A strange afternoon

41 5 3
                                    


Jennifer Pov's

I risvegli a casa Johnson sono sempre quelli che preferisco, di prima mattina in questa casa regna il silenzio assoluto.
Mi alzo dal letto e controllo l'ora, sono le cinque del mattino.

Perfetto direi che per oggi ho dormito abbastanza, senza far rumore mi dirigo verso il bagno con un cambio.
Oggi ho intenzione di andare a correre per liberarmi la mente.
In effetti ora che ci penso è da un bel po' che non faccio la mia solita corsa.

Indosso un paio di leggings attillati e un top sportivo, mi do una pettinata e prima di uscire mi sistemo allo specchio.
Scendo al piano inferiore dove trovo Karen sul divano.

<<Buongiorno>> sussurro.
Lei sussulta e si gira verso di me spaventata.
<<Oh tesorino sei tu, che ci fare già sveglia?>> domanda.
<<Non riesco a dormire così vado a correre>> le spiego.
<<Avere mangiato tu qualcosa?>> chiede.

<<No, tranquilla>> la rassicuro.
<<Oh no, tu non uscire di qui finché non avere mangiato qualcosina>> dice alzando la voce.
<<Va bene>> mi rassegno.
Prendo un donuts e una tazza di caffè e mi dirigo verso di lei sul divano.

<<Tu invece che ci fai già sveglia?>> domando.
<<Oh, io mi svegliare ogni giorno alle quattro per cucinare>> minimizza.
<<Che fare voi oggi?>> chiede curiosa.
Mando giù l'ultimo sorso di caffè prima di risponderle.
<<Usciamo in barca con i ragazzi>>

<<Oh, allora vi preparare pranzo>> dice alzandosi dal divano.
<<No, tranquilla non serve. Oggi farà da mangiare Lucy, si è lamentata che mangiamo troppi grassi e quindi farà qualcosa di salutare>> spiego.
Lei si limita ad annuire, così mi decido a salutarla e ad uscire di casa.

Appena esco una brezza calda mi invade.
Prendo le cuffie e seleziono la playlist per correre.
Oggi il mio obbiettivo è di fare due isolati e poi tornare indietro.

Appena inizio a correre mi libero di ogni pensiero, concentrandomi sulla musica e sul paesaggio che mi circonda.
Fin da piccola correre mi serviva per sfogarmi, per trovare la pace interiore.
Anche dopo la morte dei miei genitori correre mi aiutava a pensare ad altro, a scappare da quello che mi circondava.

La loro morte è stato il periodo più brutto della mia vita, ancora oggi non mi capacito del fatto che loro non ci siano più.
Sapere che avrei potuto evitare tutto o semplicemente che avrei potuto essere io li nel sedile posteriore.

Ogni notte faccio gli stessi due incubi:

Sono in macchina con loro e succede tutto molto in fretta.
Io vengo catapultata fuori dal parabrezza e loro muoiono sul colpo, ma non prima di avermi guardata negli occhi.
Oppure un altro incubo peggiore, io sono li con loro.
Però non nella macchina ma fuori, come se stessi assistendo alla scena.

Loro ridono tranquilli e ascoltano musica e in meno di due secondi una macchina si dirige verso di loro a tutta velocità, io urlo sperando che loro mi sentano e mi metto in mezzo.
Ma è come se fossi un fantasma, l'alta macchina mi sorpassa e si scontra con la loro.
Scoppio a piangere e gli corro in soccorso, vedo i loro volti rigati di sangue e i loro corpi privi di vita.

Accarezzo la mano di mio padre e abbraccio mia madre, proprio in quel momento le loro anime escono dai loro corpi.
Sono i loro fantasmi, per un momento è come se fossero ancora in vita.

Queens of HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora