La verità nascosta.
I don't deserve him.
"E' una mia amica, perché?" Una sua amica, certo.
Lisa sbuffò, mettendo a posto delle carte sulla scrivania.
Era nell'ufficio di Carter, lui l'aveva chiamata quella mattina chiedendole una mano per fare un po' di pulizia e lei, seppur controvoglia, aveva accettato, quindi ora si trovava lì, dietro una scrivania immersa da fogli, penne e depliant.
Ma non era questo a farla sbuffare, purtroppo. Continuava a ripensare alla risposta che Niall le aveva dato la sera prima.
Ed al modo in cui l'aveva liquidata subito dopo.
"Ho sonno, ti dispiace se vado a letto?" chiese passandosi una mano sugli occhi.
"Vengo con te" sorrise lei.
"No, non preoccuparti, sarebbe inutile, mi addormenterei subito, ho davvero sonno" disse, dandole le spalle e cominciando a salire.
E lei lo aveva preso come un chiaro segnale di allarme.
Poteva capitare che Niall volesse rimanere da solo, ma ultimamente era capitato fin troppo spesso e poi era stato fuori tutto il pomeriggio.. Perché?
Quando lo stesso foglio le cadde per terra per l'ennesima volta, Lisa non trattenne un imprecazione e si lasciò cadere su una sedia.
Il suo sguardo volò distrattamente alla finestra, ma fu attratto da una figura familiare. Si avvicinò al vetro.
"Niall?" sussurrò, come per rendersene conto. Quando mise a fuoco la sua figura, notò che non era solo.
Una ragazza con i capelli biondi stava parlando. E lo aveva appena abbracciato dolcemente.
Lisa prese il cellulare e provò a chiamare Niall. Lo vide prendere il telefono poi la chiamata fu interrotta. Aveva attaccato.
Piena di incredulità, tornò a sedersi, ancora più stralunata di prima.
"Tutto bene sorellina?" le chiese Carter entrando nell'ufficio.
"No" si limitò a rispondere sbuffando di nuovo.
"Che hai?" Lei non rispose, indecisa, poi alla fine trovò le parole per liberarsi di quel peso che la opprimeva dalla sera prima.
"A Niall è arrivato un messaggio di un'altra ragazza, ieri è stato fuori tutto il giorno ed appena è tornato è subito andato a dormire. E prima.. l'ho visto con una.. Tu pensi che.." Carter fece un sorriso beffardo.
"Che abbia un'altra?" Fissò sua sorella negli occhi, facendola rabbrividire.
"Sì" disse infine, con voce ferma e decisa. Fu questione di un secondo, Carter vide gli occhi di Lisa passare dalla confusione, alla tristezza, alla quasi disperazione, poi la scintilla, come se avesse avuto un'idea improvvisa, la sorpresa, la felicità di aver trovato una soluzione e la fiducia in quell'idea.
Poi la vide alzarsi di scatto dalla sedia.
"Ti dispiace se faccio un salto a casa? Scusa se non ti ho aiutato molto, ma.."
"Fa niente, credo tu abbia cose più importanti a cui pensare.." Lei annuì, aprendo la porta.
"Ah, Lisa?" Si voltò verso suo fratello.
"Io te lo avevo detto" le disse semplicemente lui.
"Bastardo" sussurrò, prima di andarsene. Uscì dall'edificio e tornò di corsa a casa.
Presa dalla fretta e dall'adrenalina, dovette provare tre volte, prima di riuscire ad infilare le chiavi nella serratura.
Quando la porta si aprì, non si preoccupò neanche di chiudersela alle spalle, che corse subito in bagno.
"Keira?" Non ricevette risposta, ovviamente, quindi aprì l'acqua e lasciò che il lavandino si riempisse. Poi riprovò.
"Keira?" Ma l'acqua restò ferma al suo posto. Nessuna vibrazione, nessun rumore, nessuna luce spenta e riaccesa.
Era come se ci fosse solo lei in quella casa.
"Andiamo, rispondi!" esclamò a denti stretti, dando un colpo al muro. Ma di nuovo, nessuna risposta.
"Ti prego, riguarda Niall!" Aspettò qualche secondo, poi decise di parlare ugualmente, anche se non aveva ricevuto alcun segnale.
"Si sta vedendo con un'altra. Ho bisogno del tuo aiuto, cavolo, Keira!" Guardò il lavandino, ma tutto rimase immobile.
Per un secondo pensò di stare impazzendo. Magari aveva sognato tutto, Lisa non capiva più niente.
Guardò la chiave che aveva al collo, poi lo specchio.
Uscì dal bagno e si affrettò a svuotare l'armadio. Trattenne il respiro quando uno scatto le fece capire che la porta dietro lo specchio si era aperta.
Fece un passo, fino a sfiorare il vetro, poi ritirò la mano, quasi come se si fosse bruciata. Chiuse gli occhi, prima di far forza sulle braccia ed aprire la porta del bunker.
La prima cosa che vide fu il buio assoluto. Spalancò la porta più che poté, riuscendo però ad illuminare solo una parte della stanza.
Se lo fece bastare comunque e, preso un po' di coraggio, entrò.
Si guardò intorno, facendo una smorfia quando vide in che condizioni era quella stanza, poi il suo sguardo volò ad una brandina, posizionata sotto uno specchio.
Lisa spalancò gli occhi quando capì che da lì si vedeva tutto ciò che accadeva nel bagno della camera di Niall. Si avvicinò al letto solo quando notò una figura esile rannicchiataci sopra.
Si sporse verso la figura, notando con orrore che si trattava proprio di Keira. Aveva gli occhi chiusi, la pelle pallida in contrasto con l'oscurità della stanza e il corpo fin troppo magro per essere ancora in vita. Si portò una mano alla bocca, terrorizzata.
Provò a scuotere la ragazza, chiamandola più volte, poi, dopo aver sentito il rumore di un vetro rotto, cadde a terra priva di sensi.
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Da quanto tempo non sentiva l'aria infrangersi contro la sua pelle?
Da quanto tempo non vedeva più colori?
Da quanto non si sentiva libera? La spiaggia, il mare, la stessa villa in cui aveva vissuto per due anni.. Sembrava tutto rimasto com'era prima.
Peccato che allo stesso tempo fosse tutto cambiato tragicamente.
"Scusami, ma ultimamente non ragiono più" aveva detto pochi minuti prima, chiudendosi la porta del bunker alle spalle.
Poi era scesa in salotto, respirando a pieni polmoni. Era andata in cucina e dopo aver bevuto, aveva osservato ogni particolare della stanza, con meraviglia.
Pensò che prima non aveva mai notato il piccolo quadro azzurro appeso accanto alla finestra, o la fantasia a quadri quasi invisibile che c'era sul lampadario.
E mai aveva apprezzato qualcosa come in quel momento. La visuale che le offriva quella finestra, la fece entusiasmare.
E Keira era stanca di guardare e basta, quindi non esitò a correre fuori e lasciare che i suoi piedi nudi entrassero in contatto con la sabbia.
Aveva sempre amato quel posto. Cranfield era, si, in periferia, ma per niente vicina alla costa.
Eppure, sul retro della villa di Niall, non mancavano sabbia e acqua, che quel giorno era così cristallina e limpida da sembrare quasi di vetro.
Un ondata di ricordi la invase, e, nonostante credesse di aver finito le lacrime, Keira si ritrovò a piangere.
Continuava a darsi della stupida e forse lo era, ma allo stesso tempo, quell'esperienza le aveva insegnato più di quanto credesse.
Prima di tutto, non c'era una sola cosa che non aveva apprezzato da quando aveva messo piede fuori dal bunker.
Anche il particolare più stupido, niente le era sembrato così bello prima d'ora.
Aveva ricominciato a sorridere, godendosi la libertà. E forse avrebbe dovuto, ma per il momento non si sentiva in colpa.
Ora, voleva solo riavere indietro la sua vita. Per la prima volta, si ritrovò a pensare al suo lavoro.
Chissà cos'era successo in redazione in quel mese..
Magari il suo posto era stato assegnato a qualcun altro, magari stavano ancora aspettando che Keira tornasse.
E Samantha? Harry? Nana? Cos'avevano pensato di lei?
Troppi punti mancanti, troppe domande, ma altrettanta voglia di prendere in mano le redini e darsi delle risposte.
Il cellulare che aveva in tasca, sembrava bruciare e Keira si affrettò a prenderlo.
In quel momento le arrivarono miliardi di messaggi e telefonate perse, non solo da parte di Nana.
Si accorse, con dispiacere ma anche felicità, che Jade e Liam avevano provato a rintracciarla, che Sam ed Harry non si erano dimenticati di lei, che persino una sua vecchissima amica, che purtroppo si era trasferita e con la quale aveva perso i contatti, l'aveva chiamata in quel mese.
E poi c'era il suo nome. Niall.
L'aveva chiamata anche lui, nonostante tutto. E più di una volta. Certo, non così tanto quanto Nana o Sam, ma comunque l'aveva chiamata.
E Keira capiva quanto fosse importante quel gesto.
Aveva visto il suo ragazzo distrutto, completamente senza forze e sapeva cosa pensasse.
La odiava perché se ne era andata, senza avvertire.
La odiava perché lo aveva illuso e poi gli aveva tolto ogni speranza.
La odiava- ma questo Keira l'aveva capito solo all'inizio dimenticandosene dopo- perché non riusciva a dimenticarla.
La odiava perché l'amava ancora, anche se lei non c'era più.
E sapere che nonostante questo, lui avesse provato a chiamarla, a cercarla, la faceva sentire tanto bene, quanto male.
Perché forse Niall la odiava per ciò che gli aveva fatto, ma lei si odiava molto di più.
Si odiava molto più di quanto odiasse Lisa. Provava solo ribrezzo per se stessa.
E quando ripensò al bunker, seduta sulla riva della spiaggia, solo allora Keira si sentì in colpa davvero.
"Riguarda Niall." La voce di Lisa le era arrivata così speranzosa di una risposta che per un istante aveva anche pensato di alzarsi e colpire il tubo dell'acqua.
Però ci aveva ripensato non appena Lisa le aveva spiegato cos'era successo.
Credeva lui l'avesse tradita. Keira si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito.
Possibile che Niall desse quell'impressione? Perché chi gli stava accanto non capiva quanto invece fosse fortunato?
Il problema era proprio questo, però. Keira se ne era accorta, talmente tanto da avere paura.
Lisa magari non lo aveva capito e il suo era solo un capriccio. Voleva Niall tutto per se, e gli serviva il suo aiuto.
Che poi, cosa le aveva fatto anche solo pensare che Keira avesse voluto aiutarla? Dopo tutto quello che le aveva fatto?
Anche lei si ritrovò a trattenere il fiato quando la porta del bunker scattò. Non poteva credere che sarebbe potuta uscire di li da un momento all'altro.
Non si mosse però, nonostante lo specchio rimase fermo al suo posto per qualche minuto.
Poi lo sentì aprirsi. Sentì qualcuno avvicinarsi al lettino, smettere di respirare per un istante, poi cominciare a scuoterla e chiamarla.
Senza farsi notare, Keira provò a raggiungere con la mano la bottiglia di vetro per terra.
Sorrise, quando ci riuscì, poi senza pensarci due volte, colpì Lisa e si alzò. La sua mente non ragionava più, la mancanza di aria le aveva dato al cervello e le provocazioni della ragazza non erano state d'aiuto. Prese la chiave del bunker e senza preoccuparsi di altro, uscì, lasciando il suo posto lì dentro a Lisa.
Però ora che ci ripensava, con le idee un po' più chiare e l'odio verso se stessa, Keira si chiese se aveva fatto la cosa giusta.
E l'unica risposta che riuscì a darsi non era positiva.
Lisa non aveva fatto soffrire Niall come lei aveva fatto.
E magari non l'avrebbe mai amato come lei, ma meritava di stare con lui più di Keira.
Niall meritava qualcuno che lo facesse sorridere, non piangere fino allo sfinimento. E, anche se faceva male, Keira doveva ammettere che Niall con Lisa era quasi felice.
Che diritto aveva lei di tornare dopo un mese, sconvolgere di nuovo la vita che lui stava provando a continuare, dopo che lei aveva rovinato tutto? Non poteva, semplicemente.
Si rigirò la collana tra le mani.
Di tornare in quel posto orribile non se ne parlava proprio. Forse era quello che si meritava, ma Keira non voleva tornarci.
Però neanche Lisa avrebbe dovuto rimanerci. Nonostante si fosse comportata da stronza, neanche lei meritava una fine del genere.
Si alzò, titubante, poi, dopo aver sospirato rassegnata, si avvicinò alla porta della cucina.
La aprì, ma proprio quando i suoi piedi toccarono il pavimento, il suo cuore cominciò a battere all'impazzata.
Non capiva cosa significasse, un innalzamento di pressione? Tachicardia? Si portò una mano in petto, ricevendo risposta non dal suo corpo, ma da una voce.
"Lisa? Ci sei? Perché la porta era aperta?" Niall.
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La verità nascosta || Niall Horan
FanfictionUn amore che va al di lá del possibile e dell'immaginabile. Niall e Keira, la loro è una sola anima racchiusa in due corpi. I loro cuori battono in sincronia, si amano in modo smisurato, senza limiti di alcun genere, perché per entrambi è tutto tro...