Il porto di Odiha

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Narratore esterno
Continuo a chiedermi se avremmo potuto scegliere un'altra strada, ma forse era già tutto deciso fin dal principio.

Pov: Y/n
Sulla nave per Odiha, Hange spiega ad Annie e Reiner la decisione che abbiamo preso mentre loro combattevano
Hange: "Mi sono confrontata con Magath e abbiamo deciso di fare rotta verso Odiha, anche se a essere sinceri non c'erano alternative... la vostra Liberio, non può essere salvata purtroppo, mi dispiace"
Guardo Annie, Reiner, Pieck e Gabi i quali rimangono shockati, in modo particolare Annie, che afferma di non aver più nessuna ragione per combattere. Li posso capire, quando Shiganshina fu distrutta e in quel momento capii che non c'era più niente da fare, così si sentono e niente può distrarli o fargli dimenticare ciò che è successo
Niente lo farà mai, dovranno imparare a convivere con questo dolore
Hange: "Anche se ce l'avessimo fatta e avessimo fermato subito il boato, sia Liberio che Marley sarebbero state distrutte comunque, e Magath l'aveva capito. Però ha scelto di sacrificarsi lo stesso e ha permesso a noi di andare avanti, questo non l'ha fatto per Liberio e Marley, ma per affidarci il compito di salvare più vite possibili, vite di perfetti sconosciuti"
Porto lo sguardo verso il paesaggio fuori dalle vetrate della nave, con la tristezza che mi prende facendomi scendere delle lacrime lungo le guance.
Annie, che è per terra sulle ginocchia per il dolore della distruzione della sua città e della possibile morte dei suoi cari, guarda Mikasa
Annie: "Se è così, devo rifarti la stessa domanda: Mikasa, pensi di poter uccidere Eren? Sii sincera, se io provassi a fermarlo tu riusciresti a restare a guardare? Io mi sono stancata, non ce la faccio più, non voglio combattere con nessuno, né con voi né con Eren"
Y/n: "Annie, non credo ci sia altro modo..."
Annie: "No, zitti. Basta, non voglio sapere più nulla. Ho combattuto abbastanza, voglio solo vivere in pace adesso"
Mi abbasso accanto a lei mettendole una mano sulle spalle
Y/n: "So come ti senti. Quando avete distrutto le mura ho visto le persone della mia città morire divorate o schiacciate, morire per il panico, morire suicidate per non essere mangiate vive, ho visto i miei genitori morire davanti ai mie occhi schiacciati da un masso, e fino a 4 anni fa erano ancora lì, solo dopo che siamo riusciti a battere Reiner, Berthold e Zeke sono riuscita a dar loro una tomba dignitosa, ma non sono più riuscita a tornarci di mia spontanea volontà perché mi faceva troppo male. Eppure sapevo che non c'era altro modo, sapevo che l'unica cosa da fare per andare avanti e non farmi sovrastare dal dolore era combattere, perciò Annie non ti chiedo di lottare per noi, per usarti come arma, ti chiedo di lottare per te stessa e per le persone che avevi a Liberio"
Mi guarda senza dire niente, si alza e se ne va, andando verso il ponte.

Tutti sono sparsi per la nave a cercare non pensare a quello che sta accadendo, a pregare, a sperare, che qualcuno si sia salvato, che abbiano trovato un modo per scappare, ma quante probabilità ci sono?
Quante persone sono già morte?
Che ne sarà di questo mondo dopo che Eren avrà cancellato tutte le vite?
E anche se riuscissimo a fermarlo?
Non riesco a darmi tregua, non riesco a smettere di pensare, voglio solo che tutto questo finisca e che tutto torni come 1 anni fa, quando eravamo ancora una famiglia unita, quando i momenti erano felici, quando eravamo tutti insieme e questo incubo cercavamo in tutti i modi di evitarlo, ma Eren ha fatto la sua scelta tenendoci all'oscuro delle sue decisioni e ora non possiamo più tornare indietro.
È notte, nel cielo nom c'è nessuna nuvola a coprire la luna, che risplende e illumina tutto quello che possiamo vedere. Siamo finalmente arrivati a Odiha e in città non c'è più nessuno: c'è un silenzio fastidioso, sembra quasi di essere diventati sordi, se non fosse per il vento che soffia e fa svolazzare le foglie, frusciare i rami degli alberi e spostare le cartacce e le cose abbandonante per le strade dalle persone, che sono già tutte fuggite verso sud; anche il porto è vuoto, siamo gli unici con la nave attraccata, è triste vedere questo scenario, ma almeno gli Azumabito possono lavorare tranquillamente all'idrovolante per farci partire il più in fretta possibile. Mentre gli altri sono andati all'angar per sistemare il veivolo, io vado da Levi, che scopro alzato in piedi e che cerca di scendere le scale per poter uscire dalla nave
Y/n: "E tu ora cosa vuoi fare?"
Levi: "Uscire da qui e prepararmi"
La sua voce è ancora affaticata, si regge allo scorrimano delle scale, che scende una a una
Y/n: "Non puoi uscire, devi riposarti"
Stringe i denti e mi guarda: le fasciature se l'è quasi completamente rimosse, gli sono rimaste solo quelle che gli coprono l'occhio destro e la fronte, è possibile vedere le sue cicatrici intorno alla bocca, sul mento e in parte sulla guancia; lui vorrebbe combattere, ma come lasciare che combatta così?
Lo guardo preoccupata, lo squadro da cima a fondo concentrandomi su ogni dettaglio del suo corpo, ripensando ai momenti passati insieme, da quando ci siamo conosciuti a quando ci siamo uniti in tutto
Levi: "Perché mi squadri ragazzina?"
Y/n: "Stavo pensando... vieni, torna nella tua stanza"
Per una volta fa come gli dico e mi segue fino alla sua stanza, dove lo aiuto a sedersi sul letto, mentre io gli resto in piedi di fronte
Y/n: "Adesso rimani qui"
Mette una mano accanto sé sul letto, facendomi segno di mettermi a sedere accanto a lui: faccio come dice e mentre mi siedo il corvino si alza per andare a chiudere la porta a chiave, una volta fatto mi raggiunge a sedere
Levi: "A cosa stavi pensando prima?"
Porta una mano sulla mia guancia e inizia a farmi le carezze, portandomi delle ciocche di capelli dietro l'orecchio
Y/n: "A vecchi ricordi..."
Mi salgono le lacrime pensando nuovamente ai vecchi ricordi con lui
Y/n: "Levi io... io non voglio che ti risucceda qualcosa, voglio che tu rimanga sano e salvo"
Senza che me ne sia accorta, ho iniziato a piangere, infatti Levi mi asciuga le lacrime che mi sono scese e mi guarda dritto negli occhi
Levi: "Io sto bene e sopravviverò, lo farò perché voglio proteggerti, perché sei la persona che mi ha fatto sorridere e battere il cuore dopo tantissimo tempo, combatterò perché voglio che anche tu rimanga sana e salva, perché ti amo e l'unico motivo per cui sono riuscito a sopravvivere a quell'esplosione e ai miei compagni trasformati in giganti, sei tu"
Nel mio stomaco danzano di nuovo le farfalle, come ogni volta che sono con lui e mi dice qualcosa del genere, perciò presa dal forte sentimento che provo per lui gli prendo il viso tra le mani e lo bacio, lo bacio con tutta la passione che ho in corpo, lui in risposta mette le mani sui miei fianchi e mi avvicina a sé approfondendo il bacio, tenendomi stretta e con una mano, intanto, mi accarezza la pelle sotto la maglia. So cosa vuole fare e anch'io lo vorrei, ma in queste condizioni temo solo di ferirlo
Y/n: "Levi... le tue ferite"
Levi: "Le mie ferite sono apposto, voglio passare questo momento con te, per dimenticare anche solo per pochi istanti quello che sta accadendo là fuori"
Riprendo a baciarlo distendendomi sul letto, mentre lui inizia a togliersi gli indumenti e a togliere anche i miei: guardo il suo corpo mai cambiato, sempre muscoloso e con quelle cicatrici in più che gli attraversano il busto. Passo la mia mano sui suoi pettorali e lungo le spalle e braccia, quando lui inizia a scendere lungo il mio corpo per lasciarmici dei baci gli accarezzo dolcemente i muscoli della schiena per poi portarlo di nuovo su, in modo che possa baciarlo con sempre più passione mentre le nostre mani passano lungo i nostri corpi sfiorandoci le intimità e i punti erogeni, dalle nostre bocche partono dei gemiti che cerchiamo di silenziare per non farci sentire. Continuiamo con queste carezze e sfioramenti quando poi si distende e mi fa mettere sopra di lui, guardandomi tutta, accarezzando le mie curve, soffermandosi sul mio seno che stringe delicatamente, facendomi uscire un gemito, infine arriva il momento che tanto attendevamo tutti e due: mi fa alzare leggermente i fianchi per aver modo di entrare in me e quando lo fa provoca in me un sussulto, poi mi abbasso su di lui per baciarlo e inizio a muovermi, un po' ondeggiando i fianchi, un po' andando avanti e indietro e un po' facendo su giù, aumentando di tanto in tanto la velocità del ritmo, mi stringe i fianchi con la mani che poi passa sui miei glutei e lunga la mia schiena, dove affonda le unghie e le porta in giù, questo mi provoca un enorme piacere inaspettato, tanto da farmi mandare la testa indietro; il corvino si mettena sedere, sempre con me sopra, e inizia lui a spingere, con movimenti decisi, portando le sue mani sul mio seno un'altra volta e con la bocca si avventa sul mio collo, dove inizia a succhiare e a baciarmi, mentre con le dita mi stuzzica i capezzoli: non resisto più, e dal mio basso ventre il piacere più intenso del momento parte fino ad arrivare al cervello, mi stringo a lui che da le ultime forti spinte e raggiunge il suo momento insieme a me.

No regrets. ( Levi x Y/n ) Attack on Titan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora