16. Chiodo schiaccia Chiodo

193 11 12
                                    

Simon era sparito. Questa era l'unica certezza che avevo, un vuoto che si allargava con ogni giorno che passava senza di lui. La sua assenza era come un'ombra che si allungava al tramonto, oscurando ogni angolo della mia vita. Nonostante tutto, una parte di me si aggrappava alla speranza, un filo sottile ma tenace. Forse Simon aveva i suoi motivi, forse c'era una spiegazione che avrebbe potuto riparare il tessuto strappato del nostro rapporto .. Ma fino a quel momento, ero sospesa in un limbo di domande senza risposta e di rabbia che mi offuscavano la mente.

La notte era diventata il mio nemico. Gli incubi mi assalivano, visioni di Simon che svaniva in una nebbia densa, il suo viso che si dissolva ogni volta che cercavo di toccarlo. Mi svegliavo con il cuore in gola, il sapore acre del terrore in bocca, e poi veniva il vomito, violento e incontrollabile, come se il mio corpo rifiutasse la realtà della sua assenza.

Fu Marianne a strapparmi da quella routine, insistendo per una serata fuori. Mi lasciai trascinare  e ci recammo in un bel Pub lontano dalla città . Avevo deciso di indossare qualcosa di audace , un vestito rosso che avvolgeva il mio corpo in maniera seducente. Una volta arrivati c'erano un po' di persone ad aspettarci , alcuni volti conosciuti e altri no . E fu lì, tra la folla, che i miei occhi incrociarono quelli di Gabriel. Qualcosa dentro di me si risvegliò, un desiderio di vendetta per tutte quelle notti insonni. Decisi che avrei usato Gabriel per colpire Simon, per fargli sentire il peso della sua assenza. Lo so, era stata avventata questa scelta e presto me ne sarei pentita ma sentivo come se avessi l'impulso di fare qualcosa di stupido perché avrebbe fatto comparire Simon .

Ci sediamo al tavolo ordinando da bere , io mi seggo volutamente accanto a Gabriel che non rifiuta la mia presenza. Marianne mi lanciò un'occhiata interrogativa mentre mi rivolgevo a Gabriel , ma ignorai il suo sguardo. Mi avvicinai a Gabriel con un sorriso che nascondeva le vere intenzioni.

-Gabriel- dissi con una voce dolce che sapevo lo avrebbe disarmato.

- Angelo .... Bellissima come sempre - disse prendendomi la mano e baciandola

Mentre continuavo a flirtare con Gabriel, potevo sentire gli sguardi dei nostri amici su di noi, specialmente quello scrutatore di Marianne. Ma non mi importava; tutto ciò che contava era il piano che si stava svolgendo perfettamente.

La notte passó in un gioco di sguardi e tocchi velati, un'escalation di tensione e desiderio forse aiutati anche dall'alcool. Gabriel sembrava ricettivo, e il pensiero di finire la serata insieme, in un abbraccio proibito, mi dava una strana euforia. Era una danza pericolosa, ma ero decisa a portarla fino in fondo, per me e per quel vuoto che Simon aveva lasciato.

Alla fine della serata , l'uomo di sussurró ad un orecchio

- perché non rimani ? - mentre mi sfiorava la mano

- Si dai , potremmo finire di bere il drink e altri ancora - dissi con una risatina.

A stento mi riconoscevo . Marianne mi afferró bruscamente per un braccio e mi fece alzare

- Ma che stai facendo? - mi chiede un tono arrogante con la faccia corrucciata .

- Mi sto divertendo Mary .. non eri forse tu che che in queste settimane mi hai ripetuto fino alla nausea di divertirmi ? Beh lo sto facendo! - risposi anche un po' alterata nei toni

Lei rimase sconvolta , mi lasció andare e il suo volto da rabbioso si trasformó in preoccupato

- Non fare cazzate .. ti conosco .. ti vuoi vendicare .. ma ti assicuro che non è quello che vuoi .. sei arrabbiata, la rabbia offusca la mente .. -

The Bench | Simon Ghost Riley x Y/N (Call of duty)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora