Returning to memories

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Lucy Pov's

<<Com'è quindi la Columbia?>> domando al ricciolino davanti a me.
<<Noiosa,sarebbe meglio se ci fossi tu con me...>> risponde facendomi l'occhiolino.

Ora siamo in prua, tutti gli altri si sono volatilizzati e finalmente possiamo stare un po' soli.
<<Mi metti ansia lì in piedi... vieni qui>> dice facendomi spazio sul suo sdraio.
Inizio a dondolarmi sui talloni visibilmente a disagio, finché non mi decido ad avvicinarmi.

E cazzo... da vicino è ancora più bello, ha le braccia tese sotto la testa e mi guarda con un sorriso ammiccante.
Prendo coraggio e mi siedo sul bordo del lettino.

<<Quindi pensi che quelle della Columbia non siano niente di ché?>> domanda mettendosi seduto con le gambe divaricate.
<<Bè, l'hai ammesso anche tu>> reggo il gioco.

<<Diciamo che tutte le ragazze della scuola messe assieme non arrivano neanche ad un quarto della tua bellezza>> spiega facendomi l'occhiolino.

<<Ci stai provando con me?!>> lo perculo.
<<Mi sa che mi hai beccato>> ammette facendomi sorridere.
Rimango per un attimo attonitita dal suo sorriso dolce e ammiccante.

<<Tranquilla puoi venire anche più vicino che non mordo>> dice prendendomi per i fianchi e posizionandomi davanti a lui.
Una ciocca ribelle mi ricade sulla fronte che lui si affretta a riportare al suo posto.

<<Che corsi segui?>> chiedo per rompere il silenzio.
<<Medicina>>
<<Wow>> mi fingo sorpresa.

Come se non lo sapessi, dopo tutto lo stalking fatto assieme alle ragazze potremo anche sapere anche quante volte va in bagno in un giorno.

<<Tu cosa vorresti studiare il prossimo anno?>> chiede toccandomi il ginocchio.
<<Sono indecisa, avvocato oppure marketing per diventare direttrice di un'azienda>> spiego.
<<Figo>> commenta.

Rimaniamo per un attimo in silenzio mentre lui mi continua ad accarezzare il mio ginocchio senza farci tanto caso, come se cercasse un minimo di contatto fisico.
Gli rivolgo un sorriso flebile prima di accorgermi di non avergli mai chiesto una cosa...

<<Ma... tu sei originario di qua?>>
<<Si, nato e cresciuto... te?>> domanda a sua volta.
<<Non proprio, dalla parte di mia madre sono originaria della Spagna, infatti un pezzetto della mia infanzia l'ho passato là>> spiego.
<<E dalla parte di tuo padre?>> chiede.
Ed eccola la pugnalata al petto, il mio punto dolente.

<<Questa è una bella domanda>> dico con un sorriso triste.
<<In che senso?>> domanda ingenuamente.
Non mi è mai piaciuto parlare di lui, ogni volta o sviavo la domanda oppure usavo l'argomento come punto di forza per valorizzare mia madre.
<<Semplicemente non ho mai conosciuto mio padre>> spiego.

<<Oh mi spiace, non volevo entrare in un argomento così>> si scusa.
<<Tranquillo, non potevi saperlo>> lo rassicuro.
Segue un momento di silenzio che con il passare degli anni ho imparato a decifrare.
<<Fammi pure le domande che ti frullano nella testa>> lo incoraggio.

<<No tranquilla, non voglio farti sentire a disagio... mi dispiace di aver tirato fuori questa domanda>>
<<Non fa niente, per me non è un problema>> lo rassicuro.
<<Ti è mai mancata la sua figura?>> domanda accarezzandomi la mano come per farmi forza.

Queens of HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora