Quel bacio mi aveva segnato la vita,e non avevo più motivo di preoccuparmi del domani. Avevo capito che più lo immaginavo,più sbagliavo.
Da qualche settimana la mia vista sembrava velata da un piccolo strato bianco,e avevo messo gli occhili che di differenza non ne facevano molta,a parte per il mio lato estetico. Mi sentivo strano con gli occhiali,fprse troppo grandi per il mio viso,ma mi sentivo anche più sicuro. Contento di tornare a scuola,presi il mio zaino e la giacca e salutai mio padre che come al solito si stava litigando con i lacci delle scarpe.
Uscì e il vento fresco mi fece rabbrividire. Camminai e cercai di non incipampare nei miei stessi piedi,cosa che mi capitava spesso dato che ero un po' imbranato.
Guardai attentamente ogni parricolare. C'era una quercia secolare che sembrava pendere dal cielo,e le nuvole sembravano volver formare un piccolo gatto che giocava,mentre le case più avanti sembravano farsi sempre più piccole e meno colorate,ma io le ricordavo piene di colori. Quella infondk a destra aveva le mura di un blu elettrico e il giardino mal curato,ma io la vedevo di un azzurri chiaro;Un po' più avanti c'era la casa della signorina Smith,che era panna con il tetto nero,io la vedo bianca con il tetto grigio.
Anche le rose vivaci che contornavano la villetta comunale le vedevo schierite.
Arrivai fuori il cancello della scuola e vidi Michael mentre parlava con un suo amico. Ormai quasi tutti sapevano che ero il suo ragazzo e a lui non dispiaceva,anzi sembrava molto fiero di questo.I miei voti a scuola si erano alzati e gli davo ripetizioni,dato che non era molto portato per le materie scientifiche.
Gli tirai la manica del maglione grigio(per me),e lui legò le nostre dita.
-Ciao Luke.-mi salutò il ragazzo.
-Ciao Kyle.-dissi e continuarono a parlare.
Quando suonò la campanella ebtrammo sempre mano nella mano,però decise di fermarsi.
-Luke,che c'é che non va?.-mi chiese legando le nostre labbra.
-Gli occhiali.-ridacchiai.
-Smettial,che sei bellissimo.-dice severo.
-No é che,Mike il tuo maglione é grigio?.-gli chiesi tocanndo la stoffa felpata.
-No,Luke é nero. Perché me lo chiedi?.-rise.
-No nulla.-dissi e scosse la testa non capendo.
Lo salutai e andia nell'aula di letteratura.
-Buongiorno.-momorai.
-Giorno Hemmings.-disse il professore stranamente felice.
Mi andai a sedere affianco a Maria,una ragazza dai capelli biondi e una vivacità assurda. Era italiana ed era una delle poche ragazze a cui non piaceva Michael,un altro. Per questo era mia amica.
-Hemmo!.-urlò e arrossì dato che solo lei mi chiamava così.
-Hey.-sussurrai.
-Stamattina sembri giù di morale.-disse.
-Oh,no non lo sono.-
-Sicuro?.Se é stato Michael giuro che lo ammazzo.-mi avvertì.
-No,ma che cosa ci trovi di tanto odioso nel mio ragazzo?.-ridscchio.
-Boh,non me la racconta giusta.-disse.
-Sei noiosa.-sbuffai.
-E tu un demente.-rise.
La lezione iniziò e cercai di sseguire atfentamente. Sembrava abbastanza interessante.
-Sapete tante persone in questo mondo,no riescono a percepire la potenza,la luminosità della vita,della bella vita. Noi sbagliamo a definire la bella vita,come quella che vivono i ricchi,perché la bella vita é quella viva,quella che ti fa capire chi sei,cosa sei. Noi cosa siamo?.Siamo tabte cose.Siamo un insime di organi,siamo delle anime,siamo delle creature di Dio,siamo delle forse di vita. Siamo,Viviamo e Respiriamo. Penso che questo sia il punto principale. E come possiamo capire cosa siamo?.Gurdandoci,notando la luminosità che emettiamo--fu interrotto da Hood.-Mica brilliamo come le stelle?.-fece lasua solita battuta insulsa.
-Appunto i nostri occhi sono stelle,non noi. Loro brillano,loro ci permettono di vedere.Come le stelle illuminano la terra,gli occhi illuminano noi.-disse e sorrisi.-Fatemi un esempio di Luce,per voi.-disse e Maria alzò la mano.
-Parla sù.-
-Per me mia madre é luce,lei mi ha fatto conoscere il mondo,e mi ha illuminato le strade giuste da lercorrere.-disse e il prof annuì.
L'alzai anch'io.
-Allora per me é mio padre,ha fatto tanissimi errori,e da lui ho imparato che l'importante non é illumiare il passato,ma illuminare sempre il futo,e lpensare che forse anche noi potremmo stare sotto una buona stella.-dissi facendo sorridere Maria.
-Beh,qualcun'altro?.-disse e si alzò la mano di Irwin.
-Uhm,nessuno mi ha ancora illumianto la vita.Come farò a capire chi é?.-disse.
-Lo capirai guardando gli occhi della persona che ti guarderà lucente.-disse e lui annuì.
Uscì dalla classe e cercai Michael per i corridoi,trovandolo tutto solo appoggiato a gli armadietti.
-Mike,ho capito una cosa.-dissi mettendondomi di fronte a lui.
-Cosa?.-sorrise scuotendomi i capelli.
-Tu sei la luce della mia vita.-dissi e lui si piegò verso di me,per poi far legare le nostre labbra in un dolce bacio.