kalinifta

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Rapidi colpi,
scuotono rumorosamente,
quel tamburo animale,
la tramontana tiene un ritmo instancabile,
di secoli passati,
a far danzare le foglie di ulivo,
insieme ai capelli di fanciulle con gonne larghe,
che girano intono a degli occhi pizzicati.

I Messapi urlavano queste parole,
tra sangue e vino,
protetti dal mare,
terra emersa,
trincea di una vita diversa.

Non sono arabe queste genti,
che gridano alla vita,
la pace e la libertà,
di un violino che dedica le sue note,
alla risacca del mare,
ronde serali per non abbandonare,
nemmeno un anima a vagare,
in questo doloroso morso di una piccola taranta.

Ma che tu possa essere pizzicato,
da questo ragno,
per comprendere,
il Griko e i venti,
per augurare al mare,
la kalinifta nelle notti buie,
e far ballare il cuore,
a piedi nudi sulla rossa e calda terra.



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