25.

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Alessio

L'odore fritto del pesce invade le mie narici appena entro nel ristorante. Tengo saldamente la piccola mano di Francesca mentre riconosco gli altri al tavolo che consultano facendo abbastanza caos il menu. Mi avvicino a loro trascinandola dietro di me, ancora infagottato nel mio giubbotto nero di lana. <<Oh eccovi>> esordisco ridendo coi miei amici che si alzano dalle sedie per salutarmi e farmi posto. Ci siamo tutti, penso, mentre sfilo la giacca e l'adagio sullo schienale della sedia. I miei soliti amici e amiche delle superiori, e poi, ovviamente, i ragazzi della band. Francesco è seduto vicino a Selene, Riccardo invece ha accanto a se un posto vuoto. Segno che probabilmente Gioia non c'è stasera. Non so come sarebbe rivederla dopo l'ultima volta vista la nostra litigata, ho cercato di non pensarci e devo dire che in sti giorni ci sono pure riuscito. Una ragazza magra e alta vestita con una maglia di pizzo nera a maniche lunghe e dei leggings anch'essi neri attira la mia attenzione mentre scende la scale di fronte a me. Pochi secondi dopo capisco il perchè. E' lei, Gioia. I capelli ramati e lunghi le ricadono sulla maglia ordinati e la bocca piena di rossetto rosso le illumina la pelle chiara del viso. Viene verso di noi, ora probabilmente mi ha visto. Tengo il suo sguardo, al quale lei sfugge, finchè non si siede proprio di fronte a me. <<Ciao>> le dico amichevole cercando di farmi scivolare addosso tutto ciò che è successo. Francesca le sorride. <<Gioia!<< esclama. <<Siamo arrivati ora, una cosa dell'ultimo momento>> e spiega continuando a sorriderle. Gioia ricambia un po' sforzata limitandosi a guardare -francesca solo <<avete fatto bene>> dice posando gli occhi sul menu e sembrando particolarmente interessata a cosa scegliere. Rimaniamo così per qualche minuto. <<Prendi la pizza con le patatine, è la migliore>> le dico facendole l'occhiolino. Lei alza lo sguardo sussultando leggermente e fissandomi, mi scruta cercando di capire il perchè improvvisamente o questo cambio di umore nei suoi confronti ma non sembra capire. Annuisce. Distaccata. Un cameriere con i capelli lucidi e appiccicati di gel arriva davanti a noi. Segue un lungo elenco di pizze scelte da ognuno di noi che fa scrivere la penna sempre più velocemente. ci riprovo. <<Io una con le patatine>> dico guardando con la coda dell'occhio Gioia, sperando di farle vedere tutte le mie buone intenzioni. Lei sbatte la palpebre, non sembra farle un particolare effetto la mia mossa, ma mi sbaglio. <<Una con le patitine anche per me>> dice chiudendo il menu, ma continuando a ignorarmi. E continua anche mentre la mangia a piccoli morsi. <<Allora? mi sbagliavo? che ti dicevo che è la più buona..>> dico ironico sorridendo e addentando un boccone. Lei alza lo sguardo su me, sembra più rilassata. <<Si dai buona..>> smette, lasciandosi scappare un sorrisetto. Parlo con gli altri,ma non riesco fare a meno di guardare lei e quello che fa con Riccardo. Li vedo parlare, sorridere..un po' complici, non posso fare a meno di notare che non mi fa molto piacere. <<Vado a fumare una sigaretta..aspettami>> le dice alzandosi e camminando sui tacchi alti verso la porta con il pacchetto e un accendino colorato in mano. La vedo fuori dal vetro, la sua figura. Sta benissimo stasera. Mi alzo dicendo a stessa frase, ma a Francesca che annuisce lanciandomi un bacio con le labbra.
Esco fuori, mi avvicino a lei che è appoggiata al muro e guarda dritto davanti a se. So che lo fa apposta, so che mi ha visto appena ho aperto a porta per uscire. <<Hey>> le dico, sicuro. <<Tutto bene? Ho visto che alla fine mi hai ascoltato..>> sorrido mostrando i miei denti bianchi. Sfilo una sigaretta dal pacchetto e l'accendino che ho in tasca e l'accendo. Serro la mascella, mi faccio un po' vedere appoggiandomi al muro con la schiena, i capelli chiari della cresta sfiorano i mattoni rossi dietro di me. Torno col viso verso di lei. <<si dai stavolta ci hai preso..>> dice sorridendomi nervosa e rimanendo a braccia conserte. Mi avvicino di più a lei. La fisso, sento che tutta la sua indifferenza è finta. Lei scappa dal mio sguardo e lo rivolge verso terra. <<fa freddo..>> azzarda tremando un po' e stringendosi su se stessa. Sorrido e i avvicino. <<Hai ragione..>> le sfioro il braccio con una mano e sfrego dolcemente, un po' titubante. Un brivido mi invade la schiena appena la tocco. Ma devo trattenermi. <<Senti a proposito del'altra sera..>> inizio fermandomi per aspirare dalla sigaretta. Butto fuori il fumo lentamente fissandola.<< mi dispiace<> dico d'un botto. <<spero tu non te la sia presa, ma ero ubriaco..ci tenevo a dirtelo guardandoti in faccia..>> continuo, convincente. Cavolo, sembro avvero dolce quasi. Il ragazzo perfetto, insomma. Lei mi guarda sbattendo le palpebre truccate di nero e fa un mezzo sorriso scrollando le spalle <<Tranquillo, ho immaginato..non fa nulla..>> continua nervosa a guarda dritto davanti a se cercando di non far trasparire ancora agitazione. Poi me. Più insicura, un po' spiazzata. <<Si? mi sarebbe dispiaciuto perderti per una cazzata del genere..>> dico di getto, sena pensarci, solo lasciandomi trasportare da lei e da come la guardo. Lei si gira, fa una pausa fissandomi. Sento quanto siamo solo io e lei. Rimaniamo fermi qualche secondi immensi l'uno negli occhi dell'alta come se parlarsi avrebbe rovinato tutto. <<gioia! Ale!>> la voce di Riccardo ci interrompe bruscamene. Gioia butta la sigaretta a terra, ormai quasi finita. <<Il dolce muovetevi!>> ridacchia e chiude la porta. Lei inghiotte e mi butta uno sguardo mentre mi passa vicino per entrare. Rimango di spalle e faccio altri due tiri prima di seguirla dentro, nel caldo del ristorante. 


So Good To Me (Alessio Bernabei)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora