nero

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Piccolo scrigno, avvolto da filo spinato,
continue contrazioni dolorose.
Una foglia sotto la grandine,
incapace di mutare forma.

Il colore che si trasforma col tempo,
fino a svanire; foglia, impotente,
un tempo accarezzata dalle mani di un bambino,
ora abbandonata alla fredda terra.

Addio, Signora Luna,
ultime parole in una notte gelida,
per uno sguardo di finta autorità,
guidato da una luce non propria.

Gli occhi si chiusero lentamente,
con il cielo nero come mantello,
per rendere meno doloroso
il buio che sarà.

Brillo di luce non mia,
donata da una foglia
che ha ceduto ai venti anni fa,
qui, dove io cammino.

In ogni passo, 
i suoi ricordi si fanno vivi,
vedo quel bambino che la guarda,
come stesse guardando la Luna.

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