardo sulla persona di fronte a lei e, un po' più lucida rispetto alla sera prima, sentì il cuore batterle nel petto alla vista di quei due occhi.
"Ciao.. Niall, giusto?" Il biondi di fronte a lei annuì sorridendole.
"Ti sei fatta male?"
"No, tutto ok, tranquillo.." disse notando come gli occhi di lui, ora, fossero molto più azzurri di come se li ricordava.
"Hai le lenti a contatto?" chiese diretta, facendolo ridere.
"No, ma me lo chiedono in molti." rispose lui.
"Ah.. Comunque hai degli occhi stupendi" ammise arrossendo. E quando lui le sorrise, non ebbe più dubbi. Il suo cuore era impazzito per quel ragazzo.
Possibile che un bacio l'avesse fatta impazzire a tal punto?


La verità nascosta || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora