The past knocks at the door

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Lucy Pov's

La suoneria del telefono risuona per la stanza obbligandomi a svegliarmi.
Apro gli occhi e rimango stordita dalla luce che oltrepassa le tende.
Sbadiglio e mi decido a rispondere al telefono.

<<Chi è?>> domando con la voce impastata dal sonno.
<<È una chiamata di gruppo idiota... Ma cosa stavi facendo?>> domanda Stacy.
<<Guarda ballavo la macarena sul tetto di casa mia... Ma secondo te?!>> esclamo.
<<Non saprei visto che è l'una>>
<<Aspetta, che ora è?>> domando ancora frastornata.
<<L'una di pomeriggio, te l'ho appena detto>>
<<Oh cazzo, va bè... ditemi tutto>> le incoraggio a parlare alzandomi dal letto.

<<Volevamo organizzarci per oggi, cosa vuoi fare?>> domanda Jenny.
<<Oggi proprio un bel niente, devo studiare qualcosina. Vi ricordo che siamo all'ultimo anno>> gli faccio notare.
<<Aspetta che metto in videochiamata>> mi interrompe Bri.
In un secondo compaiono le loro facce.

<<Che splendore che sei di prima mattina>> mi beffeggia Stacy.
<<Ha parlato quella che appena si alza alla mattina è un mix tra bigfoot e il Grinch>> controbatto sistemandomi i capelli.

Le altre si mettono a ridere mentre io mi indirizzo verso il bagno.
<<Quindi tu vuoi rimanere a casa?>> domanda Bri.
<<Si, comunque non so se vi ricordate ma dovremo anche partecipare alla raccolta fondi della scuola... Vi ricordare cosa ha detto il preside?>> parlo per poi sciacquarmi il viso.

<<Cazzo è vero... Che palle però oh>> commenta Jenny.
Mi limito ad annuire procedendo con la mia skin care.
<<Sicura che non vuoi uscire?>> insiste Bri.
<<Si tranquilla, mi rilasso poi siamo già uscite ieri>> le ricordo.
<<Ma dai...>> si lamenta Stacy.
<<Uscite voi, oggi il mio programma è rimanere in pigiama, comprare roba su Shein e a leggere per tutta la giornata>> le illustro il mio piano.

<<Che noia di te....>> sbuffa Jenny.
<<Va bè noi usciamo comunque, se cambiassi idea sai dove trovarci... E mandaci il tuo ordine Shein una volta finito>> si raccomanda Stacy.
<<Si non vi preoccupate>> dico salutandole per poi chiudere la chiamata.
Finita la mia skin care mattutina mi decido a scendere in cucina per fare colazione, anche se dato l'orario lo chiamerei più un pranzo.

Mi dirigo verso il frigo noto attaccato su esso un bigliettino.

"Buongiorno amore, io sono al lavoro fino alle due dopo di ché riesco a staccare e a passare un salto per casa. Ti ho lasciato in frigo un due tacos per pranzo, ti voglio bene :)

-Mamma

Sorrido aprendo l'anta del frigo dove vi sono riposti sei tacos farciti benissimo, mi limito a prendere del latte e a chiudere l'anta.
Io e mia madre non ci vediamo molto ma non gliene faccio una colpa, il motivo è che ormai lavora e basta.
Ha sempre dovuto mantenere una bambina da sola, senza l'aiuto di nessuno.
Certo i mei nonni si sono sempre proposti di aiutarci ma lei si rifiutava sempre, fin da quando ero piccola lavorava giorno e notte per sfamarmi.

E anche al giorno d'oggi lavora come un mulo, inizia alle sei di mattina fino alle due per poi ricominciare alle quattro del pomeriggio e finire definitivamente alle undici di sera.
È sempre stato così, tranne nelle rare volte in cui è un ferie oppure fa cambio di turno.
Si ostina a non farmi lavorare, anche se ormai ho l'età appropriata per iniziare a mantenermi da sola.

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