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ALESSIO

Quanto mi irrita. Dio quanto cazzo mi irrita. E' il suo modo di ignorarmi ogni santa volta che siamo nello stesso posto a farmi andare fuori di testa. So bene che è strano questo suo comportamento, so bene che non è possibile io le stia indifferente. Devo capirlo, voglio capirlo. Siamo nel divano di Alessandro, nel soggiorno di casa sua. Io sono seduto accanto a Francesca. Un braccio attorno al suo collo, la attiro a me mentre con l'altra mano frugo nella terrina piena di patatine fritte cacciandomene in bocca 3 o 4 di colpo. Mastico rumorosamente facendo cadere qualche briciola unta sulla mia t-shirt arancione, cosa che fa girare lo sguardo di francesca verso di me. Mi fissa come di rimprovero, ma allo stesso tempo i suoi occhi ridono. <<Ale..!>> esclama guardando eloquente le briciole. Io alzo le spalle e mi limito a farle un veloce sorriso sfacciato, mentre lei scuote la testa ridendo e accoccolandosi ancora di più contro di me sparpagliando i suoi capelli corti e biondi sul tessuto arancione della mia maglietta. Accanto a me c'è un posto vuoto, dove dovrebbe sedersi Lorenzo che è troppo intento a imprecare contro il lettore dvd che stasera n on vuole proprio funzionare a quanto pare. Alessandro è in piedi vicino a lui e si limita a fissare lo schermo nero a tratti puntinato di bianco spiegando che il suo lettore dvd è sempre stato un po' difettoso.Stasera c'è anche Francesco, seduto all'estremità opposta del divano. Guarda la scena in attesa e ogni tanto ingoia dei grossi sorsi di birra dalla bottiglietta di vetro che ha in mano. Le braccia muscolose e tatuate escono dalla maglia bianca aperta su petto che lascia intravedere gran parte i suoi tatuaggi dandogli un'aria quasi da cafone e il suo modo di stare seduto con le gambe aperte non fa che sottolinearlo ulteriormente. Per terra, su un grande tappeto bianco e morbido, contornato da cuscini c'è seduta Selene, l'amica mora di Gioia. Ho notato che a volte lancia delle occhiate a Francesco. Deve essersene accorto anche lui visto che sta rivolgendole una veloce occhiata accompagnata da un mezzo sopracciglio alzato, quasi divertito. Lei prova a camuffare il suo "interesse" fingendo di essere improvvisamente assorta nella bacheca di fb che fa scorrere nervosamente sullo schermo del suo cellulare. Sbatte i capelli neri lunghi e lisci facendoli scivolare dietro la schiena e scappa dal suo sguardo. Francesco sa mettere in soggezione le persone molto facilmente. Lui in risposta sorride tirando su leggermente, quasi impercettibilmente, un angolo della bocca, divertito e fa un lungo sorso di birra per poi tornare a volgere lo sguardo verso lo schermo. Vicino a Simona c'è Gioia, l'oggetto della mia irritazione. Gioia e la sua indifferenza, gioia e il suo modo di non guardarmi mai come se fossi invisibile. Guardo la sua schiena bianca scoperta in parte dalla canotta nera che indossa. I capelli ramati e lunghi sulle spalle un po' gonfi. Il suo viso è verso la tv che con la sua luce le illumina gli occhi azzurri contornati da un leggero tratto di eyeliner nero e mascara. Sorride mentre scambia qualche a battuta con Selene accanto a lei stirando leggermente le labbra aranciate in un sorriso. <<Finalmente!>> esclama Alessandro  ridendo facendomi tornare con lo sguardo verso lo schermo. <<L'avevo detto che bastava collegare meglio il cavo azzurro>> spiega Lorenzo sedendosi accanto a me. Il film parte, è una specie di commedia americana un po' banale ma gradevole. Sorridiamo e ridacchiamo tutti alle battute, sembra una serata piacevole. Ho quasi scordato il fatto che Gaia sia lì in quella stanza. Fino a che Francesca non mi mette sotto il naso la terrina di patatine vuota. <<Ale>> bisbiglia <<ne voglio altre>>. Non ho voglia di alzarmi e senza pensarci chiedo <<Qualcuno ha voglia di riempirmi la terrina?>> con mio stupore è gioia a rispondere positivamente <<Vado io>> dice sicura rassicurando con lo sguardo Alessandro il padrone di casa. Si alza e prende la terrina unta dalla mani di Francesca lanciandomi una velocissima occhiata mentre si dirige in cucina. <<Vado in bagno>> dico facendo scivolare via dal collo di Francesca il mio braccio e alzandomi, scrollo di dosso le briciole ed esco dalla stanza accompagnato dallo sguardo interrogativo di Francesca. Ma non è in bagno che devo andare. Entro in cucina, chiudo la porta dietro di me <<Fatto?>>. Gioia si gira verso di me sorridendo e quando vede che sono io si limita ad annuire tornando seria <<Certo.. due minuti>> dice dandomi la schiena. Mi avvicino a lei, alla sua schiena. Sento la sua agitazione e noto le sue dita frenetiche raccogliere le patatine cadute nel marmo del piano vicino al lavello della cucina. Sorrido tra me, mi sento sicuro e potente. Sento di farle effetto. Mi diverte e mi eccita. Continuo ad avvicinarmi, sono quasi contro la sua schiena. Ho i suoi capelli ramati in faccia, mi avvicino leggermente al suo orecchio fino a sentirli solleticarmi la pelle del viso. <<Vuoi che ti aiuto?>> le soffio vicinissimo, sento il profumo dolce del suo shampoo e balsamo inebriarmi le narici. Lei si sposta bruscamente continuando a darmi le spalle. <<Ho finito..>> dice andando verso la porta. <<Che ci fai comunque tu qua?>> mi chiede piuttosto ragionevolmente. Si gira e mi fissa. Gli occhi azzurri guardano i miei nocciola. Il suo viso è leggermente rosso. Forse è per l'imbarazzo? Alzo le spalle. <<Venivo a vedere se te la cavavi da sola>>  dico con un sorriso finto e malizioso. Mi avvicino a lei che rimane immobile a fissarmi un po' confusa. <<Non scappi di là?>> la provoco sfacciato. Rimane ferma, sembro smuoverla dentro. Ma fuori è tutto immobile, tutto perfetto. Rimane zitta. Le guance diventano più rosee. Mi avvicino ancora di più fino ad avere il suo viso bianco vicino al mio. <<Non rispondi?>> la incalzo. <<Non mi hai nemmeno detto come mi sta il nuovo taglio di capelli>> continuo imperterrito, mi diverto sempre di più a vedere che effetto le provoco e mi sprona ancora di più il suo modo di nasconderlo. <<Stai bene che dovrei dirti?>> sussurra. Poi sembra ricomporsi. Si gira e fa per aprire la porta. Mi metto davanti a lei velocissimo. <<Ti vergogni a dirmelo?>> accompagno la domanda a un sorrisetto beffardo. Lei mi gela con lo sguardo, ma sembra imbarazzata. <<Ma che stai dicendo?>> fa un sorriso tirato e abbassa gli occhi scuotendo la testa. La guardo. Le scosto una ciocca di capelli dal viso, dolcemente. Volutamente calcando il gesto. Sono serio, ma dentro il mio ego cresce. <<Anche tu stai molto bene oggi..>> Lei alza lo sguardo verso me un po' stupita dalla mia affermazione. Sembra non aspettarsi tutto questo. E ha paura di imbarazzarsi sempre di più. Decido che può bastare. Le lancio un'occhiata maliziosa ed esco dalla porta per tornare dagli altri a godermi il film, mentre rimane per qualche secondo con la terrina in mano e con l'accorgimento di questo mio nuovo comportamento.


So Good To Me (Alessio Bernabei)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora